Storie: Pacifico Di Consiglio, l’ebreo che stese a pugni i nazisti



Ci sono eroi comuni che attraversano la grande Storia, contribuiscono a scriverla, ma non entrano nei manuali, tutt’al più compaiono in qualche nota a margine. Rimangono solo nei racconti di chi li ha conosciuti e in una manciata di foto non incorniciate. Uno di questi è sicuramente Pacifico Di Consiglio, detto Moretto (era bello e spavaldo), un ebreo romano che abitava nel Ghetto di Roma: a 17 anni mise i guantoni, sferrò cazzotti e imparò a usare pistole e fucili per difendere la sua comunità. Sfidò i nemici, venne catturato ma riuscì a fuggire. Di quest’eroe Maurizio Molinari ne ricostruisce la storia nel libro “Duello nel ghetto”, scritto insieme allo storico Amedeo Osti Guerrazzi.

Tutto inizia, come riportato su “il Venerdì di Repubblica” in un articolo a firma di Raffaelle De Santis, in piazza Lovatelli, dove accanto alla sede rionale del Fascio c’è una palestra di pugilato. Qui un giorno si presenta Moretto, insieme all’amico Angelo Di Porto. E’ il 1938, ha appena perso il lavoro al magazzino di abbigliamento a causa delle leggi razziali. La sua famiglia è povera, è cresciuto senza padre e non può permettersi di non lavorare. In una sera di luglio 1943, Moretto passeggia  per via Arenula, dove i fascisti marciano in parata. Ha appena comprato un bel vestito che sfoggia con fierezza. “Ebreo perché non saluti?”, gli urla un fascista. “Perché non l’ho fatto mai e non lo faccio ora”. Parte un cazzotto, lui risponde mandando l’altro a tappeto. Oltre i pugni Moretto ha imparato a usare la pistola. Un giorno spara un colpo per impaurire alcuni fascisti seduti al ristorante. Poi si mette in salvo sui tetti. La sua vita diventa inseguimenti e fughe. Lo catturano, lo incarcerano, ma riesce sempre a scappare: una volta buttandosi dalla finestra della caserma di via Farnese, un’altra rovesciando una scrivania durante un interrogatorio. Trasferito a Regina Coeli (famoso carcere romano, Ndr) apre le celle dei prigionieri forzandole con un cucchiaio di  legno. Lo massacrano di botte, ma si rialza. Scamperà alla deportazione saltando da un camion, si unirà a combattere con gli alleati americani, scriverà altri capitoli della sua vita rocambolesca.      

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