Calvizzano, furono abbattute le poche mura dell’antica chiesa San Giacomo che restarono in piedi fino alla metà degli anni ’80
Le mura che furono abbattute |
“Quelle mura – scrive il compianto
Barleri nell’introduzione al suo libro “Testimonianze archeologiche Romane a
Calvizzano” – erano l’altra testimonianza di Calvizzano per i pendolari
della strada ferrata “Piedimonte” che vi passava vicino. Purtroppo un bel
giorno scelte sbagliate decretarono l’abbattimento delle mura. Fu una ferita
profonda non solo al buon senso, ma anche alla storia, della quale ancora
restano i segni”.
“Le mura rappresentavano una delle facciate della chiesa: le
fece abbattere senza autorizzazione don don Peppino Cerullo” (all’epoca parroco
di Calvizzano e deceduto all’inizio degli anni ‘90), come scrisse Francesco
Vastarella in un articolo apparso sul “Mattino” del 19 agosto 1988, intitolato
“Luce sulla città romana: a Calvizzano scoperta una villa di epoca imperiale”.
Questo fatto scatenò una polemica con la Soprintendenza.
“Era l’unica cosa rimasta in piedi ed era pericolante, poteva cadere
addosso ai passanti – si giustificò don Peppino -. Costruendo la nuova
chiesa potremo salvaguardare le testimonianze da eventuali malintenzionati”.
La Soprintendenza, in seguito agli scavi degli anni ’80, nella sua
relazione finale invitava le autorità a seguire due possibili strade: quella di
salvaguardare e restaurare il tutto, conseguendo precise indicazioni della
Soprintendenza stessa; in alternativa, quella di interrare il tutto. Data la
carenza cronica di fondi comunali e diocesani, la scelta cadde sulla seconda
ipotesi.
Mura laterali |