Calvizzano, la zona periferica di San Pietro è piena di resti di origine Romana: durante i lavori alla rete fognaria emerse anche un tracciato viario di quell'epoca
La zona dove sono stati rinvenuti i reperti poi sotterrati |
Durante i lavori di
scavo per la realizzazione di un nuovo collettore fognario in via Calamandrei
(zona San Pietro), emerse un pezzo di storia dal sottosuolo. Si tratta di una
vecchia strada romana (probabilmente un’arteria dell’antica via Consolare
Campana) venuta alla luce proprio davanti a un ex deposito di carburante. La
scoperta fu fatta nel 2011: all’epoca il direttore dei lavori, oltre a
sospendere le attività, investì subito la Soprintendenza ai Beni Archeologici
della Provincia di Napoli e Caserta che, dopo un periodo di studio, diede il
nulla osta alla ripresa dei lavori a condizione che venissero seguiti sotto il
controllo costante di personale tecnico qualificato, da scegliere tra i
collaboratori esterni accreditati presso la Soprintendenza stessa. Allora il
Comune provvide ad affidare il controllo archeologico all’esperta società
Naus di Pozzuoli, per un importo di 12mila euro oltre iva (spesa prevista dal
quadro economico dell’ opera fognaria, finanziata con fondi europei), per un
numero presunto di 100 giorni in cantiere. La Naus, oltre a seguire i lavori di
scavo, stilò una relazione tecnica descrittiva delle evidenze archeologiche
rinvenute, sin da luglio 2011. Così la Soprintendenza Speciale per i Beni
Archeologici di Napoli e Pompei, al fine di valutare la compatibilità delle
opere in corso di esecuzione con il patrimonio archeologico, chiese alla Naus
la pulizia e l’ulteriore scavo delle evidenze archeologiche emerse, in
particolare delle strutture lungo via Calamandrei. Sempre la Soprintendenza, in
considerazione del fatto che la nostra città è ricca di
storia, ribadì la necessità di proseguire con l’assistenza tecnica
per il resto dei lavori fognari (attualmente si sta scavando
in alcune strade del Centro storico). Pertanto furono previsti ulteriori 100
giorni di presenza in cantiere della società Naus. Come blog, invitammo
gli amministratori a pubblicare sul sito del Comune la relazione
scientifica della Naus e la documentazione fotografica di tutti i reperti
rinvenuti, ma non fummo ascoltati.