Di questa storia ne abbiamo già parlato alcuni anni fa: la riproponiamo ai
nostri nuovi lettori, diventati, nel frattempo, diverse centinaia in più. Pochi
sanno che Calvizzano, oltre a Raffaele Granata, ha avuto un’altra vittima
innocente della camorra. Si chiamava Mario Ferrillo, faceva l’impresario
teatrale e aveva 41 anni quando, nel 1986, venne ammazzato a Licola, in un
negozio di parrucchiere, dove aveva accompagnato sua moglie, Maria Rosaria
Trinchillo. Della vicenda di Mario ne ha parlato il giornalista di Repubblica Raffaele
Sardo nel suo ultimo libro “Come Nuvole Nere”, uscito due anni fa. Un volume
che raccoglie decine di storie di vittime innocenti. Mario Ferrillo venne
ammazzato perché fu scambiato per un’altra persona anche se le prime notizie
parlavano di una vendetta della camorra rispetto al rifiuto dell'impresario di
pagare tangenti per le feste di piazza che organizzava.
“In realtà quel giorno al posto di mio padre – dice Luigi, il primogenito di
Mario, ancora molto provato, a distanza di anni, dal tragico evento – cercavano
Gennaro Troise, detto “la Tromba”. Somigliava a mio padre in maniera
impressionante”.
Gennaro Troise fu ammazzato circa un mese dopo l’agguato a Mario. La
somiglianza era, in effetti, clamorosa. I due erano come due gocce d’acqua.
Perfino Maria Rosaria Trinchillo, quando i carabinieri di Pozzuoli le
mostrarono la foto di Gennaro Troise, lo scambiò per suo marito Mario.
“Da quando Mario è stato ucciso – aggiunge Maria Rosaria, 68 anni ben
portati – siamo rimasti soli con la nostra tragedia e il nostro dolore”.
“Non ho mai avuto il tempo di abbattermi - dice Maria Rosaria, in un
passo del libro - Avevo quattro figli da mantenere e andavo avanti grazie al
mio lavoro di inserviente in una clinica privata. Facevo anche i turni di notte
per portare a casa qualche soldo in più. Poi volli andare a parlare con il
magistrato che seguiva il caso…Volevo giustizia, non soldi. Il giudice mi
rispose che era una causa contro ignoti e che alla fine mio marito non me lo
avrebbe ripagato nessuno. Me ne andai mortificata. Mi sembrava tutto così
strano. E’ come se fosse passata una nuvola nera. E’ passata e poi è uscito il
sole…Da allora ho pensato che la morte ti può arrivare in tre modi diversi: la
prima è quando viene tuo marito la sera, chiude la porta e ti mette sul tavolo
soldi, gioielli, ti compra tutto quello che vuoi. Ti costruisce una grande
villa. Se è così te lo devi aspettare che un domani te lo ammazzano. Un’altra
morte è quella che ti manda il Signore. E quindi ti metti l’anima in pace
perché l’ha voluto Dio e l’accetti. La terza morte è per niente. Ecco, la morte
di mio marito è la terza: quando si muore per niente”.
Il libro di Raffaele
Sardo, ancora attualissimo, ha il grande merito di raccontare storie nascoste,
che pochi conoscono.