Marano, cronistoria Palazzo Battagliese: dall’acquisto al finanziamento regionale

Foto scattata prima della ristrutturazione
Palazzo Battagliese fu acquistato dal Comune nel 1988  (ai tempi della seconda amministrazione Bertini) con l’intenzione di abbatterlo per creare una piazza tra via Roma e via Criscio. Ma subito sorsero problemi, poiché uno dei venditori risultò essere fallito, e la sua parte di proprietà andò quindi a finire nelle mani di un procuratore fallimentare. Ma la cosa venne perfezionata nel 2002  con l’esborso da parte del Comune di una somma di poco superiore ai centomila euro, tra quella pagata a due sorelle proprietarie di una parte dell’immobile e al curatore fallimentare. Ma il primo a scendere in campo contro l’abbattimento dello storico edificio fu il prof. Carlo Palermo, presidente dell’Archeoclub del comprensorio, il quale in un’intervista concessa a febbraio 2000 al periodico l’Attesa, definì “sciagurato” il progetto dell’amministrazione.
Piuttosto che discutere sull’abbattimento – incalzò Palermo – sarebbe opportuno collocarvi una lapide che ricordi l’inquilino che vi dimorò. Continueremo a sollecitare il recupero di questo palazzo con l’augurio che si possa verificare un cambiamento di rotta, volto al restauro e alla sua valorizzazione”.
Intanto, in Consiglio comunale qualcuno della maggioranza fu disposto a rivedere le proprie  posizioni in merito a quanto si stava per disporre per Palazzo Battagliese. Il consigliere Alberto Amitrano, all’epoca capogruppo della civica Pdm, a tal proposito dichiarò: “Si dovrà nominare una commissione di esperti per vagliare le modalità di intervento e di costi necessari per il recupero della struttura e verificare con la Soprintendenza, se sussistono gli elementi che ne giustifichino la salvaguardia”.
Mantenne ferma la sua posizione, invece, il sindaco Bertini, secondo il quale: “il Palazzo non meritava di essere recuperato perché troppo fatiscente, pertanto al suo posto l’amministrazione creerà un’isola di verde, avente come scopo il recupero di quella zona da sempre negletta”.
Sulla vicenda il gruppo consiliare di Forza Italia, fece sapere che avrebbe fatto un’interrogazione consiliare per sollecitare il recupero dell’immobile, chiedendo all’amministrazione di attivarsi per ottenere i fondi necessari dalla Comunità europea.
Ma a porre fine alla diatriba fu proprio la Soprintendenza ai beni architettonici, che ritenne il palazzo di interesse storico e quindi non abbattibile.  L’amministrazione presentò un ulteriore progetto alla Soprintendenza che prevedeva l’abbattimento parziale e il recupero dei portici per farne un’area-mercato. Anche questo progetto venne bocciato dalla Soprintendenza, disposta ad autorizzare solo il ripristino statico che rispettasse in pieno la vecchia conformazione.   
Intanto, gli abitanti della zona, costretti a vivere da anni in precarie condizioni (muro di sostegno e le recinzioni intorno al palazzo restrinsero la strada; i cassonetti dell’immondizia posizionati davanti alla struttura facevano diventare il piano terra del palazzo un ricettacolo di topi e di sporcizia), costituirono il comitato “Piazzetta Battagliese” allo scopo di far valere le loro ragioni.
Alla fine, l’amministrazione Bertini optò per il restauro completo e, contestualmente, inoltrò richiesta di fondi alla Regione. Il finanziamento arrivò pochi mesi dopo l’insediamento dell’amministrazione Perrotta. Furono stanziati circa un milione800mila euro: una parte (1 milione 400mila euro) di fondi europei erogati attraverso la Regione, mentre la restante parte fu stanziata dal Comune. La struttura venne ultimata dopo oltre 10 anni.  

            

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