Calvizzano, rimpatriata tra vecchi amici



Di Peppe Pezone

Qualche mese fa mi sentii telefonicamente con Tonino Ranucci  mio  grande amico  e  convenimmo che sarebbe stato bello rivederci con  gli altri amici. Nei giorni seguenti, conoscendo bene la  sua determinazione,  ero certo che  da li a poco avrebbe organizzato la cosa. Dopo qualche  giorno, infatti,  ricevo un  messaggio sul cellulare  e con piacere leggo che Tonino aveva organizzato una cena, comunicandomi, nel contempo, anche  la data e il luogo. Da quel momento ho spesso ricordato gli anni passati insieme a loro,  una frequentazione che non si è mai interrotta. Sono stato io quello che si è isolato, principalmente a causa dei tanti anni in cui  ho prestato servizio in uffici lontani. Venerdì   sera, quindi, in un’azienda agrituristica della zona ci siamo rivisti.  Oltre a Tonino Ranucci, c’erano  Gennaro Di Marino, Nello Abbate, Pasquale Liccardo , Franco Di Marino, Liborio Ferrillo, Franco Cavallo ( io  lui e  Giannino Scarola eravamo amici d’infanzia) , Giacomino  Ruggiero e  Tonino Maiello. Claudio,  per un motivo familiare, non è potuto essere insieme a noi. Come sempre, in occasioni come questa, si sono ricordati   tanti episodi del passato,tra cui  i campeggi  d’estate in Calabria. Erano gli anni settanta e li come adesso c’era un mare assolutamente splendido. Allora eravamo spensierati, sereni, da poco  diplomati guardavamo il nostro futuro con ottimismo. Il  Paese attraversava un buon momento ,anche se prendevano forza tra alcuni giovani politicamente impegnati in movimenti politici, ideali rivoluzionari  come le Brigate Rosse.   In uno di questi campeggi , Claudio mettendo assieme agilità e scaltrezza,  vinse la gara della corsa nei sacchi che il proprietario del campeggio  aveva organizzato. Gli avversari da battere erano dei giovani milanesi  che facevano parte di una grossa comitiva guidati da un sacerdote di una Parrocchia di un quartiere di Milano. Per noi era una battaglia Napoli contro Milano. Prima della corsa, guardando Claudio  in quei suoi  occhi  azzurri come si fa sperando che le parole raggiungano il cuore, lo implorammo di vincere. Ricordo perfettamente  e mai lo dimenticherò, gli ultimi momenti della corsa: mancavano un paio di metri dal traguardo e Claudio con affianco  un milanese, uno spilungone di  quasi due metri era davanti a tutti. A questo punto Claudio, improvvisamente,  tenendosi stretto al suo sacco spicca letteralmente un volo e taglia il traguardo . Per noi fu l’apoteosi e vi lascio immaginare la scena. I milanesi immediatamente contestarono  la vittoria di Claudio, affermando che il traguardo andava tagliato con un salto e non con un volo. Noi, intanto, con Claudio sulle mie spalle che reggeva l’anfora che rappresentava il primo premio, esultavamo per tutto il campeggio, suscitando il sorriso e la simpatia degli altri campeggiatori. Mimm, informo i tuoi lettori, che il giudice di gara (il proprietario del campeggio), sentite le doglianze dei milanesi  tagliò corto  emettendo oralmente il verdetto ,per metà in italiano  e metà in calabrese  convalidando  la vittoria di Claudio .Ritornando alla cena, contrariamente a quanto di solito faccio,  non ho parlato molto,  con  occhio benevolo quasi paterno  ho  scrutato i  loro sguardi ed ho cercato  di leggere  sui  loro   volti, dal suono e dalla intensità   delle loro parole se il tempo avesse in loro cambiato qualcosa, se il loro animo fosse sereno come allora. Ho constatato con piacere che ognuno  ha  mantenuto il proprio carattere  in ogni suo aspetto e non hanno perso quello smalto che  da ragazzi li caratterizzava, segno inequivocabile che vi è una serenità di fondo e  questo mi ha reso felice. Erano ragazzi semplici, onesti e  nessuno di loro  aveva  grilli per la testa.  Ci sono stati anche dei momenti  un po’ toccanti  quando tra di noi  ci siamo confidati  di qualche problema  personale, così come è stato toccante ricordarci di Mimmuccio  Costantino che  prematuramente, troppo prematuramente ci  ha lasciati. Alla fine, prima di  salutarci Tonino Ranucci  ha donato  a ognuno di noi un ricordino  portafortuna ed a me  ha dato anche  una busta contenente  dei rebus da risolvere: spero di non deluderlo perché non sono mai stato un appassionato di enigmistica, a differenza sua e di Franco Cavallo che erano veramente bravi. .Quello è stato veramente un bel  momento  per quel suo gesto così affettuoso nei nostri confronti. Nel ritornare a casa mi sentivo appagato come quando si prova la contentezza  di aver ritrovato qualcosa di bello e di importante, che  temevo di  aver definitivamente perduto.  Mi sono   reso conto che certe cose rimangono nella nostra anima per sempre e  che né  la lontananza né  il passare del tempo   possono cancellare. Stare insieme a loro è stato bello come lo era allora e, quasi per magia, ho rivissuto in certi momenti la serenità e la spensieratezza di quei giorni .Erano gli anni della nostra giovinezza, forse i migliori della nostra vita.
Peppino Pezone



                 Amici da sempre: eccoli qua, sorridenti, perché felici di potersi incontrare dopo anni 

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