Marano-Qualiano. Raffaele Pirozzi, il sindacalista dimenticato: intervistato dal giornale L'attesa a dicembre 1995 dichiarò che bisognava decamorrizzare il territorio prima di realizzare l'area industriale Pip. Fu un buon profeta
“È morto il compagno Raffaele Pirozzi un
dirigente della nostra organizzazione e della Cgil. Un uomo buono e sensibile.
Dopo una esperienza dirigenziale tornò in azienda dove continuò il suo lavoro
sindacale. Un riformista vero con solide radici nella sinistra socialista. Alla
famiglia va il cordoglio di tutta la nostra organizzazione”. E’ il post che fu lanciato il 3 gennaio 2015 dalla Pagina
Facebook della FIOM-CGIL Campania, in occasione della morte del sindacalista
maranese, conosciuto in tutta la Regione. Troppo poco per uno che ha combattuto
tante battaglie in difesa dei diritti dei lavoratori.
Raffaele Pirozzi era un sindacalista
coriaceo che, negli anni ‘90, assurse al ruolo di segretario aggiunto della
Cgil, cioè il numero due in Campania del più importante sindacato nazionale. Di
estrazione socialista, fece parte della Commissione Regionale per l’impiego,
poi entrò nel consiglio di amministrazione della CTP, inoltre fondò il giornale
online www.notiziesindacali.com e, alcuni anni prima che morisse, fu nominato
direttore editoriale di una Tv locale con sede a Calvizzano. Di origini
qualianesi, da sposato, padre di due figli, ha sempre vissuto a Marano, in via
Coree di Sopra. Esperto di problematiche del lavoro, da coordinatore
provinciale del SI (Socialisti Italiani) presentò un ampio e dettagliato studio
sulla soluzione dei problemi occupazionali dell’area giuglianese, utilizzando i
“Patti territoriali di sviluppo”, previsti all’epoca dalla legge. La notizia
della sua morte è stata completamente ignorata dai mass media. Noi de l’ex
“attesa”, il periodico maranese in edicola dal 1994 al 2013, lo ricordiamo
bene, poiché lo contattavamo spesso. A dicembre 1995, nel corso di un’intervista,
gli chiedemmo se era fattibile il Pip a cui il sindaco dell’epoca Mauro
Bertini teneva tanto.
“Continuo a dire – affermò – che
bisogna fare un’operazione che metta insieme amministrazione, forze dell’ordine
e sindacato verso un obiettivo comune: la lotta alla malavita organizzata, e
poi si potrà parlare di insediamenti produttivi e di sviluppo, altrimenti gli
imprenditori non verranno mai a investire a Marano”.