Marano, programmi elettorali: ecco quello di Mauro Bertini sindaco, appoggiato da Potere al Popolo e dall’Altra Marano



Marano torna
al voto dopo l’umiliazione di un nuovo scioglimento per infiltrazioni
camorristiche, dopo il logoramento micidiale di un commissariamento durato
trenta mesi e con un dissesto finanziario ormai conclamato e che sarà
dichiarato nei prossimi giorni. E’ una Marano distrutta quella che si appresta
a riprendere la vita democratica, distrutta sul piano economico con le finanze
dell’ente letteralmente collassate nel contesto generale di una crisi che non è
mai finita e che continua a falcidiare le famiglie, una Marano lacerata nel suo
tessuto democratico e sociale per la troppo prolungata assenza di ogni
possibile contatto fra i cittadini e le istituzioni locali. Un quadro tanto
drammatico impone come inderogabile la necessità che scendano in campo persone
esperte, capaci e motivate in grado di essere operative da subito per bloccare
la frana e innescare un repentino processo di recupero sulla base di un
programma essenziale che,nel nome della giustizia sociale, punti a rispondere,
nell'immediato, ai bisogni della collettività locale, con particolare riguardo
alle fasce della popolazione più vulnerabili, e si impegni nella costruzione di
una città “a misura d'uomo” restituendo ai cittadini i servizi sottratti. Per
fare ciò abbiamo bisogno di persone che abbiano il coraggio di rompere con le
scelte politiche degli ultimi anni, che hanno inevitabilmente portato la città
al collasso, e di non far ricadere il peso di tali scelte sui cittadini, bensì
su chi ne ha giovato. La coalizione de
L’Altra Marano e Potere al Popolo unisce coloro che hanno tredici anni
ininterrotti di esperienza di governo e chi si è reso protagonista delle lotte sociali
e ambientali del territorio, con un programma chiaro ed essenziale reso
ampiamente credibile dal fatto che tutto quello che ci si era proposti di fare
nelle precedenti esperienze amministrative è stato puntualmente
realizzato.
Il programma
che sottoponiamo alla attenzione della città parte da questi essenziali
presupposti e si sviluppa in progressione verso il recupero di una vivibilità
possibile.
1.
Il modo
alternativo di governare. Bisogna innanzitutto ricostruire il rapporto fra i cittadini
e l’istituzione locale e se ci rendiamo disponibili a assumere la
responsabilità di governare la città è solo perchè abbiamo l’intenzione seria e
convinta di portare la città al governo con un sistema partecipativo e
inclusivo, che non lasci fuori nessuno, con un meccanismo di collegialità che
consenta a tutti, nei rispettivi ruoli, di acquisire una capacità ad
amministrare in forza della quale si creino tutte le opportunità per la
formazione di ricambi generazionali e culturali. La città verrà coinvolta nelle
scelte fondamentali, informata su tutto e chiamata a verificare l’applicazione
del programma attraverso la convocazione a cadenza semestrale di assemblee
popolari; verrà ripristinato il contatto diretto fra la città e gli
amministratori riprendendo il “filo diretto” su TV locali.
2.
Il modo
alternativo di fare politica. Occorre incentivare forme di
controllo popolare e di democrazia dal basso per rompere definitivamente con le
logiche clientelari e con ogni forma di
favoritismo, solo in tal modo l'amministrazione potrà operare per il bene di
tutti e non per gli interessi dei pochi.
3.
La
situazione economica. Lo stato delle finanze è di collasso conclamato. La
proclamazione del dissesto è solo questione di giorni e comporterà
necessariamente un inasprimento del carico tributario e tariffario e una sensibile
contrazione di servizi. Il risanamento delle finanze del Comune si impone come
ineludibile ma non deve gravare e non graverà ulteriormente sulle fasce della
popolazione più vulnerabili. L’impegno primario che ci prendiamo è quello di
restituire quanto prima ai cittadini i servizi che sono stati soppressi e la
risocializzazione di quelli che sono stati privatizzati.
4.
Mutualismo
popolare per la ricostituzione del tessuto sociale. 30 mesi di commissariamento hanno creato una frattura
gravissima fra le istituzioni e la città e questo pesante stato di cose si
aggiunge alla dissennata politica tutta di marca paesana portata avanti dalle
due precedenti amministrazioni che hanno frantumato l’idea stessa di
collettività e comunità. Bisogna lavorare da subito per ricucire le lacerazioni
e ricostituire un contesto socialmente e politicamente giusto, che consenta a
chiunque abita a Marano di sentirsi parte di una comunità e di avere
nell’istituzione comunale il referente più immediato e affidabile. Vogliamo che i beni di proprietà del
comune vengano messi a disposizione della collettività per la realizzazione di
sportelli di mutuo soccorso fruibili gratuitamente, per incentivare la
partecipazione delle associazioni alla vita sociale e culturale della città e
per lo sviluppo di pratiche di solidarietà per creare i presupposti di
rinascita del nostro territorio.
5.
La
riorganizzazione dell’apparato. Il clientelismo e un lecchinismo
sfrenato praticati in questi ultimi anni hanno reso pressochè inservibile la
macchina comunale, è necessaria
un’azione energica e urgente di recupero delle motivazioni prima che le scorie
del menefreghismo indotto si vengano a consolidare diventando inamovibili; la
macchina comunale, per quanto ampiamente sotto organico per i turn over che non
vengono esercitati da quasi dieci anni,
va riorganizzata su criteri di capacità, senso di responsabilità,
professionalità e efficienza in uno spirito di collaborazione che veda
compensato l’impegno e il merito.
6.
La giustizia
distributiva: l’attività impositiva del Comune (Tarsu, acqua...)deve
essere radicalmente rivista per una giusta distribuzione dei carichi
sull’intera platea cittadina individuando le sacche di clientela e di evasione
per la formazione di tariffe compatibili con le capacità delle famiglie. In particolar modo si curerà che
vengano scovati e messi a ruolo i circa 5000 utenti del servizio acquedotto che
non hanno mai pagato il servizio idrico con il conseguente e giusto
abbassamenti dei costi a carico di chi invece paga regolarmente.
7.
Il welfare:
a fianco alle fasce più deboli. i contraccolpi della crisi
economica si fanno sentire in maniera drammatica e sempre più spesso mettono in
ginocchio le famiglie: l’impegno primario del Comune dovrà essere quello di
essere a fianco in tutti i modi possibili alle famiglie in difficoltà e quello
di costituirsi sostegno e partner dei soggetti deboli. Compatibilmente con le
disponibilità economiche verrà ripristinato il catering alimentare e il sostegno all’improvvisa povertà e la
partnerschip familiare, anche attraverso la creazione di reti solidali con i
grandi centri alimentari del territorio per l'istituzione di una mensa popolare
e un banco alimentare per i più bisognosi;
Nonostante le difficoltà di organico si opererà per riportare in house i
servizi sociali che sono stati privatizzati. Occorre valorizzare i fondi
che la regione mette a disposizione dell'ASL Napoli 2 Nord per i programmi di
screening a favore dell'intera popolazione locale e che si faccia tutto ciò che
è necessario affinché la città di Marano di Napoli possa essere, di nuovo,
dotata almeno di un ambulatorio PSAUT;
8.
Il lavoro: è
essenziale che l’Amministrazione Comunale impegni tutte le risorse e le energie
possibili per promuovere, assecondare, sostenere tutte le opportunità per
sviluppare occupazione con una particolare attenzione a quella giovanile e
nella lotta contro la piaga del lavoro nero. Si impone la riconsiderazione di
una gestione ottimale del Polo Produttivo (PIP).
9.
La casa: a causa
della crisi si sono moltiplicati gli sfratti per morosità e il problema
abitativo si è fatto drasticamente acuto; è improrogabile un impegno del Comune
a creare soluzioni provvisorie per le famiglie che da un giorno all’altro
vengono messe in mezzo alla strada (case parcheggio) e a promuovere la realizzazione
di abitazioni di tipo popolare anche per calmierare i prezzi degli affitti
10.
Politiche
per i giovani: occorre adoperarsi per la realizzazione di luoghi di
cultura e di socialità, come aule studio e biblioteche, per una città che dia
spazio ai giovani, utilizzando i beni confiscati alla camorra; ridare vita a
spazi pubblici all'aperto, cinema e luoghi a fruizione pubblica in cui poter
praticare sport, arte e cultura; inoltre, per rispondere al problema della disoccupazione giovanile sarà
fondamentale, in una città dove 70 giovani su 100 sono disoccupati, creare
sportelli pubblici da dove reperire le informazioni necessarie nel campo delle
opportunità, create a livello regionale, nazionale e internazionale, di lavoro
e di istruzione per i giovani (come
concorsi, borse di studio, offerte di lavoro) affinché essi non siano lasciati
soli ad affrontare le difficoltà nella scelta dei percorsi da seguire.
11.
Il
territorio e l’ambiente: l’abusivismo che si è moltiplicato nell’ultimo periodo ha
contribuito in maniera importante al massacro del territorio sia in termini
urbanistici che in termini di assetto idrogeologico: la redazione del nuovo Piano Urbanistico
Comunale sarà lo strumento cardine per recuperare l’indispensabile equilibrio
fra l’uomo e l’ambiente, per recuperare un corretto rapporto fra gli spazi
occupati dalla edificazione legale o abusiva e gli spazi verdi, che dovranno
essere salvaguardati, necessari per una vivibilità armonica; ulteriori
necessità abitative saranno fondamentalmente recuperate nella riorganizzazione
del centro storico. Per procedere con la bonifica del territorio, occorre fare
una mappatura delle zone più inquinate, con annessa classificazione della loro
pericolosità e battersi, nelle sedi opportune, per la bonifica della discarica
di Chiaiano; ci si opporrà apertamente alla costruzione, a Marano e altrove, di
nuovi impianti che prevedano l'incenerimento dei rifiuti; per tutelare la
salute dei cittadini, occorre fermare l'installazione selvaggia dei ripetitori telefonici, dando
priorità alla salute della collettività piuttosto che agli interessi del
singolo privato.
12.
Politiche di
genere: è necessario promuovere a tutti i livelli e in tutti sensi un
rapporto di effettiva parità di genere.
13.
Controllo
popolare nei centri di accoglienza: i centri di accoglienza presenti sul
nostro territorio devono rispettare i diritti dei richiedenti asilo presenti
nelle strutture, ai fini di una migliore e reale integrazione con il tessuto
sociale locale.
14.
La scuola e
la cultura per la nuova società: il Comune deve garantire alla
scuola in maniera puntuale tutto l’apporto possibile per un ottimale
funzionamento e si impegna a promuovere e sostenere tutte le iniziative di
crescita culturale che coinvolgano l’intero tessuto sociale cittadino per una crescita
armonica e irreversibile. Il nostro
impegno a riguardo non potrà che partire dalla messa in sicurezza degli edifici
scolastici (e non solo), facendo in modo
che vengano trovati i fondi necessari per la manutenzione e la prevenzione del
rischio.
15.
Questione
rifiuti: la gestione del ciclo dei rifiuti deve ritornare nella
titolarità del Comune che, magari in un accordo di livello comprensoriale,
potrà scegliere il sistema che riterrà più opportuno per il loro smaltimento;
con la titolarità dovrà essere assegnata al Comune anche la parte dei
finanziamenti di competenza. L’obbiettivo è una differenziata di qualità che si
concluda con il riciclo per una percentuale quanto più possibile vicina a 100%
e la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti nell’ambito del comprensorio. Occorre
bloccare a monte lo sversamento illecito dei rifiuti speciali che avvelenano la
nostra terra, attuando seri controlli sulle procedure di smaltimento degli
scarti prodotti dalle imprese e dalle attività commerciali presenti sul territorio.
16.
Le attività
commerciali: va sostenuto e opportunamente accompagnato il commercio di
prossimità.
17.
La lotta
contro l'apparato clientelare: La indiscutibile presenza pervasiva
della camorra nel tessuto cittadino è un dato di fatto con il quale chi governa
la città deve fare i conti evitando scrupolosamente ogni contaminazione,
programmando le attività amministrative in assoluta autonomia e nell'unico
interesse dell'intera comunità, coinvolgendo la popolazione nelle scelte
decisionali che la riguardano. Per questo motivo crediamo sia opportuno
innescare forme di controllo popolare affinché si vigili sul rispetto dei
diritti di tutti sia nei momenti decisivi dell'amministrazione comunale sia nel
darne esecuzione e si possa sedimentare nella comunità un senso di rigetto
spontaneo alle logiche clientelari che faccia mancare il terreno di coltura nel
quale si sviluppa l’organizzazione criminale.
18.
Le frazioni: va
restituito alle frazioni il senso di appartenenza a pieno titolo al contesto
cittadino, va messa in campo da subito una intensa attività per il recupero dei
servizi che fino a oggi sono stati negati, va portata in periferia
l’immediatezza dell’attività amministrativa con la creazione di vere e proprie
sedi distaccate.
19.
Le opere. Lo stato delle finanze comunali non
consente di attingere ai fondi di bilancio se non per le necessarie opere di
manutenzione con particolare riferimento a quella stradale; bisogna recuperare
finanziamenti da enti sovraimposti e da fondi europei per opere che comunque
sono indifferibili quali
a. il
completamento delle fogne della Collina
b. un istituto
scolastico comprensivo per la zona di San Marco e San Rocco
c. il
completamento del Cimitero Comunale
d. la
delocalizzazione del mercato ortofrutticolo
e. la
delocalizzazione del mercato pannino
f.
il ripristino del trasporto pubblico locale e il Micrometrò
per il collegamento con la stazione della metropolitana di Napoli
Tutto questo
è un programma ed è un impegno preciso che prendiamo e la città sarà chiamata e
verificarne la realizzazione con assemblee popolari che convocheremo ogni sei
mesi.
DIVISI SIAMO NIENTE
UNITI SIAMO TUTTO