Marano, Commissione straordinaria: se ne va Reppucci, arriva il prefetto Di Menna

Il prefetto Reppucci: alla sua sinistra Stefania Fanelli
Dal 1991, anno del primo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, a oggi si sono avvicendati 19 commissari straordinari. Fanelli: “a Reppucci devo dare atto che aveva avviato un percorso di democrazia partecipativa, aprendo sempre le porte del Comune”  

Il primo commissariamento avvenne a settembre 1991, quando era sindaco il democristiano Carlo Di Lanno: il ministro dell’Interno dell’epoca, Vincenzo Scotti, firmò il decreto di scioglimento per collusione con la camorra. Si insediò una triade commissariale: Roberto Amato, Ugo Del Matto, Giuseppe Canale.
Dopo appena tre settimane, Del Matto gettò la spugna, per motivi di salute; venne sostituito dall’ing. Enrico Della Gatta, il quale si dimise dopo circa nove mesi. Dopo un anno, si dimise pure Amato; per un clima decisamente arroventato, fu mandato a Marano l’ex questore, Franco Malvano, che fu affiancato dai due sub commissari Luigi Armogida e Paola Basilone (napoletana di 63 anni, oggi Prefetto di Roma); successivamente si sentì l’esigenza di un supervisore per l’ufficio tecnico: fu nominato l’ing. Enrico Piramide. Della prima triade, Canale fu l’unico commissario che riuscì a resistere e a onorare fino alla fine il suo mandato.
Si ritornò al voto nel 1993, con la vittoria di Mauro Bertini. Il secondo commissariamento fu decretato a marzo 1996 per bocciatura del bilancio di previsione: sette consiglieri (tra cui Perrotta e Claudio Eusebio) dell’allora Pds, all’epoca alleati di Bertini, votarono contro l’importante strumento contabile. Con decreto del Prefetto del 25 marzo, si insediarono un commissario, Giovanni Cirillo e due sub-commissari: Raffaella Moscarella e Gianfranco D’Angelo. La città ritornò al voto nell’autunno 1996: rivinse Bertini. Il terzo commissariamento avvenne a settembre 2004: il Comune fu sciolto per infiltrazioni camorristiche.
I tre commissari, Gaetano Piccolella, Maria Gabriella Pazzanese, Francesco Ricciardi, durarono appena tre mesi, poiché il Comune vinse il ricorso al Tar, e ritornò in sella Bertini. Il 18 aprile 2012, invece, si insediò il commissario straordinario, Gabriella Tramonti (attualmente prefetto a Rimini), in seguito alle dimissioni di Mario Cavallo, il quale gettò la spugna dopo circa un anno dal suo insediamento sulla poltrona di Primo cittadino. Tramonti, che si affiancò di un solo sub-commissario (il prefetto Raffaella Moscarella che ritornò in Marano dopo sedici anni), rimase a Marano fino all’insediamento di Angelo Liccardo che avvenne il 13 giugno 2013.  Il 26 maggio 2016 arrivò al Comune il commissario prefettizio Franca Fico, per sostituire il sindaco Angelo Liccardo, che rassegnò le dimissioni due settimane prima, dopo aver constatato la mancanza di una maggioranza in consiglio comunale. Poi 10 mesi fa arrivò un’altra triade commissariale (Antonio Reppucci, Franceso Greco, Ludovica De Caro) perché il Comune fu di nuovo sciolto per infiltrazioni malavitose. In questi giorni Reppucci ha gettato la spugna, rassegnando le dimissioni da Commissario straordinario: arriverà Francescopaolo Di Menna, ex prefetto di Campobasso e di Imperia. Di Menna, nato ad Agnone il 30 aprile 1950, vanta incarichi importanti presso il Ministero dell'Interno (fonte Alto Molise.net)
Sull’operato di Reppucci, abbiamo chiesto un parere alla battagliera Stefania Fanelli di Sinistra Italiana, la quale, in questi dieci mesi, si è confrontato con l’ex Commissario straordinario  su diverse problematiche: bonifica sito di trasferenza località Cupa dei cani, assegnazione  case popolari, violenza sulle donne, telecamere progetto Terra dei fuochi, raccolta rifiuti, isola ecologica.
Premesso che ogni commissariamento  è la sconfitta della democrazia e della politica  – afferma Fanelli – , a Reppucci devo dare atto che ha cercato di avviare un percorso di democrazia partecipativa, aprendo sempre le porte del Comune alle organizzazioni politiche, sociali e singoli cittadini. Molto di quello che si era prefisso di fare non è stato realizzato. In tanti, però, dimenticano la differenza tra politica e commissariamento: non essendo Reppucci un politico, molti organi sovracomunali non gli davano ascolto. L’ho potuto verificare personalmente sulla faccenda rifiuti e discarica abusiva”.           



Visualizzazioni della settimana