Ma nei primi 100 giorni di governo Salatiello non dovevano essere gettate le basi per costruire il cimitero comunale?

A Calvizzano i misteri aumentano sempre. Di questo passo non sarà difficile trovare la vera identità al paese: “La città enigmatica”. Dopo il mistero delle luminarie di Natale di due anni fa (quest’anno si è preferito non spendere soldi), quello del Piano urbanistico, della farmacia comunale, del collaudo al Palazzetto dello sport, se ne presenta un altro: quello del cimitero cittadino da costruire ex novo (attualmente si è in Consorzio con Mugnano) .  
Il sogno che ha sempre avuto nel cuore il sindaco – facendo riferimento al punto 9 dei suoi impegni elettorali – però non si è ancora realizzato, nonostante siano trascorsi quasi tre anni dall’inizio della consiliatura.
“Calvizzano ha bisogno di avere un proprio cimitero – è scritto nella brochure, distribuita in migliaia di copie alle ultime amministrative – Nei primo 100 giorni dall’insediamento, il Consiglio Comunale  apporterà le dovute modifiche all’assetto urbanistico del territorio per individuare la zona cimiteriale”.
In pratica, per accelerare i tempi, nelle more che fosse stato approvato il nuovo Piano urbanistico, si sarebbe dovuto dare luogo a una variante urbanistica. Variante che non c’è stata, nonostante di giorni ne siano trascorsi oltre mille.  
 “L’opera sarà realizzata in Project Financing (tramite finanziamenti privati, ndr) – riportando fedelmente quanto scritto nel libricino degli impegni – Una soluzione che permetterà al Comune di risparmiare soldi per la costruzione della struttura, difficilmente reperibili se si considera il momento di crisi delle casse comunali e i tagli dei trasferimenti statali”.
Al di là delle proclamazioni che lasciano il tempo che trovano, un’amministrazione che rispetti i propri cittadini dovrebbe spiegare il vero motivo di questo ritardo, altrimenti, non è sbagliato parlare di mistero. Eppure si era partiti bene, dando un’accelerata per la realizzazione di questo importante progetto per la città. Era stato deciso di far sorgere il nuovo cimitero in un grosso appezzamento di terreno (di proprietà di un ordine religioso di suore) ubicato tra via San Pietro e viale della Resistenza, a circa 200 metri di distanza dal noto calzaturificio Melluso. Avrebbe dovuto avere due ingressi: uno in via San Pietro e l’altro in viale della Resistenza. Al Comune, ci riferì un assessore dell’epoca, stavano approntando tutti gli atti urbanistici propedeutici alla realizzazione dell’opera. Perché, poi, non si è andati più avanti? Un altro mistero. Ricordiamo che l’idea di un cimitero comunale fu sposata già da Pirozzi nel 2008, il quale, nel suo Puc, lo previde in via Adda (ai confini con Marano), ma, all’epoca, ci fu un’autentica ribellione degli abitanti della zona, i quali non gradirono l’idea di doversi affacciare su un camposanto. Anche l’ex sindaco Salatiello (in quel periodo  sedeva nei banchi dell’opposizione) pose in evidenza la questione del cimitero. Nel febbraio 2008, infatti, diffidò i singoli componenti della giunta Pirozzi e il segretario comunale, dall’approvare la proposta di piano urbanistico targata, appunto, Pirozzi. L’atto fu inviato, per conoscenza, anche al comandante della stazione locale dei carabinieri e, nel contempo, venne invitato il Prefetto  “a vigilare sul corretto andamento amministrativo dell’Ente, al fine di assicurare il rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza sanciti dalla Costituzione, nonché a verificare i numerosi profili di illegittimità riscontrati”.
“…Basti citare ad esempio – scrisse Salatiello nella diffida – quanto già ampiamente riportato anche dagli organi di stampa in merito al posizionamento dell’area cimiteriale, collocata a 100 metri dai confini con Marano e non 200 metri, come prescritto dalla legge. Arretrare di 200 metri avrebbe significato vincolare il terreno reso, invece, edificabile da questo PUC e che appartiene alla famiglia del consigliere di maggioranza Salvatore De Rosa…”.
L’ex sindaco Granata, poi, cancellò l’idea di Pirozzi e lo concepì in via Eduardo De Filippo (ex via Commone) nei pressi della storica masseria Commone. Un progetto che non piacque all’attuale sindaco (all’epoca presidente del Consiglio comunale), ma lo dovette “metabolizzare”, non avendo ancora i numeri per sfiduciare Granata. Così, Salatiello si limitò a presentare una sua osservazione al Piano urbanistico nella quale chiedeva di sottoporre all’ASL, la concessione in deroga per la riduzione della fascia di rispetto cimiteriale a 100 metri dalle abitazioni, anziché 200 come previsto dalle norme.
Insomma, della realizzazione di un cimitero cittadino se ne sta parlando già da otto anni, ma, da quello che emerge, si è ancora in alto mare.


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