Calvizzano. Personaggi del passato dimenticati, rivisitati da Giorgio Zapparella: “TopoGigio (l’orologiaio)”


Il poeta-scrittore li ha inseriti tutti nel suo primo libro, “Il bambino con le ginocchia sbucciate”, la cui uscita è prevista entro la fine di quest’anno

Il signor Antonio aveva il negozio di fronte a “zi’ Rabbiel (Gabriele il biciclettaio): non era molto grande, ma, per me, entrare lì dentro era come attraversare l’ infinito ed esplorare l’ignoto. Il negozio era abbastanza buio e sulle pareti c’ erano attaccati orologi a pendolo, a cucù, e di ogni specie. In un grande scaffale c’erano riposti sveglie a corda e orologi nuovi, sistemati molto accuratamente. Tutti quegli orologi davano origine a un ticchettio disordinato che a me incuteva inquietudine. Non nascondo che mi tremavano le gambe e che il mio cuore batteva come un tamburo, ma, forse, la cosa più inquietante del negozio, era proprio “TopoGigio”, vestito  in modo molto elegante , indossava come fosse una seconda pelle un gilè con un taschino, dal quale fuoriusciva la catena del suo orologio a cipolla. Fumava di continuo e, attaccato all’occhio, aveva sempre il monocolo. Credo che quell’ attrezzo  gli avesse fatto uscire l’ occhio fuori dalle orbite e lui, per il timore di essere deriso, non se ne separava mai. Quando dovevo ritirare qualche orologio in riparazione di mio padre, avevo l’ ansia, ma lì, in quel negozio, imparai una cosa:  guardando un orologio fermo il tempo passa lo stesso, senza dirti mai grazie e senza chiederti mai Scusa.


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