Calvizzano, nel cortile della chiesa la mostra fotografica che sognava Federica Amitrano, stroncata da un tumore a 23 anni


Federica Amitrano, figlia di due calvizzanesi emigrati al nord nel 91, aveva tanta voglia di vivere: ha combattuto coraggiosamente fino all’ultimo la malattia che l’aveva aggredita a soli 19 anni, quando le fu diagnosticato un tumore del tronco cerebrale. Venne operata e ben curata all’IRST (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) Meldola di Forlì. I medici parlarono di vero e proprio miracolo, perché non avevano mai visto una malattia del genere regredire prima dell’inizio della radioterapia. Era febbraio del 2011. La giovane e bella ragazza aveva trovato lavoro e si era anche innamorata: coltivava tanti interessi che spaziavano  dalla fotografia alla moda. Poi, nel 2015, a 23 anni, ha perso definitivamente la sua battaglia contro il cancro.
Sabato, 8 luglio, ore 19.30, nel cortile della chiesa di San Giacomo, messo generosamente a disposizione dal parroco don Ciro, in occasione della presentazione del libro di Lella Di Marino, “Il paese delle formiche”, Federica sarà ricordata con una retrospettiva fotografica intitolata “La mia vita è stata un soffio

“Una mostra che avrebbe voluto fare lei  – afferma Lucia Castellone, mamma  di Federica –  ma la sua aspirazione è stata infranta da un destino crudele. Federica era una ragazza allegra e coraggiosa: aveva tanta voglia di vivere e ciò le ha dato la forza di combattere fino all’ultimo la malattia. Mi fa immensamente piacere aver contribuito ad organizzare, insieme alla mia amica scrittrice Lella Di Marino, la mostra che mia figlia aveva sempre sognato. Sono convinta che Federica vive e continua a guardarci da lassù”.
Una donna anche lei coraggiosa la signora Castellone che non si è amai abbattuta, nonostante le vicissitudini della vita: ora sta combattendo contro una patologia degenerativa degli occhi che potrebbe portarla alla cecità. Ha altri due figli: una di 32 anni e Luigi di 28, colpito, alcuni anni fa, da una  grave forma di leucemia, ma guarito totalmente, grazie al trapianto del midollo osseo. Ora sta bene e continua a svolgere il suo lavoro di elettricista.
“Nella vita non bisogna mollare mai – conclude Castellone –. Questo è il messaggio che intendo lanciare: bisogna sempre lottare e sperare fino all’ultimo giorno della propria esistenza, perché ce lo insegna Federica. Dall’altro posto lei mi guarda e si sta chiedendo come mai una timida e introversa come me stia tirando fuori tutto questo coraggio per far conoscere agli altri chi era Federica e quanta forza di volontà ha avuto nell’affrontare il suo calvario”.    




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