Stando alla data riportata nel Piano finanziario del servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani e confermata
dal sindaco nel Consiglio comunale di qualche mese fa, il Centro di Raccolta di
zona San Pietro doveva aprire al pubblico il primo giugno 2015, invece ciò non
accadrà.
“Occorre realizzare alcuni lavori di messa a norma dell’impianto – ci ha riferito un esponente dell’amministrazione
– Se non dovessero esserci intoppi,
passerà, quindi, ancora qualche altro mese sui tempi preventivati”.
I costi per gestire la piattaforma ecologica da giugno a dicembre, pari a 102mila euro, sono stati quantificati tenendo
presente il personale da impegnare nell’erogazione del servizio, la gestione
amministrativa (registri, report, elaborazione dati, eccetera), la manutenzione
ordinaria e straordinaria e gli utili d’impresa da riconoscere al gestore del
Centro.
L’isola sarà gestita dalla LRS
Trasporti di Sergio Liccardo, la ditta che cura anche la raccolta dei
rifiuti e lo spazzamento delle strade. Questa cosa è prevista nel capitolato
d’appalto, approvato durante la gestione commissariale e nel quale è scritto
testualmente: “l’amministrazione comunale all’atto di attivazione del Centro di
Raccolta Comunale si riserva di affidarne la gestione alla ditta appaltatrice
del servizio di Igiene Urbana, secondo le direttive espresse dalla delibera di
Consiglio comunale n. 29 del 16-11-2010”
Al momento, però, non esiste ancora alcun atto amministrativo che sciolga
la riserva e affidi al privato la gestione dell’isola ecologica.
Stando ai rumors, dovrebbero crearsi tre posti di lavoro. Ma i fortunati
saranno scelti esclusivamente del gestore del Centro, oppure dovremmo assistere
alla solita intromissione della
politica?
Un’altra opera targata Granata
La gara d’appalto fu bandita nel 2010, durante l’amministrazione
Granata. Furono utilizzati i circa 270mila euro di finanziamenti in conto
capitale (a fondo perduto) erogati dalla Provincia a titolo di premialità, per
l’elevato indice di raccolta differenziata raggiunto da Calvizzano (all’epoca
risultò Comune del comprensorio giuglianese con la percentuale di differenziata
più alta). Parallelamente partì l’operazione di impossessamento dell’area,
attraverso una lunga e complessa transazione con i proprietari dei terreni che si
risolse positivamente, dopo una querelle lunga 30 anni. L’isola fu arredata con
attrezzature acquistate con un'altra premialità della Provincia per 67mila euro circa.
Non è stata mai aperta al pubblico in quanto pare
non possedesse tutti i requisiti previsti dalla legge.