Non ricordo più chi dei
grandi filosofi illuministi affermò che: “L’unico incontro tra erotismo e
filosofia è la masturbazione!”.
Un pomeriggio d’estate
ero in vacanza a Calvizzano dalle mie fatiche germaniche. Incontrai Domenico
Rosiello che mi invitò a prendere un caffè. Lo feci non per il caffè che avevo
appena gustato ma, ogni incontro con Mimmo è come incontrare una squadra intera
di narratori, di fonti, aneddoti e fatti dalla quale si resta tramortiti.
Infatti attaccò subito: Mi ricordo da bambino che nel mio palazzo c’era una
coppia, il marito pensionato, lavorava al catasto, lei casalinga, nonostante
la sostanziale differenza di età tra i due, il marito contava quasi un decennio
in più, era lui a essere morso da una “fame”
dei sensi e un vigore erotico degno dei soldati al fronte dopo un anno di
trincea! Lui non era affetto da nessuna strana perversione ma, era
semplicemente un maschio che invecchiava molto bene e biologicamente molto
lentamente. La moglie, dobbiamo dire legittimamente, non viveva queste ansie
anzi, il sopraggiungere della menopausa la teneva lontana da certe “tentazioni” e questo metteva in
subbuglio l’animo del marito. Cosa fare? Certo, lui non era uomo da “scampoli di amore mercenario” rimediati
a bordo di qualche statale o nello squallore di una stanza di un Motel! Era un
uomo dai sani principi e la sua vita si era svolta tutta nell’orbita della sua
amata moglie e della famiglia. Intanto però la “Riserva ovarica” si era esaurita e lei non rispondeva più a certi
stimoli. Che fare? I mutamenti sopraggiunti anche nel comportamento della
moglie lo mettevano in ansia e gli creavano un problema: “Come gestire il suo legittimo bisogno erotico?”. Perché la
differenza, tra i due sessi non è tanto sul come si intende la sfera sessuale
ma il funzionamento chimico-fisico: una donna nasce con un quantitativo ovarico
destinato alla fecondazione. Il maschio invece, ne “fabbrica” ex novo sempre altri! Il povero pensionato, non volendo
perdere se stesso fermandosi a un lampione, non poteva certo auto destinarsi al
manicomio! L’unica cosa da fare era l’autoerotismo. Studi recenti parlano
addirittura della salvezza della prostata da malattie benigne ma anche da
neoplasie, proprio con la pratica del piacere autoindotto, almeno 21 volte al
mese! Altri benefici ci arrivano da studi americani dove si afferma che una masturbazione nella pausa caffè dall’ufficio rende ancora più tonico
l’impegno dell’impiegato! Il nostro amico si convinse a praticare questa
attività e ne risultò salvo non solo il suo umore, ma anche il suo equilibrio
emotivo. Secondo me, non c’è affatto scandalo o delitto nel praticarla. Le
implicazioni morali di ogni religione ci hanno indotto a considerarla come un
tabù. Ma scusate? Se la fame, la sete, il sonno e il bisogno della minzione,
sono riconosciuti come sacrosante impellenze, perché il nostro legittimo
bisogno a un innocente piacere di un uomo che mosso da rettitudine morale, non
volendo commettere azioni come adulterio o altro, si faccia gli affari propri
in santa pace! Viva l’autoerotismo indotto a una certa età!
Enzo Salatiello