Com'era prima della ristrutturazione |
Lo storico edificio di via Roma fu fatto edificare dal
giudice Emiddio Battagliese, sindaco di Marano nel 1870. Edificio di sicuro
interesse architettonico e custode di una parte della storia della città per
essere stato dimora di illustri personaggi tra cui lo stesso Battagliese.
Costui fu ministro di Grazia, Giustizia e di Gran Culto, giudice dei Dazi
indiretti e presidente della Gran Corte Criminale e godette della stima di Francesco II. Il palazzo fu, tra l’altro,
sede comunale dal 1844 al 1864.
“Emiddio
Battagliese - scrisse lo storico Giuseppe Barleri, buonanima, in uno dei
suoi articoli che inviava frequentemente al periodico “L’attesa” – danaroso e di bell’aspetto, proveniente da
Napoli, ha messo gli occhi su alcune proprietà dei signori Criscio Agostino e
Antonio, tra Casa Criscio e Calata Criscio. Si tratta di un grosso giardino e
di un fabbricato composto da 13 bassi e 11 camere soprastanti. Il posto è
centrale. L’affare è importante ed Emiddio riesce a concluderlo in due momenti
successivi: il 27 aprile del 1836, con l’acquisto delle proprietà di Agostino,
e due anni dopo, il 19 gennaio 1838, con quelle di Antonio. Dopo l’affare si dà
da fare per valorizzare la zona. E’ amico intimo di molti Decurioni
(assimilabile agli odierni consiglieri comunali) che amministrano Marano e, nel
1842, chiede loro di mandare in piazza Palmento l’architetto Catalano, per
redigere un piano di ristrutturazione di tutta la piazza e delle strade
collegate, alzando se occorre anche il piano di calpestio. Non lo fa per
altruismo, ma solo per rivalutare le sue proprietà. E per invogliare i politici
ad accelerare i tempi, si dice pronto a regalare al Comune parte del suo
terreno che confina con la piazza stessa…”
Il ritrovamento di un documento (contratto d’affitto
datato luglio 1868), conservato da Gaetano Bonelli, giornalista, ex vicesindaco
di Marano, nonché custode di memorie locali, comprova che lo storico edificio
ha a lungo ospitato anche i militari dell’Arma del Regno.