Il 20 maggio 1983, il giorno in cui morì Vincenzo Di
Maro, detto, “’O Santo”, classe
1898, “piansero pure le pietre e le mura” di Calvizzano. Quelle mura di ogni
angolo del paese e della campagna impregnate con il gessetto bianco, dove
Vincenzo scriveva i suoi pensieri per attirare tutti al vangelo.
“Se tutti gli uomini amassero Dio, la terra
sarebbe un Paradiso”: era uno dei suoi slogan preferiti. Amava le
missioni cattoliche alle quali offriva tutti i suoi risparmi. Si racconta che
donò tutti i suoi oggetti d’oro a don Salvatore Cavallo (parroco di Mugnano dal
1928 al 1947) per l’opera missionaria della Santa Infanzia.
Di Maro era un bracciante agricolo e, come ricordano
in tanti, camminava con la zappa sulle spalle e il gesso in mano per diffondere
la buona stampa, scrivendo frasi che richiamavano al vangelo. Insomma, era una
singolare figura di padre, di lavoratore e di apostolo. Ebbe quattro figli (tre
maschi e una femmina) tutti educati all’insegna dell’amore per Dio e per il
prossimo. Uno dei figli maschi morì all’età di 47 anni mentre stava sulla spiaggia a
Scauri, un altro, Venanzio, vive in provincia di Siena, un altro ancora, Antonio, è venuto a mancare nel 2010, mentre a Calvizzano
abita la figlia femmina.
Al suo funerale la chiesa era super gremita. La
buonanima di don Giacomo Di Maria, storico di fama e grande uomo di fede, gli
scrisse una bellissima dedica su una delle pagelline funebri, conservata ancora
nella biblioteca di Calvizzano.
“Arricchiva il lavoro, visto come segno di
espiazione e purificazione per le umane debolezze, con giaculatorie e lodi al
Signore. Tutta la sua vita; una missione e una testimonianza viva e trasparente”.