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Giorgio Zapparella accanto alla scrittrice Lella Di Marino |
Il nostro concittadino
e amico Giorgio Zapparella, con una sua bellissima e intensa lirica si afferma
al concorso di poesia “SIPoESia”, ideato e realizzato dal circolo culturale
Sipes in collaborazione con il periodico “Terra Mia”. Il compiacimento non è
certo inaspettato, perché sapevamo che Giorgio poteva darci delle belle
soddisfazioni. Egli ha da sempre una capacità intrinseca di narrazione, pur
restando nel solco della funzione poetica che non prevede un lessico da prosa,
ma intanto lui riesce benissimo a coniugare entrambi gli elementi. In questa
poesia, a differenza di altre come: “MADUNNELLA MIA” o“ADDO’ STAJE” e “ A LUCE
‘E DDIO”, che hanno una precisa connotazione territoriale e metafisica (il suo
paese, da lui amatissimo, diventa una sorta di località dell’anima da amare e
coltivare come se fosse un giardino dell’Eden nella sua immaginazione), compie un
viaggio esistenziale nel passato non cronologico ma concettuale: è alla ricerca
del bambino che creava il mondo davanti a uno specchio. Poi, la magia svanisce
come i sogni alla fine della notte e lui non vede più il supereroe con il quale
giocava. Qui, osservando l’Universo fisico dai vetri di una finestra (al
contrario dello specchio che rimandava un infinito mondo ideale) capisce che
tutto si è compiuto, il miracolo dell’infanzia e dell’innocenza ha avuto fine
per lasciare il posto alle cose concrete, alle cose “visibili”. Ma egli sa
ancora parlare al “Peter Pan” che abbiamo dentro e sapete perché? Perché lui un
po’ innocente e bambino lo è sempre stato. Giorgio sta lavorando anche a una
bella sorpresa letteraria che ci donerà nel prossimo futuro nel frattempo lo
ringraziamo di cuore e non è un vuoto esercizio formale il nostro perché chi dà
modo a Calvizzano di farsi conoscere da altri grazie alla cultura, lo rende più
libero e più bello, meno assoggettato alle brutture di un’esistenza senza cultura.
Enzo
Salatiello
Vendersi l’anima
Come un ladro nascosto dietro la tenda
guardo me stesso seduto sul niente
spesso ci si dimentica di noi.
Dov'é finito Peter Pan?
Dov'è finito il mio amico invisibile?
Dov'è finito quello specchio
dove incantato mi guardavo sognare?
Il vetro della finestra è uno schermo troppo piccolo per guardare un cielo infinito.
Le gocce di pioggia riempiono i pensieri
di un corpo ormai senz'anima.
Sono stordito da un silenzio mai sentito,
ma che sono diventato io ?
Il mio cuore respira a fatica
ha le tempie...
...e un fucile puntato contro.
guardo me stesso seduto sul niente
spesso ci si dimentica di noi.
Dov'é finito Peter Pan?
Dov'è finito il mio amico invisibile?
Dov'è finito quello specchio
dove incantato mi guardavo sognare?
Il vetro della finestra è uno schermo troppo piccolo per guardare un cielo infinito.
Le gocce di pioggia riempiono i pensieri
di un corpo ormai senz'anima.
Sono stordito da un silenzio mai sentito,
ma che sono diventato io ?
Il mio cuore respira a fatica
ha le tempie...
...e un fucile puntato contro.