Calvizzano, piano urbanistico: non tutte le osservazioni hanno lo stesso peso (politico?)



Incredibile quanto accaduto ai signori Ricciardiello (Francesco, Santa, Luisa Vincenzo e Giuseppe), proprietari di alcuni appezzamenti  di terreno a ridosso delle due sponde calvizzanesi dell’Alveo Camaldoli (sia nei pressi di via Garibaldi che di via Mazzini). Al Comune dimenticano di inserire le loro osservazioni al Piano urbanistico (protocollate il primo agosto 2017)  nell’elenco delle altre osservazioni, valutate dalla giunta il primo settembre 2017. Fatta rilevare la disattenzione, le osservazioni, presentate da Francesco Ricciardiello (assistito dall’architetto Teresa Ricciardiello), vengono recuperate e inviate al progettista del Puc, professore Renato Cristiano, il quale, dopo averle esaminate, le respinge.
A questo punto nascono tanti interrogativi, ai quali i Ricciadiello, con giusta ragione, vorrebbero una risposta che, probabilmente, non arriverà mai.  Perché osservazioni simili sono state accolte, mentre le loro no? Forse per il timore di dare nell’occhio per uno sbaglio fatto da chi aveva il compito di inserirle nell’apposito elenco da inviare ai progettisti del Puc? Redigere una delibera a parte e accettare le osservazioni avrebbe potuto destare sospetti?
Non è corretto – afferma l’architetta Ricciardiello, esperta di urbanistica – il comportamento assunto  nei nostri confronti: abbiamo inoltrato in tempo le nostre osservazioni e nessuno le aveva valutate. Poi – aggiunge – sulla questione del passaggio in zona B (inserimento di alcune particelle in area di densificazione, Ndr),  il professore (Cristiano, capogruppo progettisti del puc Ndr) non si è proprio espresso, ponendo un difetto di risposta nella delibera”.

Approfondimento

Sponda sinistra Alveo Camaldoli (dall'incrocio semaforizzato via Garibaldi verso Villaricca)



Partiamo dalla prima osservazione rigettata, quella inerente i lotti 1095-1096-1097-1098-1099, facenti parte della zona destinata a parco urbano (vedi foto) ubicata a circa 200 metri da  via Garibaldi. Percorrendo la strada che costeggia l’Alveo Camaldoli (dall’incrocio semaforizzato verso Corso Italia, località Villaricca) i lotti in questione sono situati sulla sponda sinistra del Vallone. “In detta zona l’Amministrazione comunale – è scritto nell’osservazione – incentiva la collaborazione dei cittadini al fine di sviluppare l’attività di tutela e valorizzazione del verde pubblico …ma dalle foto (quelle allegate alle osservazioni, Ndr) è evidente che le aree agricole oggetto della presente perimetrazione con gli anni sono state eccessivamente sfruttate con la conseguente perdita di connotati di varietà e complessità che in passato vantavano. Il verde da tutelare e valorizzare è quasi assente. Peraltro come si evince dallo stralcio della zonizzazione si è proceduto a individuare zone immediatamente confinanti come B7/B9 (edificabili, Ndr) dividendo le aree senza alcuna motivazione specifica in quanto entrambe le aree da PTCP (Piano Territoriale Coordinamento Provinciale) ricadono in zona Aree Agricole Periurbane disciplinate dall’art. 48 delle Norme allegate al Piano Provinciale, privilegiando alcuni proprietari terrieri e non altri.  
Sulla base di tale sovrapposizione e per i motivi descritti si propone in prima istanza di inserire tali lotti (da 1095 a 1099) in zona B7/B9 area densificazione. In seconda istanza di portare l’area a zona E agricola semplice modificando l’art. 32: aumentando l’indice di fabbricabilità fondiaria in modo di dare la possibilità di creare strutture polifunzionali con finalità turistico ricreative ed agrituristiche, nonché strutture complementari  destinate allo sport e al fitness quali palestre piscine e simili….”
Dove starebbe la disparità di trattamento? Qualche area nelle immediate vicinanze a quella dei Ricciardiello in questo puc è  zona B di completamento, cioè edificabile. Nella proposta di piano urbanistico dell’ex sindaco Giuseppe Granata fu, invece, classificata come zona omogenea E1, cioè destinata  a “Parco agricolo”. All'epoca la cosa non convinse il proprietario di tale appezzamento, il quale, ritenendo tale destinazione “irrazionale, frutto di un ragionamento illogico e in contrasto con la norma”, in sede di osservazioni al puc, chiese che tale area venisse inserita in una zona B14  o C3 (in entrambi i casi edificabile) o quanto meno di destinare il suolo a servizi terziari, commerciali, per pubblici esercizi e ricettivi turistici (catalogazione G2). I tecnici redattori del Piano rigettarono l’osservazione che puntava all’edificabilità, ma proposero l’accoglimento di quella  relativa alla richiesta di destinazione a G2. Ma, nonostante ci fosse l’ok tecnico, se la memoria non ci inganna, tale proposta fu bocciata dai consiglieri di maggioranza, compreso l’ex sindaco Salatiello che all’epoca rivestiva il ruolo di presidente del Consiglio comunale (solo Luciano Borrelli pare uscì dall’aula consiliare). Cosa è cambiato in sei anni?

Seconda osservazione rigettata: riguarda le particelle 1090-1091-1092-1093-1094, ubicate sulla sponda destra (andando verso Villaricca) dell’Alveo Camaldoli.


Sponda destra Alveo Camaldoli (dall'incrocio semaforizzato via Garibaldi-direzione Villaricca)



Gli istanti propongono – come è scritto nell’osservazione – la modifica dell’articolo 39 della N.T. (Norme tecniche attuative) inserendo l’intervento diretto e abbassando la superficie minima a 2mila500 metri quadrati ma ai fini di una sicura realizzazione degli interventi, senza vincolare i proprietari terrieri, obbligandoli a trovare accordi con aree confinanti. Le lottizzazioni, infatti, sono esempi lampanti di immobilismo ma difficili da attuare.
L’articolo 39 modificato sarebbe il seguente: la zona deve caratterizzarsi quale aggregato di attrezzature produttive specializzate e di servizi qualitativamente elevati con valenza comprensoriale. Potrà ospitare attività private di servizio in un’ampia e integrata gamma di settori quali attrezzature per lo spettacolo e lo svago, commerciali sia di dettaglio specializzato che di grande distribuzione, studi professionali, istituti di credito, sale esposizione, pubblici esercizi e simili. Il piano si attua mediante Intervento diretto con una superficie non inferiore ai 2mila500 mq, applicando un indice di fabbricabilità territoriale pari a 1,8 metri cubi/ metri quadri e un rapporto di copertura di 0,50 mq/mq. Per le attività direzionali e commerciali, gli spazi di parcheggio pubblico dovranno essere conformi a quanto stabilito dal DM 1444/1968 e comunque nel rispetto per la parte commerciale Legge Regionale 1/2000.
La quantità  di spazi da riservare ad attrezzature pubbliche ricadenti nella zona di insediamento produttivo vanno individuate nelle aree di verde pubblico attrezzato, nei parcheggi pubblici e nelle sedi di servizi di interesse comune o anche attività integrative di servizio privato in concessione.                


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