Corrado Garri, il grande compositore “dimenticato”



Vive a Mugnano (ai confini con Marano e Calvizzano): ha musicato 104 canzoni e scritto tantissime opere classiche

Gli appassionati di melodie napoletane ricordano Corrado Garri per le canzoni più famose da lui musicate: “Luna mia” (quella a cui tiene di più), incisa nel 1962 (versi di Aldo Fiorini), portata al successo da Nunzio Gallo e da Claudio Villa; “Niente” (parole di Enrico Schiano) cantata magistralmente dall’indimenticabile maestro Sergio Bruni; “Suonne e Piscatore” (versi di Corrado Iannuzzi) cantata nel 1966 da Nino Fiore al disco per l’estate di Saint Vincent in Valle d’Aosta e giunta in finale.
Queste le più celebri canzoni composte dal maestro Garri. Il grande compositore ne ha musicato ben 104, molte in sodalizio con il M°. Iannuzzi. Ha scritto inoltre tantissime opere di musica classica, tutte andate in fumo: la sua prima moglie le bruciò durante un raptus di follia.
Tra la fine degli anni ‘50 e quelli ‘60 è stato il punto di riferimento dei più grandi artisti napoletani che bussavano alla sua porta per farsi comporre una canzone da presentare al Festival di Napoli o alla famosissima Piedigrotta di un tempo.
Quando il M°. Garri arrivava in Galleria - quella di via Toledo - chiamata dagli addetti ai lavori anche “mercato degli artisti” (era il luogo d’incontro dei frequentatori del panorama canoro-musicale), artisti e impresari si levavano il cappello o ne simulavano il gesto in segno di riverenza. Un modo singolare per riconoscergli le qualità di grande musicista, compositore e arrangiatore non solo di musica napoletana ma anche di quella classica.
Ha iniziato a suonare quando aveva quattro anni e mezzo e all’età di 8 anni già componeva. Il suo maestro dell’epoca, “De Bellis”, disse al papà di Garri (ingegnere capo del Genio Civile, uomo tutto d’un pezzo): «Non mandatemelo più a lezione perché altrimenti diventa più bravo di me».
Il maestro Derewisckj, invece, direttore della filarmonica di Boston, negli anni ‘50 definì Garri uno dei cinque migliori pianisti d’Italia. Insomma, parliamo di un vero genio della musica che, nonostante i suoi 84 anni, ha ancora tante cose in programma: progetti che, però, difficilmente riesce a portare avanti a causa di un’artrite reumatoide che lo limita nei movimenti e gli impedisce di suonare come vorrebbe il piano, inoltre è giunto quasi allo stadio di cecità, essendo affetto da una forma di maculopatia degenerativa tra le più insidiose.
Il maestro Garri, padre di tre figli (due maschi, entrambi tecnici-informatici, che lavorano all’estero e una femmina che gli ha dato due splendidi nipotini), vive da modesto pensionato di funzionario del Genio Civile, ma continua a essere prodigo con tutti. Ancora oggi è un vulcano di idee e di note che non riesce più a mettere sul pentagramma a causa dei suoi problemi fisici. Il suo desiderio sarebbe quello di trovare una persona che abbia iniziato a comporre, un appassionato di musica disposto ad aiutarlo e al quale Garri potrebbe insegnare ancora tanto. Approfittiamo dell’occasione per lanciare il suo appello attraverso il nostro blog.
Garri, recentemente, ha composto la vita di Gesù in sinfonia e adesso sta preparando: “Mi illumino di immenso”, un brano che riesce a scrivere al ritmo di non più di 20 battute al giorno.
L’artista “dimenticato”, ma non per noi di Calvizzanoweb, abita a Mugnano, dove ha comprato casa circa trent’anni fa (precisamente a cento metri di distanza dal cimitero Mugnano-Calvizzano e dallo stadio di Marano).

Grazie a Fabrizio Ciccarelli, autore del libro “Torno da Turista!”, siamo riusciti ad arrivare al grande maestro e a produrre un video per i lettori di “Calvizzanoweb” e di tutti gli amanti della musica internazionale, disponibile su Youtube. Non perdetevi la visione!


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