Il finanziamento regionale di 30mila euro è arrivato già da diversi mesi (a settembre 2014), ma
al Comune non hanno ancora provveduto a
incaricare un professionista esterno per la redazione del Piano di emergenza e
Protezione civile. La richiesta di finanziamento fu avanzata a fine marzo del
2014, in seguito all’uscita del bando pubblico emanato dalla Regione a fine
gennaio 2014. Il nostro Comune, per il
supporto tecnico-amministrativo nella presentazione della domanda, si è avvalso
del Consorzio ASMEZ (al quale aderisce da diversi anni, pagando una quota
annuale) “non avendo l’amministrazione – come è scritto nella delibera di giunta 17
del 26 marzo 2014 - la possibilità di individuare
personale in possesso della necessaria professionalità per predisporre tutti
gli atti necessari per l’accesso ai finanziamenti regionali”.
Il supporto garantito dall’Asmez non prevede oneri a
carico del Comune poiché i 4mila euro
chiesti dal noto ente pubblico per l’attività di assistenza e consulenza, saranno
prelevati dai 30mila euro di finanziamento regionale. Il responsabile di tutto
il procedimento amministrativo relativo alla predisposizione del Piano di
protezione civile è il geometra Giuseppe D’Angelo che ha anche delle competenze
specifiche in materia, essendo stato negli anni addietro uno dei promotori
della Protezione civile calvizzanese.
Ogni Comune ha l’obbligo di dotarsi di una struttura
di Protezione civile funzionale; e ha anche il delicato compito di redigere e
tenere aggiornato il piano di emergenza comunale. Il Comune di Calvizzano pare
non sia stato mai dotato di un Piano di Protezione civile. Nel preparare un
buon piano di emergenza, bisogna tenere conto dei possibili scenari sul
territorio e di come affrontarli; occorre anche sapere, con precisione, quali
sono i mezzi e le attrezzature disponibili, le risorse di uomini, i tempi di
intervento, le vie di comunicazione. Generalmente i professionisti incaricati
per la redazione del piano comunale, assicurano le fasi di elaborazione secondo
il metodo “Augustus”: si chiama così in memoria dell’imperatore Augusto che,
più di 2000 anni fa, già sosteneva che “il valore della pianificazione diminuisce
con la complessità dello stato delle cose”. Quindi tutto si deve basare sulla
semplicità e flessibilità. Questo metodo prevede varie fasi: prima su tutte, la
definizione dello scenario e l’area che deve essere sottoposta a
pianificazione; successivamente, l’individuazione dei rischi peculiari all’area
in questione; infine, il dispositivo “chi fa? Che cosa?”. Quest’ultima fase
avviene, per i Comuni, attraverso l’individuazione di 9 funzioni di supporto.
Il
paradosso
Premesso che la Regione, prendendo improvvisamente
atto di governare il territorio sul quale gravano le fonti di rischio più
elevato a livello europeo, ha pensato bene di finanziare (con 14 milioni
recuperati dai fondi residui Por- Fesr) tutti i Comuni della Campania, affinché
questi procedessero alla redazione dei rispettivi piani di protezione civile;
constatato che Calvizzano le cose le fa sempre in ritardo, visto che alcuni
Comuni viciniori, tra cui Qualiano e Marano, si sono già attivati da tempo per
spendere i soldi ricevuti dalla Regione, emerge un paradosso evidenziato molto
bene da Giuseppe Guida sul quotidiano “la Repubblica”.
“Mentre si chiede ai Comuni – scrive l’editorialista
– di redigere al più presto (e comunque entro quest’anno) i rispettivi piani,
la Regione e le Province (cui è destinato un milione di euro), non hanno ancora
redatto i loro piani, che dovrebbero costituire il riferimento strategico e
operativo proprio per i piani comunali, esattamente al contrario di quanto sta
avvenendo. In particolare per quanto riguarda la viabilità primaria e
sovralocale, con i relativi flussi, punti di interferenza e capacità di
deflusso delle vie di fuga, nonché per il funzionamento integrato delle aree di
ammassamento e dei centri di coordinamento”.