Marano, consiliatura Perrotta: cinque anni di tribolazioni. Ma la trasformazione della Tenenza dei carabinieri in Compagnia è un grande risultato ottenuto da lui e dalla sua amministrazione



Salvatore Perrotta diventa sindaco a giugno 2006, dopo aver vinto le elezioni con il 64% che ammonta a 20mila229 voti. La sua coalizione composta da ben 9 liste, si aggiudica 22 seggi (2 Liberi per Marano, 3 Udeur, 4 Ds, 1 Lista Arcobaleno, 3 Rifondazione Comunista, 9 Margherita). Le prime avvisaglie di tensioni, però, iniziano già a luglio, durante il varo della prima giunta, ma il primo vero segnale di crisi arriva dopo appena 5 mesi, quando Geppino De Vivo, eletto con la Lista civica Arcobaleno, si dimette dall’incarico di consigliere comunale, poiché non condivide la scelta amministrativa sua gestione delle strutture sportive. Gli subentra il primo dei non eletti, Antonio Menna. Ma la prima autentica crisi politica scoppia a marzo 2007, in seguito a un durissimo scontro tra  Ds e Margherita (allora non si erano ancora fusi per dare vita al Pd). Lo scontro si accendono su alcune questioni che riguardano il personale comunale. Il dirigente Luigi De Biase prende una decisione che non tiene conto dell’indirizzo del sindaco e della giunta. Tutto questo crea il putiferio, poiché i componenti della Margherita prendono le difese di De Biase. Tutto, però, si appiana ma per pochi mesi, poiché a luglio 2007, la crisi esplode davvero mandando in frantumi il centrosinistra. Perrotta revoca gli incarichi agli assessori della Margherita e di Liberi per Marano. La questione esplode per visioni contrastanti su regolamento della mobilità e sul piano parcheggi. La tensione è alle stelle: in giunta gli assessori Antonio Di Guida e Marcello Scuteri vengono alle mani, anche se, poi, diventeranno ottimi amici. Alla fine la crisi si rivela solo un temporale estivo: è violenta ma brevissima. I cinque assessori rimossi vengono ricollocati dal sindaco ai loro posti e i due gruppi dissidenti ritornano in Consiglio comunale a far parte della maggioranza. In giunta, però, arrivano i primi segnali di crisi. L’assessore alla NU, Mario Granata, si dimette, l’assessore al Commercio, Stella Conte, viene fatta dimettere. I consiglieri della Margherita chiedono spazio: entrano in giunta Mario Mele e Vincenzo Passariello, e ci sono i primi subentri in Consiglio comunale. Intanto con la nascita del Partito Democratico, Margherita e Ds si fondono e danno vita al gruppo unico in Consiglio comunale, che può contare su 12 elementi. L’asse Perrotta-Iacolare si rafforza, essendo stati loro i veri vincitori delle primarie che, nel frattempo si svolgono nel Pd. Nasce, però, subito la grana Pezzella, il più votato della Margherita, che lascia la maggioranza, poiché si ritiene insoddisfatto per il fatto di essere stato escluso da qualunque carica direttiva. A giugno 2008 i problemi li creano Mario Romani (passato a Sinistra democratica, in seguito alla nascita del Pd, dopo aver militato nei Ds) e Alberto Amitrano di Rifondazione, i quali minacciano di non votare il bilancio di previsione. Romani, al momento del voto, lascia l’aula consiliare, rifiutandosi di votare il bilancio e sancisce la sua uscita dalla coalizione. Amitrano, invece, pur annunciando la sua contrarietà, accetta di votarlo. Altre critiche provengono da Menna del Pd, Giuseppe Aprea e Gemma Infantocci di Rifondazione. In ogni caso si è fatto solo molto rumore per nulla. A settembre viene azzerata la giunta, ma, dopo mesi di liti, conflitti, riunioni e discussioni, Perrotta conferma la squadra che lui stesso aveva dimesso. Escono due assessori: Biagio Sgariglia, tecnico in quota sindaco e Maria Gentile, dimissionaria dopo la fuoriuscita del collega di partito Mario Romani. Entrano due autorevoli tecnici: i geologi Ortolani e De Medici, impegnati da mesi contro la vertenza della discarica di Chiaiano, investiti del ruolo di assessori per consentirgli di controllare la regolarità tecnica dei lavori nella zona. Ma il periodo di tregua politico-amministrativo è breve, poiché la maggioranza ritorna allo sbando. Prima si dimette l’assessore Alberto Nasti, poi il vicesindaco Massimo Nuvoletti, che però rientra. Ma i venti di crisi che da mesi imperversano sull’amministrazione comunale, a gennaio 2009, rischiano di trasformarsi in tempesta: la maggioranza perde ben 7 consiglieri comunali in un solo colpo e si materializza lo spettro dello scioglimento del Consiglio comunale. Per la prima volta Perrotta può contare solo su 14 consiglieri comunali, mentre l’opposizione ne annovera 16 nei suoi ranghi. Nel frattempo Menna e Crescenzo Coppola escono dal Consiglio per diventare assessori e gli subentrano Antonio Napolano (secondo dei non eletti della lista Arcobaleno) ed Eduardo Simioli, candidatosi con la Margherita. In casa Pd viene eletto il nuovo segretario, Francesco Amitrano. Il 27 febbraio 2009 arriva una doccia gelata sul sindaco: la Procura emette un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, ipotizzando i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e allestimento di discarica abusiva, ritenendolo pericoloso per la “res pubblica”, per cui ne dispone il divieto di dimora a Marano. Prima, però, che la vicenda giudiziaria iniziasse a catalizzare l’attenzione in Consiglio, il 7 febbraio, già era stata discussa una mozione di sfiducia contro Perrotta, presentata da 14 consiglieri e non passata per il voto decisivo di Mario Romani. Nel mese di aprile il Gip attenua il divieto di dimora del sindaco, dandogli la possibilità di recarsi solo al suo studio per tre ore al giorno. Intanto, sul fronte politico c’è la nascita ufficiale dell’Udc, al quale aderiscono il presidente del Consiglio comunale Giovanni Gala, Pasquale Albano, Eduardo Simioli, Franco Crispino, Antonio Cerullo, Brunella Orlando, Biagio Baiano (eletto in Liberi per Marano, poi trasmigrato nell’Udc). Mario Romani di Sinistra democratica si dimette e gli subentra Stefania Fanelli, mentre Matteo Morra del Pd riceve la delega di assessore, per cui gli subentra, in Consiglio comunale, Arturo Mercogliano. Pure Rosario Pezzella diventa assessore e gli subentra Giuseppe Carandente Tartaglia, eletto nelle fila della Margherita, ma passa subito all’opposizione. Al sindaco viene revocato il divieto di dimora.
A novembre 2009 la minoranza raccoglie 15 firme e mette in atto un altro tentativo di sfiducia a Perrotta. Tentativo che non v a buon fine. A febbraio 2010 un’altra tegola amministrativa si abbatte su Marano. Arriva la relazione dell’ispettore Vito Tatò, inviato dal Ministero dell’economia, per spulciare, atti, delibere e determine, dalle quali emergono irregolarità amministrative di politici e dirigenti, con decine di episodi di illegalità che riguardano sia l’amministrazione Perrotta che quella passata di Bertini.
Intanto, si inizia a parlare già di nuove elezioni. Biagio Iacolare dichiara, al giornale L’attesa, che il suo partito punta su un candidato sindaco targato Udc, mentre Corrado Gabriele punta di nuovo su Perrotta per costruire una coalizione vincente. Alla fine, però, non va come prospettato dai due. L’ultimo atto politico si consuma un mese prima delle elezioni: Perrotta azzera la sua giunta e ne vara un’altra, a suo dire tecnica che dura fino a quando cala il sipario sulla sua consiliatura. Alle amministrative del 2011, Perrotta si candida da semplice consigliere comunale e riceve 655 suffragi, risultando il più votato della coalizione che appoggia il sindaco Mario Cavallo. Svolgerà il ruolo di presidente del Consiglio comunale. 

Mimmo Rosiello                  

Pubblichiamo la lettera che Perrotta, nel 2013, inviò al giornale L’attesa: “Non tutto il male riguarda la mia gestione, credo di aver fatto anche tante cose buone” 

Gentile direttore,
essendo costante lettore de L'Attesa devo confessare che fatico non poco a comprendere alcune linee editoriali che emergono dai temi trattati sulle pagine del giornale.
Sembra quasi esserci la volontà di far apparire un invisibile filo conduttore che riporti tutto il male di questa città all'amministrazione Perrotta che tuttavia viene poi smentito quando si riportano fatti concreti riferiti a quegli anni.
Per carità, di errori ne sono stati commessi e solo chi non opera può chiamarsi fuori da questo rischio.
Ma ritengo che anche le tante cose positive di cui oggi si raccolgono i frutti traggano origine dalle coraggiose scelte adottate dal sottoscritto e da quanti collaborarono a quella esperienza.
A cominciare dal tema dei beni confiscati: una stagione che è stata aperta proprio dal sottoscritto e di cui rivendico fortemente il valore.
Ricorderanno tutti l'inaugurazione del piazzale Dalla Chiesa (anche la dedica dell'intitolazione fu altamente simbolica) realizzata in pochi mesi ed in stretta collaborazione con il Generale dei carabinieri Maruccia e lo stesso Prefetto Pansa.
Tirammo fuori documenti e carteggi ed avviammo la radicale azione di utilizzo di beni sequestrati alla criminalità organizzata e che giacevano nascosti nei cassetti in attesa di provvedimenti di confisca o di assegnazione al Comune.
Di ostruzionismi ne incontrammo anche noi e li denunciammo costantemente, ma va sottolineato che anche le procedure normative - stabilite dal governo centrale - nascondono ostacoli burocratici che spesso sfuggono all'opinione pubblica e che finiscono per esporre soltanto le amministrazioni locali.
Come ad esempio nel caso dell'area in località La Volpe che avevamo destinato ad isola ecologica, tutt'oggi rimasta al palo nonostante la significativa presenza di un Prefetto nel ruolo di Commissario Straordinario.
Il rischio di perdita di un finanziamento regionale e, aggiungo, lo spreco dell'occasione di coinvolgimento magari di cooperative di giovani, si aggiungono al vulnus dell'incompletezza di un piano locale per i rifiuti proprio per la mancanza di un luogo ove i cittadini possano conferire le varie tipologie di rifiuti che non rientrano nel sistema di raccolta porta -a- porta.
E proprio in tema di ecologia, mi piace sottolineare che l'amministrazione da me guidata ha il vanto di aver avviato in pochi mesi quel progetto di raccolta differenziata dei rifiuti mai attuato sino ad allora, raggiungendo risultati lusinghieri, da record, percentuale pari al 64% , che richiedevano poi una continuità di impegno in quella direzione venuta purtroppo a mancare.
Nel 2007 fu inaugurato il TEATRO COMUNALE intitolato a “ Giancarlo SIANI “ che ha un forte valore simbolico ma soprattutto sostanziale  per la città di Marano, per la cultura e la legalità.
La trasformazione della Tenenza dei Carabinieri in COMPAGNIA è un grande risultato ottenuto dal sottoscritto e dall’amministrazione comunale anche grazie al contributo del Prefetto , dell’Arma dei C.C. e di tutte le forze dell’ordine , e oggi si vedono fattivamente i risultati per la lotta alla criminalità organizzata. 
Non bisogna dimenticare la riqualificazione urbanistica del comparto adiacente la parrocchia di san Castrese, intitolato al Santo Papa GIOVANNI PAOLO II, con annessa realizzazione di un’area giochi che, ormai da tempo, versa in uno stato di degrado e totale abbandono.
Con “Piu’ Europa”, poi, è stata avviata la pianificazione territoriale di tutti i progetti programmati per la riqualificazione urbanistica della città.
Vorrei inoltre ricordare che la politica di taglio dei fitti passivi fu avviata proprio dal sottoscritto che, appena insediato, ritenne doveroso trasferire l'ufficio tecnico nella nuova palazzina del centro per l'impiego, implementata proprio grazie ad una variante del progetto con compartecipazione del Comune al fine di realizzare locali adeguati ad uffici comunali. Sarebbe ingeneroso dimenticare che gli eventi (peraltro mentre ero in "esilio forzato" per le note vicende legate alla lotta contro la discarica di Chiaiano) costrinsero a trasferire in quella palazzina gli uffici giudiziari a causa dell'improvviso cedimento del Palazzo della Pretura, costringendo ad un nuovo trasloco forzato dell'ufficio tecnico.
Ufficio tecnico che mai avrei però trasferito a Palazzo Merolla, nato come Palazzo della Cultura e che, a mio avviso, dovrebbe mantenere quella destinazione, così come Palazzo Battagliese (ormai prossimo al completamento).
Molto meglio ripensare all'intero patrimonio comunale, utilizzando al meglio strutture ed edifici di proprietà pubblica ma con opportuni adeguamenti funzionali e statici.
In tal modo si sarebbe potuta continuare proficuamente anche la collaborazione con le tante associazioni del territorio che avevamo provato a coinvolgere affidandogli spazi e sedi per le attività finalizzate alla crescita del tessuto sociale.
Il miglior utilizzo delle risorse avrebbe consentito di proseguire in quella politica di lotta agli sprechi e di riordino delle finanze comunali che, checché se ne dica, ancor oggi costringe alle tanto vituperate anticipazioni di cassa, proprio perché gli Enti Locali vivono un oggettivo periodo di difficoltà ad ogni latitudine.
Difficoltà legate alla profonda crisi economica che viviamo ma che, a mio avviso, dovrebbero sempre imporre ad un Amministratore Pubblico (eletto o nominato) di tenere in considerazione la difficoltà spaventosa che vivono le famiglie.
Pensare di far cassa attraverso l'aumento massimale delle aliquote IMU o dei TRIBUTI LOCALI vuol dire soltanto immaginare di far quadrare i conti senza tener presente il disastro sociale vissuto dalle famiglie e, di conseguenza, ritrovarsi nell'immediato futuro con ancor più problemi di quanti si pensa di risolverne.
Se un Comune non riesce più a fronteggiare l'emergenza sociale o, addirittura, a tappare le buche sull'asfalto, beh, vuol dire che la strada è davvero molto pericolosa. E rischia di portarci in un vicolo cieco da cui non c'è ritorno.
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Salvatore PERROTTA
Già Sindaco di Marano di Napoli

La risposta a Perrotta

Apprezziamo sia il garbo e il tono pacato usato dall’ex sindaco Perrotta sia il fatto che è un costante lettore de L’attesa. Per quanto concerne la prima parte del suo discorso, Perrotta può stare tranquillo: non c’è alcun filo conduttore che voglia farlo apparire come il principale artefice di tutti i mali di questa città. Abbiamo più volte scritto che tanti errori, specialmente quelli di carattere economico-finanziario che hanno portato la città sull’orlo del dissesto non dipendono solo da lui ma anche da chi l’ha preceduto e seguito, seppur per 11 mesi.
E’ vero, quella di Perrotta è stata una consiliatura sfortunata, poiché è accaduto di tutto: ci sono state due durissime emergenze rifiuti, l’apertura di una discarica sul territorio, il lunghissimo braccio di ferro con il Governo, un movimento di protesta e tanti altri disagi. Nonostante tutto, la nostra città è stata per lungo tempo, l’unica a non avere per strada cumuli di spazzatura; inoltre Perrotta ebbe il coraggio di fare un sito di trasferenza che gli è costato anche qualche grana giudiziaria. Ha affrontato in trincea la lotta contro la discarica e, infine, ha avuto il merito di far partire la raccolta differenziata, portandola a percentuali che hanno superato il 60%. Ha iniziato, seppur timidamente, ad affrontare il problema dei beni confiscati, ha lavorato bene sul fronte della cultura, ha avviato il programma di rigenerazione urbana, denominato “Più Europa”.  Per queste cose nessuno toglie i meriti a lei e alla sua squadra caro Perrotta: certo si poteva fare di meglio e di più sicuramente, come ad esempio sul fronte delle opere pubbliche, sul fronte del personale, sulla scuola che non ha avuto l’attenzione che meritava, sul fronte sociale.
Bastava, comunque, sfogliare tutti i numeri de L’attesa, che lei sicuramente da buon lettore avrà conservato, per rendersi conto che abbiamo sempre cercato di fare il nostro dovere, elogiando le iniziative meritorie e criticando quelle, a nostro avviso, sbagliate(…)
(…) Grazie alla legge sulla trasparenza, abbiamo consultato gli atti prodotti dal 2009 (poiché a quella data risalgono le prime delibere sia consiliari che di giunta e le determine dirigenziali pubblicate su internet), abbiamo potuto appurare una miriade di negligenze, di atti clientelari, di momenti di spreco che hanno determinato sperperi per diverse centinaia di migliaia di denaro pubblico.
A questo punto sorge spontanea la domanda: lei dove era? Se tutte queste cose le ha viste o toccate con mano, perché non le ha mai denunciate? Si è mai reso conto di tutte le zone d’ombra che avrebbero costellato le attività di alcuni dirigenti (voluti soprattutto da lei) e che adesso stanno venendo fuori nella loro interezza?
Durante la sua consiliatura, per dirgliene una, si è fatto un trasloco che costò 43 mila euro, mentre lo stesso è stato fatto sotto la gestione commissariale con poche migliaia di euro; durante la sua consiliatura, per dirgliene un’altra, è stato consentito all’Ufficio tecnico, di avere un legale a hoc, pagandolo profumatamente, nonostante il Comune avesse un’area legale e un consulente del calibro del professore Marone. Per non parlare delle procedure negoziate che meriterebbero un capitolo a parte. Eppure il Partito Democratico, a cui lei è iscritto, si è sempre vantato di essere un baluardo di legalità; visto che, sotto la sua consiliatura, al di là dei meriti che lei ha avuto, sarebbero stati prodotti molti atti discutibili, perché i consiglieri del suo partito non glielo hanno fatto notare? Due sono le cose: o erano complici o ignoravano queste cose.

Il nostro obiettivo è stato sempre quello di evidenziare i punti di criticità, per far sì che i prossimi amministratori non cadano in alcuna tentazione.   

Correzione: Crescenzo Coppola entra in Consiglio comunale a giugno 2009 subentrando a Gemma Infantocci diventata nel frattempo assessore. Nella consiliatura Perrotta,  Coppola non ha mai espletato il ruolo di assessore.  

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