A Calvizzano ospitati circa cento migranti


Sono dislocati in alcune strutture private della città. Il sindaco: “ne sono venuto a conoscenza  a cose fatte. Ma non potevo fare niente, poiché le strutture che  ospitano i profughi hanno partecipato a una gara pubblica bandita dalla Prefettura”

In totale dovrebbero essere 96 i migranti ospitati a Calvizzano. 51 (due gruppi: uno di 27 e l’altro di 24) risiedono in appartamenti ubicati nel complesso Villa Ionia-Villa delle Rose di viale della Resistenza (la strada che da Marano conduce a Qualiano), mentre altri 45 hanno trovato ospitalità in una ex casa colonica (trasformata in residenza abitativa) di via Mazzini, a circa cento metri dalla parrocchia di Santa Rita. Sono circa 100 figli della guerra, scappati dalle loro terre per chiedere asilo politico in Italia. Sono sbarcati nel porto di Salerno, provenienti dal centro accoglienza di Lampedusa. Quelli dello stabile di via Mazzini sono arrivati dall’Africa sub-sahariana, mentre i 51 trapiantati tra villa Ionia e Villa delle Rose provengono dal Bangladesh, il paese incuneato in territorio indiano che si affaccia sul golfo del Bengala.
I profughi ospitati nel complesso Villa Ionia - Villa delle Rose sono seguiti dalla Cooperativa sociale “Crescere insieme” di Pozzuoli”, operativa dal 1994 ed esperta nei temi dell’immigrazione.
Ci siamo recati sul posto per conoscere alcune storie di questi sfortunati ragazzi: siamo stati accolti con grande cordialità dalla dottoressa E. M. C., psicologa, conoscitrice di problematiche sulla migrazione, da tutti i giovani soprannominata con affetto “mamma”.
“Abbiamo partecipato a un bando – dice E.M.C. – emanato dalla Prefettura di Napoli. Non avendo disponibilità nella nostra comunità-alloggio, abbiamo avuto la possibilità di sistemare i nostri giovani  in alcuni appartamenti a fianco alle strutture di accoglienza per anziani del dottor De Rosa (oltre a essere proprietario di Villa Ionia e di Villa delle Rose ne è anche direttore sanitario). Qui abbiamo realizzato il nostro ambiente. I ragazzi, infatti, sono felici e sereni di vivere questo contesto così accogliente, dove vengono seguiti continuamente da operatori specializzati. Nel corso della giornata, nella loro nuova casa, i ragazzi stanno imparando a prendersi cura della propria stanza e della propria persona. Alcuni non sono mai andati a scuola, così partiamo dall’alfabetizzazione per far imparare loro l’italiano”.
Quanto percepite a ragazzo?
“Ventidue euro e 50 centesimi al giorno. Con questi soldi bisogna pagare l’affitto, farli mangiare, assicurargli l’assistenza medica  e seguirli durante l’intera giornata. Stiamo anche organizzando uno spettacolo di danze e musica: vorremmo proporlo a fine agosto in una piazza di qualche Comune disposto ad ospitarci. Riusciamo anche a racimolare qualcosa di soldi da inviare alle loro famiglie che nel Bangladesh muoiono di fame. Qualcuno dei nostri ragazzi si arrangia con lavori saltuari, altri, invece, hanno difficoltà a collocarsi nel mercato del lavoro”.
A questi giovani (tutti maschi), tra cui un minore di cui è tutore il sindaco di Calvizzano, è assicurato il permesso di soggiorno per un anno, dopodiché, se non troveranno un lavoro, dovranno  ritornare nei loro paesi di origine. Per il momento tutti i ragazzi, scappati dalle loro terre per mancanza di democrazia e di pace, hanno voglia di rimanere in Italia, perché, dicono, da noi c’è tanta serenità. “Il mio desiderio – dice masticando un po’  di italiano A.G., 20 anni, - è studiare e lavorare qui. Da grande vorrei fare il medico perché adoro aiutare le persone”.

     
 

   


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