Calvizzano, continua il nostro excursus sullo spreco di denaro pubblico: nel 2015 vennero impegnati oltre 100mila euro per il “Villaggio di Dio”



Premessa. Nulla contro questa bella manifestazione aggregante per i giovani che deve continuare a svolgersi, ma non più a queste cifre. Per lo svolgimento della seconda edizione dell’oratorio estivo “Villaggio di Dio” (denominato “Aggiungi un posto a Tavola”), il Comune, nel 2015, impegnò una somma di oltre 100mila euro, di cui 85mila euro tra spese di allestimento, manifestazioni, contributo alla Parrocchia, eccetera, più il 22 per cento di iva.
Ecco nel dettaglio il Piano finanziario. Allestimento area per lo svolgimento di tutte le attività con tappetini, ombrelloni, erba sintetica e area laboratori: 10mila euro; Scivoli gonfiabili: 2mila euro; service spettacoli: 1.500 euro; Serate spettacoli: 9mila euro; scenografie serigrafate: 5mila euro; palco animazione per un mese con mille sedie, fornitura sabbia per campi di beach volley, soccer e basket: 9.500 euro; assicurazione obbligatoria minori:4mila euro; montaggio piscine, riempimento, sistemazione bagni pubblici, impianti fontanine: 2.500 euro; somministrazione spuntini: 10mila euro; sorveglianza notturna villaggio: 5mila euro; impianti elettrici: 2.200 euro; generatori di corrente per tre serate: 1.500 euro; potatura alberi: 1000 euro; asfalto zona “Art Attack”: 900 euro; pittura: 1.500 euro; protezione civile: 1000 euro; rete metallica campetti play ground: 1000 euro; tipografia 1.900 euro; materiale ludico: 7mila euro; contributo alla parrocchia comprensivo anche dei tre giorni di colonia estiva:8.500 euro.   
Le nostre riflessioni fatte all’epoca. Premesso che l’oratorio estivo è un vanto per la nostra città, a Calvizzano, infatti, non era mai accaduto che venisse impiantato in un’area del paese un vero e proprio villaggio estivo, dando a più di 1.500 ragazzi (compresi gli animatori) la possibilità di trascorrere un mese all’insegna del divertimento, dello sport, della creatività, dei valori religiosi e della socializzazione. Considerata, senza ombra di dubbio, la positività dell’evento (forse unico in tutta Napoli e provincia di queste dimensioni), sorge spontanea la domanda: è giusto impegnare cifre così elevate, quando poi ci sono problemi prioritari che attendono da anni una soluzione? Il Comune, avendo un disavanzo di amministrazione di circa 10milioni di euro e che per ripianarlo bisogna fare trent’anni di sacrifici, in quanto vanno reperiti nelle pieghe del bilancio 300mila euro annui, può permettersi di impegnare oltre 100mila euro per favorire l’aggregazione?  


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