Signora Carandente, questo spazio è tutto suo: ci
parli un po’ di lei e del suo impegno per la città
Salve, vorrei umilmente presentarmi e spiegare il perché della mia scelta di candidarmi alle amministrative del 21 ottobre. Mi chiamo Vincenza Carandente, ho 34 anni, e sono moglie e madre di due figlie. Sono diplomata in tecnico della gestione aziendale: mi iscrissi all’ Università, ma poi scelsi di lavorare la terra, a mio parere il lavoro più bello che ci sia. Sono, quindi, bracciante agricola. Amo la terra, è un lavoro duro che comporta enormi sacrifici: in estate la sveglia suona prima dell'alba, poi, di pomeriggio, coltivo le mie amicizie e la mia fede.
Si, sono molto
credente, - continua - frequento la chiesetta di San Marco (frazione di
Marano), dove faccio l’animatrice nel piccolo (ma grande spiritualmente) oratorio
salesiani, da quando avevo sedici anni. L’oratorio, oltre a darmi l'opportunità
di incontrare bambini grandiosi, mi dona più di quello che si può immaginare.
La mia fede e la mia passione per il lavoro mi hanno maturata e dato la
consapevolezza che, per fare le cose ci vuole tempo, amore e pazienza, ma, alla
fine, i risultati si ottengono sempre. Queste caratteristiche mi
contraddistinguono dagli altri e sono sicura che mi daranno il giusto imprinting per operare bene nella futura amministrazione comunale. Nel contempo, sto anche studiando per
diventare operatore pastorale, grazie al corso indetto dalla curia di Napoli,
proprio per affermare e comprendere di più il mio percorso di figlia di Dio e,
chissà, di dare un segnale più incisivo, come catechista, nella mia Chiesa. La
mia vita non è fatta solo di lavoro, casa e Chiesa, ma, purtroppo, anche di
ospedale. Ad Aprile scorso ho avuto
forti dolori, per cui mi son dovuta ricoverare: solo dopo 20 giorni, mi è stata diagnosticata l’artrite
psoriasica, non mi vergogno di dirlo, anzi credo che sia giusto condividere
tutto ciò che sono, anche se ho una diagnosi ma non la cura. Purtroppo perché
il sistema sanitario è lento, oppresso dalla troppa burocrazia, pertanto, in attesa della cura
biologica, ho provato quella tradizionale (guarda caso, meno costosa) alla
quale, però, sono intollerante. La degenza in ospedale mi ha fatto tanto
riflettere, ma soprattutto farmi domandare come sia possibile avere una diagnosi così tardiva, nonostante l’imponenza delle strutture e la
presenza medici bravi e professionali. Stando
tra i malati soffrivo nel vedere sui loro volti solitudine e tristezza. Sono
stati venti giorni di inferno, durante i quali ho promesso a me stessa di fare
qualcosa per i deboli di questa società.
Adesso – aggiunge -
non voglio più tediare chi avrà la pazienza di leggere questa lunga descrizione della mia vita,
per cui vengo al mio impegno per la città,
qualora dovessi essere eletta. Cercherò di
sollevarla dallo sfascio in cui è precipitata, partendo dalle scuole (assurdo che ai bimbi della materna non venga ancora garantita la refezione),
dalle strade, e dai i servizi alle persone. A mio avviso il cambiamento si
chiama Agorà, la lista di giovani in cui sono candidata, poiché abbiamo le idee chiare sul da fare, siamo tutti motivati
e determinati a cambiare veramente le cose, insomma di rivoltare
la città come un guanto, insieme alla
nostra grande spalla, il candidato sindaco Rodolfo Visconti, che, come noi,
vuole riscattare Marano sotto tutti i punti di vista. Certo non sarà facile, perché la camorra è ancora infiltrata nelle istituzioni. Ma noi metteremo in campo tutte le nostre
forze per una città migliore.
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