Presa d’atto abbattimento capannone abusivo, non spettava al Consiglio votarla


Se un opera abusiva debba essere demolita o meno non lo stabilisce il Consiglio comunale, ma il dirigente dell’ufficio tecnico, con una propria ordinanza. Viceversa, se l’edificio in questione lo si intende utilizzare per fin sociali o istituzionali, allora occorre che si pronunci il Consiglio comunale.  Nell’articolo 42 del Tuel (testo unico enti locali) vengono specificati gli atti sui quali ha competenza il Consiglio comunale. Non viene menzionato affatto il caso della demolizione di manufatti abusivi. Nell’assise del 25 marzo scorso bisognava “prendere atto dell’avvenuta acquisizione degli immobili siti in via Eduardo De Filippo e, per gli effetti, disporne l’iscrizione nell’inventario dei beni immobili patrimoniali; di dare altresì atto che tali opere abusivamente realizzate, contrastano con rilevanti interessi urbanistici e ambientali; di dichiarare l’inesistenza di prevalenti interessi pubblici sull’opera acquisita e procedere alla loro demolizione, a cura del competente ufficio (nel caso specifico quello tecnico, ndr) e a spese del responsabile dell’abuso”. La delibera è stata votata all’unanimità dai Consiglieri presenti, tranne Sequino della minoranza, che, come abbiamo già scritto in un altro articolo, prima si è astenuto, poi ci ha ripensato e ha votato pure lui a favore. Fin qui i fatti. Adesso la nostra opinione, supportata dai pareri, nel caso specifico concordi, di un ex sindaco esperto di problematiche amministrative e di un ex presidente del Consiglio comunale di una città di 70mila abitanti.  Ci hanno detto, senza alcun tentennamento, che le prese d’atto, qualora emerga la volontà  di portarle in Consiglio comunale, non vanno sottoposte al voto. Il Consiglio comunale interviene esclusivamente quando, intuendo o intravedendo un preminente interesse del bene, invece dell’abbattimento previsto per legge, disposto dal dirigente dell’ufficio tecnico, decide di mantenere in piedi il manufatto per destinarlo a uso sociale o istituzionale. Perché, dunque, il presidente del Consiglio ha fatto votare la delibera? Perché c’è stato il placet del segretario comunale?
A Marano è successo una cosa più o meno analoga. I consiglieri comunali di minoranza, conoscendo bene statuto e regolamento del Consiglio comunale, prima che iniziasse l’assise hanno posto una pregiudiziale, avallata dal segretario comunale, per cui l’argomento è stato cancellato dai punti all’ordine del giorno. E’ mai possibile che queste cose a Calvizzano le debba evidenziare un blog? Il dibattito è aperto.
       


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