Marano, forse il dissesto finanziario era evitabile



E’ quanto emergerebbe dalla sentenza della Corte dei Conti notificata recentemente al Comune

Il dissesto del Comune poteva essere evitato? Da una lettura attenta della recente sentenza della corte dei Conti, sembrerebbe proprio di sì. Ovviamente bisognava approntare un piano di riequilibrio finanziario  più convincente, cosa che non è stata fatta.  Il passaggio fondamentale è scritto a pagina 21 della sentenza, nel quale il Collegio giudicante evidenzia come il piano in esame (quello approntato dalla dirigente del Settore Economico Finanziario dell’epoca, Claudia Gargiulo, deliberato ai tempi dell’amministrazione Liccardo, assessore al Bilancio Paolo Longoni, Ndr)  in ragione dello scarso rigore che ha caratterizzato lo svolgimento delle attività prodromiche all’adozione dello stesso, non rechi una rappresentazione certa e veritiera dei fattori di squilibrio ma risulti, anzi, connotato da una sostanziale e generica inattendibilità cui non hanno posto rimedio i diversi correttivi adottati in corso di procedura…”.
E’ un lavoro che richiede sacrifici – dichiarò in Consiglio comunale a settembre 2014, l’ex assessore al Bilancio Longoni -   dovremo approntare un piano serio altrimenti la Corte dei conti ce lo boccerà”. Poi aggiunse: “I problemi di questo Comune dipendono in larga parte dalla mancata riscossione dei crediti, dall’evasione e dall’elusione fiscale”.
 Un piano  che non convinse i consiglieri di opposizione, poiché non avrebbe garantito il raggiungimento dell'equilibrio finanziario. Ma solo l’ex sindaco Mauro Bertini, all’epoca dell’amministrazione Liccardo consigliere comunale, fece ricorso al Tar, dopo aver avuto un diniego dagli altri consiglieri di minoranza. Venne incaricato  il noto amministrativista Abbamonte.

La Corte dei Conti, pur dando atto alla Commissione straordinaria  dello sforzo compiuto “per imprimere  credibilità e sostenibilità a un piano di riequilibrio, ab origine (fin dalla nascita), affetto da carenze e incertezze oltre che gravemente condizionato dal contesto critico in cui è maturato, ritiene che il giudizio complessivo sullo stesso rimanga negativo”.

Approfondimento
L’Ente Comune, con deliberazione di Consiglio comunale 82 del 29 settembre 2014, decise di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario (art. 243 bis del decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267). Il piano di riequilibrio, corredato dal parere dei revisori dei conti, venne approvato con delibera consiliare del 29 dicembre 2014, entro il termine perentorio di 90 giorni dalla deliberazione di adesione, senza ricorso al fondo di rotazione previsto dall’articolo 243 ter del Dlgs 267/2000.
La competente Commissione presso il Ministero dell’Interno, con nota ministeriale n.4913 del 7/02/207, formulava una richiesta istruttoria. Il dirigente dell’Area Economica Finanziaria diede riscontro alle richieste della Commissione  con nota 13690 del 27 aprile 2017, indirizzata al Ministero dell’Interno. Al termine dell’istruttoria svolta, la Commissione ministeriale, nelle considerazioni conclusive dichiara che “Il Piano del Comune di Marano appare conforme ai contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento ed alle indicazioni contenute nelle linee guida elaborate dalla Corte dei Conti che vanno lette alla luce dell’evoluzione normativa dell’armonizzazione contabile e dei recenti interventi normativi. Il piano, nel suo complesso, secondo una valutazione ex ante ( a priori, ndr)  presenta una ragionevole probabilità di raggiungimento del risanamento finanziario” .
Successivamente alla ricezione della suddetta relazione, la Sezione di controllo regionale per la Campania della Corte dei Conti, con deliberazione 25° del 20 novembre 2017, ritenne necessario effettuare un supplemento istruttorio; il dirigente dell’Area Economica Finanziaria, in data 22 gennaio 2018, fornì le informazioni e gli aggiornamenti richiesti.
Infine, a seguito di apposita relazione di deferimento, il Comune venne convocato in adunanza pubblica, in vista della quale l’Ente produsse specifiche memorie. In data 7 marzo 2018, la Corte dei Conti deliberava il diniego del Piano di riequilibrio finanziario, depositata in data 4 aprile 2018.
La Commissione straordinaria ritenne impugnare la deliberazione innanzi alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti. Nell’udienza del 13 giugno scorso veniva rigettato il ricorso. In pratica fu dato avvio all’iter per la deliberazione di dissesto.


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