Dio dopo Auschwitz



Sarebbe interessante che nel dibattito intervenisse anche il parroco don Ciro con la sua autorevole opinione

Il mio amico Franco Ruggiero, un po’ di giorni fa, mi pose un quesito, complice le cose da fare che mi si accavallano sempre, non me ne sono avveduto in tempo. Gli chiedo scusa. Dunque Hans Jonas,(Mönchengladbach, 10 maggio 1903 – New York, 5 febbraio 1993). Filosofo ebreo tedesco. Testimone della Shoah avvenuta durante l’ultima Guerra Mondiale, pur non essendovi capitato in prima persona in un campo di sterminio nazista. Egli ha formulato, dopo la nascita di Auschwitz, luogo di colossale, abnorme concentrazione del male che diventa Male, mai avvenuto, nella storia documentata dell’uomo, che assume in sé il carattere di UNICUM senza esempi, il punto di crisi del rapporto uomo-Dio. Jonas, dopo i fatti di Auschwitz, amputa il divino di una delle sue tre prerogative che la Teologia gli assegna: l’Onnipotenza. Dopo il massacro, Jonas, ebreo, non nega la sua esistenza ma lo priva di questa forma di potere assoluto: se Dio, non è stato in grado di assolvere la funzione salvatrice di fronte a tale mattanza, forse non è stata una libera scelta ma è dovuta alla sua manifesta incapacità a fronteggiare il male che gli uomini hanno messo in atto, a causa delle sue forze esigue. Oppure, Dio non ha in Sé il concetto di bontà. I due punti confliggono: se Dio è buono, ma non totalmente potente, di conseguenza non ha potuto, pur volendo, fermare il massacro. Se è onnipotente, non può essere buono, perché non ha voluto fermare la Shoah. Forse si esce da questo impiccio con la formulazione del concetto di “libero arbitrio” lasciato agli uomini come dono da parte di Dio. Egli, pur essendo potente e buono, non ha introdotto nel mondo la sua mano per fermare le uccisioni di massa in rispetto a questo principio. Gli uomini e solo essi, saranno responsabili delle azioni che hanno commesso. Tuttavia mi vengono in mente altri punti di vista, come quello di un altro gigante del XX secolo: Elie Wiesel(Sighetu Marmației, 30 settembre 1928 – New York, 2 luglio 2016). Egli afferma:“Dietro di me sentii il solito uomo domandare: Dov'è dunque Dio? E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca…”. Wiesel mette in atto un’ipotesi diversa da quella di Jonas: Dio patisce lui stesso l’estremo sacrificio della Shoah, scendendo dal Cielo e trovandosi intrappolato nel corpo di un bambino appeso a una forca, che rantola gli ultimi istanti della sua vita con la lingua gonfia e l’espressione tumefatta della morte imminente. Poi abbiamo una risposta di Primo Levi, scrittore e poeta, (Torino, 31 luglio 1919 – 11 aprile 1987). Egli a una domanda di un giornalista affermò: “Se esiste Auschwitz, non può esistere Dio e viceversa”. I due elementi, secondo Levi non possono coesistere, qui il grande scrittore torinese afferma, senza alterare la morfologia delle prerogative divine, che una cosa, esclude l’altra, i due concetti sono semplicemente antitetici. Levi ci lascia solo un segno della sua personale conclusione: l’esperienza nel campo ha minato per sempre la sua pur tenue fede in Dio. Egli, a differenza di Jonas e analogamente a Wiesel, conobbe il campo. Abbiamo un’altra formulazione della questione, attraverso l’ottica di Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955). Scienziato, filosofo, pacifista, anch’egli ebreo tedesco, padre della Teoria della Relatività. Egli tracciò un’idea di Dio che lo escludeva totalmente dalla responsabilità di Auschwitz. Partendo da un assunto (non suo) che Dio è il creatore del tutto e desumendo che nel tutto è compreso anche il male, di conseguenza, Dio è il creatore del male. Egli affermò che il freddo non esiste, ma è solo l’assenza del caldo. Così come l’oscurità non esiste, perché è solo il risultato dell’assenza di luce. Questi due elementi sono solo uno stato a certe condizioni delle cose.  Quindi il male, è l’assenza di Dio. In sintesi, dove non alberga l’amore per Dio, qualsiasi Esso sia, per Einstein, ebreo non osservante, (egli, coscienza critica poiché scienziato, Dio non era quello dei Testi Sacri ma un Ordine Intelligente che ha provveduto a fornire Leggi universali a tutto il creato). Se nel cuore degli uomini non c’è amore per Dio, arriva il male fuori controllo. Questi quattro straordinari personaggi che hanno arricchito il novecento, insieme con altri grandi uomini, hanno fornito risposte suggestive e affascinanti, diverse fra loro ma tutte ugualmente degne di considerazione. Mi piacerebbe coinvolgere i miei amici che mi sorreggono e mi arricchiscono (con i loro eventuali pareri discordi) Franco Ruggiero, che mi ha stimolato, Gennaro Gb Ricciardiello, Antonio Livigni, ma tanti altri ancora naturalmente.

Enzo Salatiello

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