Calvizzano: le cappelle presenti nella chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie: prontuario elaborato dal gruppo di ricerca parrocchiale




Lungo la navata centrale della Chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie a Calvizzano sono presenti tre cappelle a sinistra ed altrettante a destra: tutte hanno subìto, nel tempo, tante di quelle trasformazioni che apparirebbero irriconoscibili a coloro che, nel lontano passato, venivano a pregare in essa.
Cerchiamo, innanzitutto, di identificarle, entrando dalla porta centrale della Chiesa, prima di tracciarne qualche notizia storica, giuntaci dalle fonti remote.
Le cappelle sul lato sinistro della navata centrale erano originariamente così intitolate:
1.    Cappella di San Francesco di Paola
2.    Cappella del Crocifisso
3.    Cappella della Madonna del Santissimo Rosario
Le cappelle sul lato destro della navata centrale erano originariamente così intitolate:
1.    Cappella di San Filippo Neri
2.    Cappella di San Gennaro
3.    Cappella di Maria Annunziata  
Dopo aver precisato che, prima ancora che la nostra Chiesa parrocchiale cominciasse ad essere costruita e poi trasformata, così da renderla quale essa è ai nostri occhi di credenti che vivono all’inizio del Terzo Millennio, l’edificio era molto più piccolo e ridotto: in pratica, semplicemente, era limitato a quella che oggi è la Cappella che ospita il quadro di Gesù Misericordioso. Lì c’era la primitiva cappella dedicata a Maria col titolo di “Annunziata”.
Quando, a metà del XVI secolo, a seguito della Santa Visita pastorale del Vescovo di Napoli Cardinale Francesco Carafa, svoltasi il 16/17 agosto 1542, fu evidente che l’antica sede parrocchiale di San Giacomo, che sorgeva, come da antica abitudine, in periferia, lungo la strada che collegava il paese con Marano e Mugnano, e nota ancora oggi come “Via di Santo Jacolo” o “Santo Jacono”, cioè “San Giacomo”, non offriva più condizioni di sicurezza per lo svolgimento del culto, per cui occorreva trasferire il titolo parrocchiale in un’altra sede, maggiormente affidabile. Il Presule, allora, visitò una Chiesetta, più centrale, rispetto al centro abitato, più sicura staticamente ed in grado di garantire l’inviolabilità delle Sacre Specie. La visita consentì di verificare che questo Tempietto, dedicato a Maria, onorata col titolo di Annunziata, offriva le condizioni ottimali per un futuro spostamento, una volta effettuati i necessari lavori di ampliamento. Cominciò, così, una plurisecolare azione di ingrandimento, abbellimento ed arricchimento della Chiesa-madre, con lavori che sarebbero durati parecchi decenni e completati del tutto solo tre secoli e mezzo dopo, nella seconda metà dell’Ottocento.
In ogni caso, completata essenzialmente la parte strutturale dell’edificio religioso, qualche anno prima della fine del 1500, precisamente nel 1596, furono abbattute le mura che delimitavano gli archi della navata centrale e si costruirono, una dopo l’altra, cinque cappelle, così che, con quella originaria lì posta, il numero reale divenne di sei cappelle laterali, rispetto alla navata centrale.
A sorgere per prima fu la Cappella dedicata alla Vergine del Santissimo Rosario, fatta erigere nel 1605 da Giovanni Calzone, che, oltre ad altre donazioni, stabilì che la Chiesa di Santa Maria delle Grazie potesse contare su un appannaggio di 500 ducati, somma considerevole all’epoca, da usare per la celebrazione di tre Messe a settimana, su un altare, una “Cona”, del SS. Rosario, a suffragio dell’anima della moglie, Grazia Marfella. Tale cappella era posta di fronte a quella, ancora più antica, dedicata all’Annunziata.
Risale al 1656 la Cappella intitolata a San Nicola di Bari, che custodiva un’immagine pittorica del Santo. Essa nacque perché un fedele locale, Marcello Maggio, lasciò per testamento un beneficio destinato alla celebrazione di una Santa Messa a settimana. Ottenne, perciò, la facoltà di erigere per sé una sepoltura, sotto il pavimento della Chiesa, e una Cappella, accanto a quella della famiglia Cavallo.  
Si andò, così, lentamente, delineando il volto della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, quale risulta, splendida ed ammirabile, oltre che venerabile, ai nostri occhi.
Vari sono gli eventi che possiamo considerare decisivi per la configurazione della nostra Chiesa quale appare attualmente: in primo luogo, le Sante Visite effettuate da vari Vescovi di Napoli, a partire da quella di Francesco Caracciolo del 1542, che consentirono il trasloco della sede parrocchiale dalla periferia al Centro reale e storico del Paese; in secondo luogo, e, probabilmente, se non soprattutto, il rovinoso incendio che, scoppiato alla vigilia di Natale del 1696, ridusse in cenere l’oratorio annesso alla primitiva Chiesa/Cappella originaria ed accelerò, quindi, se non addirittura, costrinse gli aderenti alla primitiva Confratanza che si richiamava a “Santa Maria delle Grazie”, poi denominata “Congrega dell’Assunta”, a costruire una nuova Chiesa, del tutto separata da quella iniziale, corrispondente all’attuale “Congrega”, in via di profonda ristrutturazione, per una futura riapertura.  
Volendo sintetizzare in modo estremo le vicende che hanno coinvolto le singole sei Cappelle laterali, poste lungo la navata centrale della nostra Chiesa Parrocchiale, possiamo proporre gli schemi qui di seguito elaborati, arricchiti di quante più notizie storiche e tradizionali disponibili[1]:


Cappelle poste sul lato sinistro, entrando nella Chiesa attuale:
Prima cappella:
Titolazione attuale
Titolazione intermedia
Titolazione originaria
Maria Santissima del Santo Rosario di Pompei.
San Francesco di Paola.
Quadro su tela che rappresenta il Santo che, accompagnato da un confratello, cammina sulle acque per andare ad evangelizzare, spostandosi sul mantello, divenuto quasi un battello. Le prime notizie sulla costruzione della Cappella partono dal 1741.
San Nicola di Bari.
Notizie dal 1656 fino alla prima metà del XVIII secolo.
Nelle due nicchie laterali:
A destra: Sant’Anna, con la Madonna Bambina. L’immagine della Santa è quella originale, mentre quella della Madonna è solo una tarda sostituzione novecentesca della statua primitiva trafugata dai ladri.
A sinistra: Sant’Aspreno, primo vescovo di Napoli, trasferita qui dalla Chiesetta rurale di San Pietro, nella seconda metà del Novecento.


Cappelle poste sul lato sinistro, entrando nella Chiesa attuale:
Seconda cappella:
Titolazione attuale
Titolazione intermedia
Titolazione originaria
Sacro Cuore di Gesù.
La bella ed espressiva statua fu posta in sede nel 1906, allestita da un artista napoletano celebre agli inizi del ‘900, Cerrone, sotto la guida e la scelta delle sfumature cromatiche del pittore Vincenzo Irolli, attivo in quegli stessi anni. La statua del Cuore di Gesù fu donata dal Parroco dell’epoca Carandante e fatta sistemare nella nicchia attuale.
Santa Lucia.
Il quadro, su tela sagomata, che rappresenta la Santa siracusana, fu posto in questa cappella poco dopo il 1700.
(Le prime notizie sulla costruzione della Cappella partono dal 1700).
[La tela fu in seguito spostata nella prima cappella a destra entrando, dov’è attualmente, sebbene non sia più quella   originale, trafugata dai ladri. Le indagini dei Carabinieri consentirono il ritrovamento del dipinto antico, che era stato ridotto in pezzi e in dimensioni minori, quindi, non più utilizzabile nella cornice sagomata, benché sottoposta a restauro. La tela attuale fu dipinta dal Maresciallo dell’Aeronautica Militare Antonio Galiero, nel rispetto dell’immagine originale, ricavata da una foto messa a disposizione da un fedele della Santa rappresentata].
Santa Maria del Principio.
(Dal 1618 al 1684).

Cappella del Crocifisso.
Dal 1684, con il mantenimento del quadro mariano.


Nelle due aree laterali:
A destra: Quadro devozionale del Volto Santo di Gesù, posto nella seconda metà del ‘900 originariamente accanto alla porta laterale di destra, poi spostato dov’è attualmente.
A sinistra: Santa Giulia Salzano, fondatrice dell’Ordine delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù, che è andata a sostituire la stessa immagine di quando Ella era ancora Beata e non ancora canonizzata.



Cappelle poste sul lato sinistro, entrando nella Chiesa attuale:
Terza cappella:
Titolazione attuale
Titolazione intermedia
Titolazione originaria
San Giacomo Apostolo Maggiore, Patrono del Paese e titolare della Parrocchia, fin dal X secolo.

Maria Santissima del Santo Rosario.
Dal 1605 rappresentata su una tela, poi, dal 1684, in una elegante statua, oggi spostata nella prima cappella a destra – lato destro – della Chiesa.
Sotto l’altare, un’immagine di Cristo Morto, deposto dalla Croce, un tempo utilizzata per la processione del Venerdì Santo, per consentire l’incontro commovente con la (statua della) Madonna Addolorata, all’altezza dell’incrocio fra la Via Mirabelli e Via Ritiro.
A destra una bella statua in misure ridotte di Maria Addolorata, ricoperta di un vestito nero, con un fazzoletto antico fra le mani, per asciugare le lacrime.
A sinistra: porta d’accesso per il pulpito di marmo, posto lì accanto.

In una nicchia a destra: statua di San Clemente papa, impreziosita di una venerata reliquia: parte del braccio del Santo, proveniente dal Cimitero romano di San Ciriaco e qui presente, perché dono del padre Casimiro delle Scuole Pie ai suoi concittadini, il 13 gennaio 1706. Questa immagine fu rimossa dalla Chiesa parrocchiale e trasferita in quella periferica locale di San Pietro.

Cappelle poste su lato destro, entrando nella Chiesa attuale:
Prima cappella:
Titolazione attuale
Titolazione intermedia
Titolazione originaria
Santa Lucia.
San Filippo Neri, dal 1741.
Anime del Purgatorio, dal 1684.
Nella nicchia di destra: Madonna del Rosario, qui trasferita da altra parte della Chiesa.
Nella nicchia di sinistra: Sant’Antonio Abate ovvero Sant’Antonio del Deserto.




Cappelle poste sul lato destro, entrando nella Chiesa attuale:
Seconda cappella:
Titolazione attuale
Titolazione intermedia
Titolazione originaria
San Francesco di Paola rappresentato in una tela in stile barocco, mentre cammina sulle acque per andare ad evangelizzare.
Maria Assunta in Cielo.
La Cappella in origine fu destinata a sede delle riunioni della Confratanza di Santa Maria delle Grazie, trasformata, in seguito, a partire dal 1684, in Congrega dell’Assunta. Le riunioni si tennero qui, all’incirca, fino agli inizi del XVIII secolo (certamente prima del 1740).
Dal 1741: San Gennaro, patrono di Napoli e della Diocesi, qui rappresentato in una tela sagomata, riproducente il Suo martirio del 305, alle falde della Solfatara di Pozzuoli. Questa tela, come altri oggetti, opere d’arte e manufatti antichi sono stati oggetto di numerosi furti, ripetuti nel tempo.
Cappella del Crocifisso, eretta sicuramente prima del 1623 dalla Confratanza dei Fratelli della Dottrina Cristiana, per tenere le sue riunioni.
A sinistra: Statua di San Gennaro (sul modello di quella venerata nel Duomo di Napoli, con relativo volto aureo. Tale simulacro fu donato da monsignor Galante alla Chiesa parrocchiale di Calvizzano, nel 1919).
A destra: Immagine su tela di tela di San Giuseppe Moscati, in luogo di un piccolo busto dello stesso Santo donato dalla Famiglia Morra, sempre di Calvizzano). Da ricordare che il Santo Medico napoletano veniva spesso nella nostra Chiesa Parrocchiale, quando era ospite dalla Famiglia del Dottor Gaetano Morra e del fratello Avvocato Mario, dei quali era padrino di Cresima e, (secondo l’attendibile testimonianza orale del quasi coetaneo Professor Galiero) pare fosse solito inginocchiarsi nei primi banchi a sinistra, guardando il Tabernacolo del Santissimo Sacramento, da dove partecipava alla Santa Messa, per accostarsi all’Eucaristia.











Cappelle poste sul lato destro, entrando nella Chiesa attuale:
Terza cappella:
Titolazione attuale
Titolazione intermedia
Titolazione originaria
Cappella della Divina Misericordia ovvero di Gesù Misericordioso, dov’è presente una tela di un artista a noi contemporaneo che riproduce l’icona classica del Cristo in piedi, con la destra benedicente e la sinistra sul cuore, dal quale scaturiscono fasci di luce rossa, celeste e bianca.
Sull’altare sottoposto, ai due estremi, sono appoggiate le icone di San Giovanni Paolo II (a sinistra) e di Santa Faustina (a destra), a memoria perenne del ruolo da loro svolto per la diffusione della speciale devozione riservata a Gesù – Divina Misericordia.
La Cappella dell’Annunciazione ebbe, per qualche tempo, la funzione di ospitare la commovente immagine di Gesù Crocifisso attualmente posto sull’Altare Maggiore della Chiesa, pur senza perdere l’antico ricordo dell’episodio lucano dell’Annuncio recato a Maria da parte  dell’Arcangelo Gabriele: infatti, dopo il furto e la sottrazione della scena dipinta sulla tela sei/settecentesca sagomata e posta sull’altare, una stampa su carta, riproducente un quadro devozionale, con la stessa immagine, fu posto in questa cappella, sul lato destro.
È questa la parte dell’edificio più antica, da cui l’attuale Chiesa prese origine. Era, in effetti, il nucleo essenziale della Chiesa dedicata a Santa Maria Annunziata, visitata dal Vescovo Francesco Carafa nell’estate del 1542, che per primo segnalò la necessità di trovare una sede più sicura e dignitosa per la Parrocchia San Giacomo, relegata, fino ad allora, in una Chiesetta periferica e ormai non più in condizioni accettabili a svolgere il suo antico ruolo. “A perpetuare il ricordo dell’abbattimento della vecchia chiesa dell’Annunziata, ai piedi del quadro [scomparso, perché rubato da ignoti ladri alcuni decenni fa: nota del redattore] era scritto: Ciò che l’Università di Calvizzano promise per iscritto per ottenere un suo scopo, questo impegno adempì nell’anno della salute 1591” (Così nel testo del 1931 del Professor Don Raffaele Galiero).
Nella stessa Cappella, trovano posto: in una nicchia sulla sinistra, un’antica statua di Maria Santissima delle Grazie, pare qui trasferita da tempo immemorabile dalla Congrega dell’Assunta, dopo che tale Chiesa prese questo titolo definitivo, riunendo così nella Chiesa-madre all’immagine dipinta dal Vaccaro sull’Altare maggiore un’icona adatta per le processioni esterne, con la Vergine rappresentata plasticamente. Originale è la rappresentazione della Madonna, mentre il Bambino ch’Ella reca sul braccio sinistro è una semplice e tardiva sostituzione di quello storico, che fu rubato da ignoti negli ultimi anni del Novecento: per farlo, i ladri dovettero letteralmente tagliare il braccio e la mano della Madre, essendo l’icona del Figlio stata saldamente appoggiata sul braccio materno, dall’autore della statua. Il Parroco dell’epoca, Don Peppino Cerullo fece adattare un Bambino che stesse in luogo dell’originale, ma, all’occhio di un osservatore attento, non può sfuggire che l’atteggiamento del Piccolo mal si concilia con quello della Madre.
Da quando fu realizzata, pochi anni or sono, da un artista a noi contemporaneo la bella immagine su tela della Annunciazione, posta sul pilone sorreggente la cupola, la prima a sinistra, speculare a quella, antica, dell’Arcangelo Michele che lotta contro il perpetuo Avversario, fu posta su questa parete della Cappella una immagine della suora francescana Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, alla quale è riservato una devozione assai viva da parte del popolo napoletano, culto molto diffuso anche fra gli attuali Calvizzanesi. Forse non molti nostri concittadini sono a conoscenza della circostanza che, fino ai primi anni del Novecento, nel nostro Paese, c’era un piccolo convento che ospitava tale Ordine femminile, nei pressi dell’attuale Palazzo Fiorillo, e che numerose giovani locali erano ospiti e/o frequentavano le suore anche per imparare quelle che all’epoca erano classificate come “attività donnesche” e di giovani donne destinate a diventare future “addette alla casa”.   


Equipe di ricerca: prof. Luigi Trinchillo, don Ciro (parroco chiesa Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come San Giacomo), Maria Luisa Sabatino (architetto), Lina Feola (impiegata)   



[1] Una fonte ricchissima di puntuali notizie storiche è l’opera secentesca manoscritta “Platea et patrimonium bonorum istabilium venerabilis ecclesie S.te Marie Gratiarum Casalis Carvizzani, Neapolitane pertinenzie” del primo notaio nato a Calvizzano, cioè Marco Antonio Sirleto.

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