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Da sinistra: Stefania Fanelli, Luigi Cecere (entrambi di Sinistra Italiana) e Susanna Frantina (Rete Commons) durante un sopralluogo al Centro raccolta il giorno di apertura al pubblico |
Dopo un iter burocratico durato circa
nove anni, finalmente ha aperto i battenti l’isola ecologica. L’opera è stata realizzata su un’area (ubicata
in località La Volpe, alla fine di Corso Mediterraneo ai confini con
Calvizzano) confiscata alla camorra e consegnata al Comune di Marano il 24
giugno 2009. Tale zona, nel vigente Piano regolatore, era destinata a verde
attrezzato per cui si rese necessario modificarne l’uso in Centro di raccolta,
operazione che fu fatta a febbraio 2010, durante l’amministrazione Perrotta. Poi
restò tutto fermo per circa tre anni, in quanto non si riusciva a sbloccare il
finanziamento regionale. A dare impulso all’iter procedurale, ci pensò il
commissario straordinario Gabriella Tramonti: durante la sua
gestione, a maggio 2013, fu approvato il progetto preliminare, redatto dal
tecnico comunale ing.Davide Ferriello e, dopo sette mesi, durante
l’amministrazione Liccardo, fu anche approvato il progetto definitivo. Poco
dopo, il 27 dicembre 2013, venne bandita la gara d’appalto, mentre i lavori
vennero aggiudicati ad aprile 2014 alla Edil Sar arl con sede
a Quarto per 115mila076 euro per aver presentato un ribasso
del 40,678% sull’importo a base d’asta. Ad agosto 2014 venne redatto il
progetto esecutivo, mentre il contratto con la ditta fu stipulato il 29 luglio
2014. Alla Edil Sar vennero affidati anche i lavori complementari (non previsti
nella gara d’appalto) di rifacimento dell’area antistante l’isola ecologica,
per un importo di49mila587 euro. Alla fine, tra lavori, spese tecniche,
spese per allacci, pubblicazione gara, eccetera, sono stati spesi circa 250mila
euro. L’apertura dell’isola ecologica comporterà degli innegabili vantaggi
alla città, poiché si potrà recuperare una maggiore percentuale di rifiuti,
coinvolgendo di più e direttamente i cittadini.