Felaco e Salatiello dovranno restituire circa 100mila euro percepiti indebitamente da presidenti del consiglio comunale
“Nel frattempo – aggiunge
Sabatino – sia a Felaco che al sindaco Salatiello sono stati inviati i
rispettivi avvisi di pagamento. Siamo in attesa di una loro risposta, per poter
formulare l’eventuale piano di rientro dal debito”.
Ma a quanto
ammonterebbero le somme da restituire? Il debito di Gaetano Felaco verso il
Comune, supererebbe i 50mila euro,
avendo svolto il ruolo di presidente del Consiglio comunale dal 2001 al 2003
(durante l’amministrazione Morra) e dal 2003 al 2008 (nel periodo in cui è
stato sindaco Giacomo Pirozzi), mentre Salatiello dovrebbe restituire oltre 40mila euro, essendo stato presidente
della massima assise cittadina da aprile 2008 al 29 ottobre 2012, quando il
sindaco Giuseppe Granata concluse il suo mandato
anticipatamente per via delle dimissioni contestuali di 11 consiglieri
comunali.
Perché sarebbe maturato questo debito a carico
dei due ex presidenti? All’articolo 5 del D.M. 119/2000 è scritto testualmente “…ai Presidenti dei consigli comunali con
popolazione superiore a 1000 e fino a 15mila abitanti è corrisposta
un’indennità di funzione pari al 10% di quella prevista per il sindaco…”.
Tutto chiaro, dunque. Siccome
l’attuale sindaco di Calvizzano percepisce uno stipendio lordo di 2.788,87 euro, al presidente del
consiglio spettano 278,887 euro lordi,
corrispondenti al 10% dell’emolumento del Primo cittadino.
Dato che gli ex sindaci
Pirozzi e Granata (Morra rinunciò allo stipendio) percepivano una cifra
leggermente inferiore a quella corrisposta all’attuale Primo cittadino, i
presidenti del consiglio dell’epoca, Felaco e Salatiello, avrebbero dovuto percepire
una somma inferiore a 287, 887 euro. Invece,
essendo liberi professionisti, incassavano lo stesso stipendio di un assessore con
lavoro autonomo (intorno ai 1255 euro lordi mensili).
Anche Antonio
Mauriello, attuale presidente dell’assise cittadina, avendo riscosso per un
anno e mezzo lo stesso stipendio di un assessore, adesso sta restituendo a rate
i circa 8mila euro incassati
indebitamente. A questo punto sorge spontaneo chiedersi: come mai due pesi due
misure? Perché, all’epoca, al Comune non hanno agito allo stesso modo anche per
Salatiello e Felaco, facendo trascorrere più di un anno? Perché i revisori dei
Conti, i segretari comunali e i responsabili del Servizio finanziario che si
sono succeduti dal 2000 al 2012, non si sono mai accorti di questa evidente
anomalia?