Riportiamo un’intervista di maggio 91 concessa dal
senatore al giornalista Enzo Di Maro,
redattore del periodico “ideaCittà fondato da Stefano Rinaldi e Raffaele Romano, all'epoca edito dall'associazione "Club Medicina e Cultura"
Si terranno oggi alle
16.30, presso la chiesa dell’Ascensione (quartiere Chiaia) i funerali del
notaio Salvatore Sica, ex senatore della Repubblica, morto ieri all’età di 90
anni (l’8 ottobre avrebbe compiuto 91 anni). Fu Primo cittadino di Marano dal 13 aprile 1957
fino al 1958 (quando arrivò il commissario prefettizio Mario Liguori) e dal 2
settembre 1962 fino a giugno 1963. Ai suoi familiari le condoglianze della
redazione di “calvizzanoweb e dintorni”
I mandati e gli incarichi ricoperti dall’ex
senatore
Gruppo Democratico
Cristiano, membro dal 20 giugno 1979 all’11 luglio 1983
Seconda Commissione permanente (Giustizia): Membro dal’11 luglio 1979 all’11 luglio 1983
Commissione speciale
modifiche ricostruzione eventi sismici: membro
dal 14 gennaio 1982 all’11 luglio 1983
Commissione parlamentare per i
procedimenti di accusa:
Membro supplente dal 9 agosto 1979 all'11 luglio 1983
Commissione parlamentare ristrutturazione
e riconversione industriale per i programmi delle partecipate statali:
Membro dal 29 novembre 1979 all'11 luglio 1983
L’intervista
Un
intervento del sen. Sica sul panorama politico maranese: “Troppi
condizionamenti estranei alla politica…e il non partito ha preso il sopravvento”
Le vicende interne alla DC maranese sono da tempo al
centro dell’attenzione degli ambienti politico-amministrativi. Vuole farne una
valutazione?
“In primo luogo desidero congratularmi con “Ideacittà”
per come sta conducendo…stavo per dire “battaglia” ma il termine non è esatto,
direi piuttosto la sua vita giornalistica con obiettività, con un tono sereno
ma severo, al di sopra delle parti, quasi con distacco, ma mostrando nel
contempo una grande sensibilità nei confronti della vita cittadina, delle sue
vicende, dei suoi “personaggi”. Ciò è certo molto difficile in un ambiente come
il nostro, nel quale non pare possa dirsi che la “sensibilità democratica"…