L’antica Masseria Chiavettieri fu costruita sugli avanzi di una Villa Romana

E’ situata alla fine di via San Pietro: alle sue spalle c’è il vallone Fossa del Carmine (detto Cavone) e l’area industriale di Marano


Se non fosse stata abbattuta per far posto ad altre abitazioni, la masseria Chiavettieri sarebbe sicuramente la più antica del nostro paese. Fu costruita in epoca romana, come fa intendere nel suo libro scritto negli anni 30, lo storico ed esperto di archeologia prof. Raffaele Galiero. “…Al “Chiavettieri” – è scritto a pag. 31 – (dove termina via San Pietro, ndr) si osserva un fabbricato tuttora abitabile, elevato su una casa certamente romana. Nella facciata, in generale, v’è tutta una costruzione moderna  ma a un metro o più dal suolo, e quindi dalle fondamenta, vi sono mura reticolate ed a rettangoli, che ci richiamano alla costruzione romana. Nel lato sinistro si conserva ancora un cunicolo con volta a mezza botte, tutto in costruzione romana, mentre nel lato posteriore gran parte della casa antica è ricolma di terriccio. Effettuato un piccolo scavo, venne alla luce una stanza rettangolare conservante ancora piccola parte del pavimento in marmo ed un sedile lungo il lato destro.. Era questo un vestibolo o un atrio, parti che precedevano la casa romana?... Furono trovati anche una porzione di un piatto dalla superficie nera e un pezzo di stucco che per i colori e per la fattura non è dissimile da una cornice di una edicola osservata nella casa delle Forme di Creta a Pompei. Questi pochi avanzi ci dicono che non si tratta di un’abitazione colonica, d’un praedium rusticum, ma di una casa signorile, appartenente a qualche ricco romano. Né ciò fa meraviglia se si pensi che lo stesso tenore di vita dei nobili romani esigeva che essi non avessero una sola abitazione, ma che possedessero almeno un fondo non lungi da Roma, un altro per la stagione dei bagni, e nel luogo di nascita: i “predia patrita”, cioè possedimenti paterni.

La masseria Chiavettieri era collocata lungo il percorso di una diramazione dell’antica via Consolare Campana
Il percorso della diramazione della via Consolare Campana venne descritto in una relazione del 1938 dal cavaliere Giacomo Chianese, ispettore onorario della Soprintendenza Alle Antichità della Campania e del Molise.
 Via Consolare Campania, un’arteria lunga 21 miglia, partiva da Pozzuoli e giungeva a Capua. Una sua diramazione passava per Calvizzano.
“La strada – scrive Chianese – dalla montagna spaccata, girando per San Petrillo ed il quadrivio della Madonna di Quarto, passando per le masserie si Sant’Agostino, De Falco, Casalanno, Contrada Marmolito, masseria Jaccarino e Cupa Orlando, San Rocco, masseria Merolla, passa per la masseria del Conte, poi passa per il cavone del Carmine (già siamo in territorio calvizzanese, ndr) e la masseria Chiavettieri. Prosegue fuori la chiesetta di San Pietro, Ponte di S Pietro, attraversava l’abitato di Calvizzano e passava fuori la chiesa di San Giacomo Apostolo (sono visibili enormi selci del percorso) e proseguiva per Mugnano, Chiaiano, fino ad arrivare a San Rocco di Napoli”.


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