Pettegolezzi,
malignità, maldicenze sono tra le forme di aggressività verbale più diffuse.
Alcune sono lievi, scherzose, bonarie. Altre decisamente "cattive",
distruttive. Qualche volta l'intento è quello di colpire direttamente
l'obiettivo, il "nemico". In altri casi, e sono forse quelli più
diffusi e comuni, invece, la diffusione di "voci", apprezzamenti poco
lusinghieri, critiche, è subdola e gli artefici della maldicenza restano
nell'ombra, al riparo dalle responsabilità. Ci sono maligni occasionali - spesso
goffi e facili da scoprire perché lasciano molte tracce di se' - e maligni
specialisti, organizzati, più difficili da sorprendere perché sanno bene a chi
fare le loro confidenze al vetriolo, quali sono i momenti e le situazioni
migliori. Che cosa si nasconde dietro questa forma insidiosa di aggressività?
A nostro avviso,
ignoranza e sottocultura.
Certamente la maldicenza rivela un aspetto
ripugnante della natura umana – scrive Pino Tarantino su Altervista - quando ci
si diletta nell'offuscare la reputazione di chi ci circonda, nel distorcere la
verità e nel frantumare la serenità dell'esistenza altrui.
Perciò, se si vuole evitare di far del male agli altri o d'essere prima o poi annoverati tra le vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e dove inizia invece il pettegolezzo nocivo. Innumerevoli sono le persone che provano un piacere maligno ad ascoltare le calunnie e a diffonderle. Tali sono dunque le tragiche conseguenze della calunnia: sono irreparabili. Esse distruggono gli altri, anche il calunniatore! La calunnia è grave, tanto che anche per legge nei paesi civili è ascritta fra i reati perseguibili penalmente.
È bene ricordare - continua Tarantino - che il racconto di un avvenimento, anche se è vero, passando da una bocca all'altra, comunemente si deforma. Ad ogni passaggio si arricchisce di particolari inesistenti o perché non è ben riferito o perché non è ben compreso. Alla fine come una piccola palla di neve che rotolando sui pendii innevati di una montagna diventa una disastrosa valanga, così una piccola maldicenza si può trasformare in calunnia, senza che si voglia. Del resto quante volte c’è capitato di dire una cosa e di essere fraintesi? Quante volte abbiamo detto una cosa e la persona che ci ascoltava ha capito esattamente l'opposto? Facciamo allora attenzione a non rapportare fatti e cose sentite da altri: "Chi sparge calunnie è uno stolto" (Proverbi 10:18)”.
Perciò, se si vuole evitare di far del male agli altri o d'essere prima o poi annoverati tra le vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e dove inizia invece il pettegolezzo nocivo. Innumerevoli sono le persone che provano un piacere maligno ad ascoltare le calunnie e a diffonderle. Tali sono dunque le tragiche conseguenze della calunnia: sono irreparabili. Esse distruggono gli altri, anche il calunniatore! La calunnia è grave, tanto che anche per legge nei paesi civili è ascritta fra i reati perseguibili penalmente.
È bene ricordare - continua Tarantino - che il racconto di un avvenimento, anche se è vero, passando da una bocca all'altra, comunemente si deforma. Ad ogni passaggio si arricchisce di particolari inesistenti o perché non è ben riferito o perché non è ben compreso. Alla fine come una piccola palla di neve che rotolando sui pendii innevati di una montagna diventa una disastrosa valanga, così una piccola maldicenza si può trasformare in calunnia, senza che si voglia. Del resto quante volte c’è capitato di dire una cosa e di essere fraintesi? Quante volte abbiamo detto una cosa e la persona che ci ascoltava ha capito esattamente l'opposto? Facciamo allora attenzione a non rapportare fatti e cose sentite da altri: "Chi sparge calunnie è uno stolto" (Proverbi 10:18)”.