Quando il confine tra professionismo e dilettantismo è molto sottile: il villaricchese Gerri Roberti vince per la seconda volta il trofeo di attore protagonista alla rassegna “Il Giullare d’Oro” del teatro Alfieri di Marano
“Bravo Gerri,
continua così: Il teatro amatoriale campano ha bisogno di persone come te”. Così concludemmo un articolo che a settembre
2017 dedicammo all’attore e regista teatrale villaricchese Gerri Roberti,
un vero signore, umile, affabile, generoso, studioso della storia del
teatro napoletano e nazionale, bravissimo a calarsi nei ruoli che, di volta in
volta, interpreta. Il 2017, infatti, per lui fu un anno da incorniciare: la
prima soddisfazione gli arrivò a fine maggio, quando al teatro Alfieri di
Marano, alla seconda edizione della rassegna amatoriale “Il Giullare d’Oro”, venne
premiato come miglior attore protagonista (interpretava il ruolo di un trans (vedi performance nello spezzone di filmato sotto riportato) , nella commedia “Zoccole Monache e Femmene”,
due atti comici di Angelo Rajo Mirisciotti, adattati dal regista e attore
calvizzanese, Gianni Salatiello, con la seguente
motivazione: “è riuscito a comunicare, con disinvoltura e solerzia, la
conflittualità interiore del personaggio interpretato, trasmettendo emozioni.
Ha tenuto bene la scena e i ritmi per l’intera durata dello spettacolo, senza
mai finire nella banalità”.
Poi arrivò la menzione speciale premio F.I.T.A.
(Federazione Italiana Teatro Amatoriale) Campania Felix 2017 alla sua compagnia “E frate piccerille” “per la forza e la passione di fare teatro
dove nessun altro riesce a portarlo”.
Quest’anno ha vinto per la seconda volta il premio migliore
attore protagonista alla rassegna “Il Giullare D’Oro” con la commedia “Gennaro Belvedere testimone cieco”,
calandosi egregiamente, senza eccedere, nel ruolo di una donna (Carmelina), dimostrando
ancora una volta che, spesso, il confine tra dilettantismo e professionismo è
molto sottile.