The
Trick è un progetto “rock” nato dalla voglia di esprimere in musica l’eterno
“inganno” della quotidiana esistenza. La band si forma nel 2008 dall’unione di
cinque musicisti calvizzanesi: Tony
Napolano (voce-chitarra), Francesco
Marra (chitarra-noise), Luca Furiano
(chitarra), Michele Lattero (basso)
e Pasquale Di Maria (batteria). Dopo
varie e formative esibizioni nei locali dell' underground napoletano, nel 2010
i The Trick iniziano a calcare i palchi dei più interessanti festival
indipendenti campani, esordendo con quello che prima di tutti ha creduto in
loro: nel Rockalvi Festival prima di Almamegretta e JoyCut. Il 2011 è l'anno
dei primi importanti riscontri da parte di critica e addetti ai lavori, infatti
il gruppo viene selezionato tra oltre 400 band europee per le finali
dell'Upload di Bolzano, sotto la direzione artistica di C. Godano (Marlene
Kuntz) e si aggiudica la prima edizione del Magma Music Contest.
Contemporaneamente continuano la loro avventura "on the stage",
partecipando al Mamamu RockFest , alla Città della Scienza di Napoli con Gnut e
Mariposa e si esibiscono al Supersound di Faenza . Nel 2012 seguitano ulteriori
conferme e riconoscimenti, prima tra queste la vittoria del Future Music
Contest (Estragon, Internazionale, MEI - Meeting degli Indipendenti, MTV New
Generation) rientrando nella compilation della Irma Records , grazie al brano
"Don't Believe in Me". Lo stesso brano riesce a far avere l'ambito
Premio Rete dei Festival in occasione dell'evento DiscoDays a Napoli e la relativa
presenza in Onde Sonore Napoletane la compilation on line promossa proprio
dalla Rete dei Festival. I The Trick vengono inseriti nella compilation del
progetto All We Need di Radio Utopia (Jack Daniel's, La Repubblica XL, Coop,
Aics, Audiocoop, Massa Nervosa) ritornano al Rockalvi Festival aprendo Amor
Fou, Epo e Marina Rei e nel 2013 sono tra le band finaliste dell'Arezzo Wave
Band. Dopo una intensa attività "live", le crescenti gratificazioni e
la fervente volontà creativa spingono il gruppo a concentrarsi sul suo primo
lavoro discografico, con l'intento di comunicare con esso l'universo di
emozioni racchiuse in ognuno dei cinque elementi della band. Le registrazioni
vengono effettuate presso il GodFather Studio di Napoli. L'album prodotto dai
The Trick e da Nicola Iuppariello su etichetta Afrakà gode della partecipazione
di Lino Vairetti, storico frontman della celeberrima band partenopea degli
Osanna, voce e coautore del testo in "Non Capire", unico brano in
italiano degli otto dell'album. L'uscita del CD precede quella dell'album in
vinile colorato realizzato in tiratura limitata e numerata di sole 100 copie
con il poster dell'artwork realizzato dall'artista Nicholas Mottola Jacobsen.
Il sogno rock s’infrange nel 2013. Dei cinque componenti originari, l’unico che
suona in una band di successo è Francesco Marra dei “Ligantropi”.
The Trick al Rockalvi Festival di settembre 2010
"Il rock spontaneo
di Napoli": abbiamo rispolverato un'intervista ai The Trick di alcuni anni fa, quando il gruppo andava per la maggiore
Per trovare una giovane band che suoni
ancora del rock valvolare sincero e spontaneo non bisogna andare molto lontano.
Nella profonda provincia di Napoli Nord ci sono cinque ragazzi che, nonostante
le difficoltà del territorio, credono ancora che il rock sia un’espressione
musicale per elevarsi culturalmente e socialmente. Stiamo parlando dei Trick,
una band battezzata sul palco del Rockalvi Festival e che, passo dopo passo, è
riuscita a vincere diversi contest italiani e a realizzare un interessante
primo disco autoprodotto con la partecipazione di Lino Vairetti degli
Osanna. Questa era una strada perduta che doveva essere battuta da noi di
LostHighways.
Il vostro disco d’esordio ha sonorità
totalmente immerse in atmosfere del passato, siamo in zona anni ’70-’90. A chi
vi direbbe che il vostro rock è “datato” cosa gli rispondereste?
Ad essi risponderemmo che è indubbia la
nostra passione per un preciso periodo del rock, ma allo stesso tempo sottolineeremo
che la presenza nel nostro lavoro di certe sonorità è stata totalmente
spontanea, assolutamente indipendente da una volontà preconfezionata.
Ishmael è tra i brani
del disco che preferisco di più, perchè è quello più vario. Come è nato?
Ishmael nasce nel
periodo delle rivoluzioni di primavera che hanno interessato l’area del
Magrheb. Vista l’assonanza tra la linea vocale del brano e sonorità arabe, e
vista la vicinanza che proviamo per tutti coloro che combattano per la difesa o
il riconoscimento di libertà fondamentali, abbiamo deciso di basare il testo su
quegli avvenimenti.
Come è nata la collaborazione con Lino
Vairetti degli Osanna?
Tutto nasce grazie a Nicola Luppariello
che è co-produttore del nostro album. È stato lui a far conoscere il
nostro progetto a Lino, che ha apprezzato il nostro modo di fare musica. Così è
nata la sua preziosa collaborazione al brano Non
capire, tra l’altro l’unico in italiano presente nell’album.
Se doveste definire in poche parole il
vostro sound?
Non riusciamo a trovare etichette o
classificazioni alla nostra musica. La nostra unica fonte è la nostra passione,
la voglia di fare qualcosa che sia veramente nostro. Per questo non potremmo
giurare fedeltà a nessun genere, saremo sempre figli del nostro istinto e del
nostro piacere.
Avete partecipato a molti rock contest e
li avete quasi vinti tutti…. Come sono state queste esperienze e quanto sono
importanti questi eventi per band come voi che hanno pochi mezzi per prodursi e
promuoversi?
Oramai per le band emergenti i contest
sono qualcosa di vitale, riescono a stimolarle e ad accrescere la loro
autostima. Purtroppo la realtà napoletana è questa, sono sempre meno i locali o
le manifestazioni che investono sulla musica emergente e tutto ciò va a
discapito della cultura della nostra “metropoli”. Quanto meno è vivo il
sottobosco musicale tanto è più povera la cultura di una città.
Avete intenzione di esportare il
vostro rock fuori dall’Italia? Penso che ci sarebbero molti estimatori in paesi
europei come la Svezia e la Germania…
È qualcosa che ci ha sempre affascinati!
A nostro favore abbiamo il fatto che la quasi integrità dei nostri brani è in
inglese.
La band è costituita da ragazzi di Napoli
e dintorni. Quanto è difficile trovare
spazi per la musica (da salette prove a
live bar per esibirsi) in Campania?
Come detto in precedenza, la deriva
culturale della nostra città ha portato ad una continua riduzione delle
possibilità di fare musica. Per questo vogliamo citare uno dei pochissimi spazi
che ancora ha la forza di puntare sulla scena emergente, il Rockalvi Festival.
Grazie alla cocciutaggine di Peppe
Guarino, deus ex machina della manifestazione e che per primo ha creduto
nelle nostre potenzialità, una piccola
realtà come Calvizzano può
ancora godere di un Festival di livello assoluto.
Quali sono le band che vi hanno
maggiormente ispirato nel vostro suono?
In generale abbiamo una grande
predilezione per il periodo aureo del progressive rock (Genesis, King Crimson,
Yes , PFM, Osanna, etc) e per i grandi gruppi rock (Beatles, Led Zeppelin, Pink
Floyd, Queen). Venendo ai giorni nostri, non possiamo non evidenziare la grande
stima che nutriamo nei confronti della torrenziale creatività dei Radiohead ed
uno slancio sincero verso il post-rock e l’alternative rock anche nostrano.
Avete in mente di realizzare un secondo
disco con le stesso sound?
Vista la nostra eterogeneità di gusti e di formazione e il nostro approccio creativo, libero da qualsiasi preconcezione, non sappiamo di preciso su quali orizzonti sonori ci affacceremo. Con certezza possiamo solo affermare che rispetteremo solo la nostra passione, il nostro istinto!
Vista la nostra eterogeneità di gusti e di formazione e il nostro approccio creativo, libero da qualsiasi preconcezione, non sappiamo di preciso su quali orizzonti sonori ci affacceremo. Con certezza possiamo solo affermare che rispetteremo solo la nostra passione, il nostro istinto!
Vladimiro
Vacca