Friedrich Nietzsche, il pensiero del filosofo tedesco descritto in modo semplice dallo scrittore Salatiello



Dio è morto e lo abbiamo ucciso noi!

Ogni generazione ha rotto gli schemi creati da quella precedente. Ogni volta che un giovane ha portato un cambiamento nella vita di una società, si è prodotta una piccola rivoluzione. Con i suoi costi e benefici e con infiniti dibattiti. Ogni cambiamento era spinto da un processo motivazionale generato da una forza prorompente: lo scopo. L’obiettivo da raggiungere, il sogno, la conquista e la frontiera da superare erano alla base di ogni movimento rinnovatore in tutti i settori della società: economia, cultura, usi e costumi. Il grandissimo filosofo tedesco parlò, già nella seconda metà del XIX secolo, con la famosissima allocuzione del matto rivolta ai mercanti: “Dio è morto! Dio resta morto! E lo abbiamo ucciso noi!”. La frase, contenuta nel libro “La gaia scienza”, divenne famosissima ma molto spesso abusata. Il filosofo, per la sua straordinaria complessità, è stato spesso travisato. La frase non afferma affatto che Dio “sarebbe morto” perché egli non si poneva il problema della sua esistenza, ma Dio è morto nei cuori di chi non si  è innamorato più della vita, di tutti quelli che non hanno un progetto né uno scopo, un senso compiuto alla propria esistenza. Secondo Nietzsche, non c’è affatto bisogno della religione o della fede in qualcosa per realizzare i propri sogni. A guidarci, può essere benissimo la fede in un uomo nuovo: “l’oltreuomo” e non il superuomo, termine bruttissimo coniato in italiano dagli intellettuali futuristi affini al Fascismo. L’uomo nuovo di Nietzsche si è liberato del peso delle credenze, della superstizione e dell’accidia intellettuale che lo incatenavano a terra non permettendogli di spiccare il volo. Oggi i giovani sono sempre più annoiati e angosciati da un futuro vuoto e senza una spinta progettuale che li tenga attaccati a un sogno da realizzare. Il grande filosofo lo aveva predetto, egli sapeva che le generazioni a venire avrebbero bruciato il mondo con progetti di morte e guerre, senza scopi se non quelli della sopraffazione e senza confini etico-morali.  Il Nazionalsocialismo, abusò dei suoi pensieri, colpevole anche la sorella, che volle mutuare questi concetti nell’immagine ambigua del “Superuomo”. Figura improbabile dotata di potenza, forza e aggressività. Nulla di tutto questo, Nietzsche parlava ai giovani dicendo loro: “Abbiate un progetto ora e qui, sulla Terra”. “Restate fedele a essa poiché del cielo non sappiamo nulla”. Quindi il materialismo nietzschiano imperniato sulla famosa frase, vuole rilevare proprio che, l’uomo ha smarrito Dio, cioè quel complesso di valori che hanno animato la sua esistenza, realizzando cose straordinarie. Uno studio molto accurato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dimostrato che i Paesi con il più alto tasso di suicidio giovanile sono il Giappone, la Svezia e la Svizzera. Tutti Paesi ricchi e opulenti. Nazioni che non hanno alcun problema ad assicurare ai giovani l’avvenire economico. Ma proprio qui sta il punto: i ragazzi hanno bisogno di sperimentare la vita con le loro forze, hanno diritto di provare e fare tentativi con sistemi e situazioni nuove, il fallimento è solo il punto di partenza di un riscatto, ma non deve mai mancare lo scopo. Nietzsche parlava di caduta verticale dello scopo come di uno svuotamento del senso della vita di ognuno. Ora lo scopo può essere la fede, il servizio verso i poveri, il proprio benessere e quello degli altri, una nuova società, una nuova economia. Qualsiasi cosa ma, l’irrinunciabile è sempre uno scopo finale. Nietzsche, ancora oggi, vale più di mille educatori e sapienti dell’ultima ora che credono di poter parlare a nome dei ragazzi dall’alto di uno schermo della televisione, mezzo per eccellenza più svuotato di uno scopo. Mezzo “nichilista” termine con il quale il filosofo indicava tutto quello che è privo di uno scopo.
Enzo Salatiello

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