“Il decreto di scioglimento ha certificato il fallimento di una intera generazione politica. Ripartire coinvolgendo i giovani”
Dall’avvocato
Franco Sabatino (già amministratore comunale) riceviamo e volentieri
pubblichiamo
Egregio
Direttore,
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro
degli Interni ha decretato lo scioglimento del Consiglio Comunale di
Calvizzano, per infiltrazioni camorristiche.
Non sfugge alla Sua attenzione, la gravità del
provvedimento.
Calvizzano, nella sua storia, non ha mai subito un
provvedimento politico-amministrativo, così umiliante. E’ stata scritta una
brutta pagina.
Il 30 settembre 1971, fu avanzata una formale proposta
di revoca dell’allora Sindaco Revenaz, la quale, però, non ebbe seguito “per
insussistenza dei motivi addotti”. Così decretò l’Autorità adita.
Quantunque l’irrilevanza della fattispecie, si
verificò una mobilitazione generale.
I cittadini, con appartenenza e non, divennero
partecipi e protagonisti di quei giorni convulsi. Si pretendeva la verità.
Pubblica, che avvenne. Era in discussione la dignità morale e politica di
Calvizzano e della sua classe amministrativa.
Il sintetico richiamo a quel periodo ha una rilevanza
storica, politica e sociale importante. Oggi, come allora, è in discussione il
prestigio e l’identità di un intero Paese.
Bisogna recuperare e ricreare la stessa coscienza
critica di quegli anni, capace di controllare e gestire gli eventi difficili.
L’attuale classe politica, nel rispetto dei principi
democratici che intercorrono tra eletto ed elettore, ha il dovere di dare
risposte chiare e puntuali su quanto accaduto.
Alla cittadinanza non interessa leggere le motivazioni
portate nel decreto di scioglimento del Consiglio. Né tantomeno ritiene che
possa assumere pregio politico un ipotetico ricorso (se sarà proposto), perché atto
di mero rilievo amministrativo.
Il decreto di scioglimento ha certificato il fallimento
di una intera generazione politica. E’ inutile nasconderlo. I fatti contestati,
se non smentiti da future indagini, sono di plastica evidenza. E’ stato vissuto
un periodo oscuro. Molte ombre hanno avuto libero accesso nelle stanze del
potere.
Spetta ai soggetti destinatari del provvedimento
provare di aver gestito la cosa pubblica nel rispetto delle norme di diritto, e
non solo. Se dovessero emergere circostanze e comportamenti di rilievo penale, allora
la cittadinanza avrà il diritto di promuovere una rivisitazione dell’intera
vicenda, perché nessuno possa dire: ”io
non c’ero!”.
I cittadini hanno il diritto di conoscere la verità
dei fatti contestati.
Noi speriamo che
questo processo amministrativo si risolvi in tempi brevi e dignitosamente
per tutti.
Il popolo perdona ma non giustifica. Ecco perché è da
evitare il ricorso allo scandaloso quanto subdolo scarico di responsabilità su
chi non può più rispondere, né difendersi.
Sarebbe una seconda sconfitta, atteso che la gestione
della cosa pubblica è istituto collegiale ed i provvedimenti vengono approvati
o respinti con il voto di ogni singolo consigliere comunale.
La nostra comunità non merita di essere ulteriormente
umiliata.
Signor Direttore, tutte le libere coscienze devono
uscire dal silenzio “assordante”, che ha indirettamente contribuito al degrado
della politica Calvizzanese.
Ciò posto, mi pregio chiederLe di promuovere e
moderare un pubblico dibatto, avente ad oggetto: “presente e futuro di
Calvizzano”. Quanto accaduto non può e non deve passare sotto silenzio,
nell’indifferenza generale.
Il ricorso alle solite giustificazioni liturgiche, non
trova più ingresso nella moderna dialettica politica. Il “domani” esige una
analisi più approfondita. E’ indispensabile coinvolgere tutti i settori della
società civile. Soggetti che mettono a disposizione competenza,
specializzazione, meritocrazia, cultura. E’ su questi temi che si gioca il
futuro di una collettività, con particolare riferimento al futuro dei giovani.
Diversamente, saremo perdenti perché non competitivi. Il mercato del lavoro è
cambiato. Ha bisogno di creatività, di conoscenza. Coinvolgiamo, Direttore, i
giovani a progettare il loro domani. Diamo loro fiducia. Stimoliamoli allo
studio di altre realtà. Non bisogna temere il confronto. Il “recinto” culturale
è stato la negatività del progresso. Purtroppo, bisogna registrare con rammarico,
che la politica locale non ha creato grandi spazi. Si è chiusa in se stessa, in
un sistema autoreferenziale. Autolegittimandosi quale depositaria della verità.
La sua.
Grazie per l’ospitalità, cordialmente
Franco Sabatino
(già amministratore comunale)
Avv. Franco Sabatino
e-mail: fransabatino@libero.it
Egregio avvocato Franco Sabatino, condivido quasi in
toto quanto da lei scritto, ma mi preme sottolineare un passaggio della sua
missiva che ritengo fondamentale: “Il
popolo perdona ma non giustifica. Ecco perché è da evitare il ricorso allo
scandaloso quanto subdolo scarico di responsabilità su chi non può più
rispondere, né difendersi…”.
Infatti, non bisogna commettere quest’errore: tutti
coloro che hanno rappresentato il popolo nella massima assise cittadina, chi in
misura maggiore, chi in misura minore, hanno le loro colpe e devono assumersi
le proprie responsabilità di questo fallimento. In questi cinque anni di
consiliatura solo noi di calvizzanoweb, purtroppo, abbiamo parlato, in tanti
hanno taciuto di fronte alle molte “ombre, come lei asserisce, che hanno avuto
libero accesso nelle stanze del potere”.
Lei mi chiede di promuovere e moderare un pubblico
dibattito e suggerisce anche il titolo, a mio avviso calzante a pennello: “Presente e futuro di Calvizzano”,
affinché non passi sotto silenzio e nell’indifferenza generale quanto accaduto.
Accetto volentieri la proposta, ma colgo l’occasione per ricordarLe che sul
nostro portale il dibattito è quotidiano, anche se su questi argomenti c’è poca
partecipazione, segno che buona parte del popolo calvizzanese deve ancora
svegliarsi dal torpore che li rende immobili da anni. Forse ai tempi di Revenaz
sindaco, quando lei rivestiva la carica di amministratore, il senso di appartenenza
alla cosa pubblica era più spiccato?
E’ indispensabile, come lei conclude, coinvolgere
tutti i settori della società civile, in particolare i giovani: soggetti che
mettano a disposizione competenza, specializzazione, meritocrazia e cultura,
perché su questi temi si gioca il futuro di una collettività. Lei ci invita a
nozze, poiché su questi temi, in particolare quello della cultura, abbiamo
costruito la nostra storia e sono diventati parte integrante della nostra
mission, tant’è che, proprio recentemente, dal nostro portale abbiamo lanciato
l’idea di una scuola di formazione politica, un laboratorio sociale aperto ai
giovani per dar loro uno spazio civico di condivisione e progettazione
collettiva. Noi, come Lei, vogliamo costruire una Calvizzano migliore.
Mimmo Rosiello