Calvizzano, furono abbattute le poche mura dell’antica chiesa San Giacomo che restarono in piedi fino alla metà degli anni ’80

Le mura che furono abbattute
La villa rustica romana che era interrata da venti secoli sotto i ruderi dell’antica chiesa di San Giacomo, ubicata nella via omonima ai confini con Mugnano, fu scoperta nel 1987, durante i lavori di scavo condotti dalla Soprintendenza. Vennero contemporaneamente alla luce alcune mura in opus reticulatum, diverse cisterne, tracce di un pavimento in mosaico e intonaci dipinti. Si trattò di rinvenimenti importanti attraverso i quali gli esperti attestarono che in quell’area andò a stanziarsi il primo nucleo abitato di età imperiale dopo Liternum.

 Quelle mura – scrive il compianto Barleri nell’introduzione al suo libro “Testimonianze archeologiche Romane a Calvizzano” – erano l’altra testimonianza di Calvizzano per i pendolari della strada ferrata “Piedimonte” che vi passava vicino. Purtroppo un bel giorno scelte sbagliate decretarono l’abbattimento delle mura. Fu una ferita profonda non solo al buon senso, ma anche alla storia, della quale ancora restano i segni”.

 “Le mura rappresentavano una delle facciate della chiesa:  le fece abbattere senza autorizzazione don don Peppino Cerullo” (all’epoca parroco di Calvizzano e deceduto all’inizio degli anni ‘90), come scrisse Francesco Vastarella in un articolo apparso sul “Mattino” del 19 agosto 1988, intitolato “Luce sulla città romana: a Calvizzano scoperta una villa di epoca imperiale”. Questo fatto scatenò una polemica con la Soprintendenza.

Era l’unica cosa rimasta in piedi ed era pericolante, poteva cadere addosso ai passanti – si giustificò don Peppino -. Costruendo la nuova chiesa potremo salvaguardare le testimonianze da eventuali malintenzionati”.

La Soprintendenza, in seguito agli scavi degli anni ’80, nella sua relazione finale invitava le autorità a seguire due possibili strade: quella di salvaguardare e restaurare il tutto, conseguendo precise indicazioni della Soprintendenza stessa; in alternativa, quella di interrare il tutto. Data la carenza cronica di fondi comunali e diocesani, la scelta cadde sulla seconda ipotesi.


Mura laterali

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