Strada intercomunale Raffaele Granata, alcuni Comuni non avrebbero mai pagato a Metro Campania i canoni di concessione in uso
Giorno dell'inaugurazione |
Ci risulta che diversi Comuni attraversati da via
Raffaele Granata non avrebbero mai versato il canone annuale di concessione in
uso nelle casse di Metro Campania, proprietaria della strada cha da Marano (via
Falcone) conduce alla rotonda di Villaricca (quella di fronte al bar Elite)
toccando anche i territori di Calvizzano e di Mugnano. E’ probabile, dunque,
che ai Comuni inadempienti possano anche arrivare i decreti ingiuntivi, qualora
non dovessero onorare i loro debiti? Ricordiamo che a Marano tocca pagare un
canone annuale di 7.858 euro
(comprensivo di iva) soggetto a rivalutazione istat su base annua, a Calvizzano
circa mille euro all’anno come
Villaricca, a Mugnano poco più di 8mila
euro. I Comuni, ognuno per le sedi stradali di propria pertinenza, sono
responsabili civilmente, penalmente e amministrativamente nei confronti di terzi.
Sono altresì responsabili, sempre per le tratte di competenza, dei lavori
ordinari e straordinari di manutenzione e dell’illuminazione. Su alcuni tratti,
recentemente, ha anche fatto installare i rallentatori di velocità. La strada,
intitolata alla vittima della camorra Raffaele Granata, padre dell’ex sindaco
di Calvizzano Giuseppe Granata, fu inaugurata il 25 arile 2012, a distanza di 6
anni dalla posa della prima pietra dei lavori. Per l’ex sindaco Bertini, che la
volle a tutti i costi, dovrebbe essere già chiusa sia per la sua pericolosità
(è stata già teatro di diversi incidenti) perché, così come viene utilizzata,
non risolve il problema del traffico. La strada era stata concepita per
ospitare il Micrometrò, il fatidico tram leggero che si sarebbe dovuto
agganciare alla stazione di Piscinola della linea 1 del metrò. Un tram già
finanziato con circa 30milioni di euro,
ma persi per incapacità e mancanza di intraprendenza degli amministratori che
si sono succeduti negli ultimi tempi a Marano. I soldi, infatti, senza che
nessuno (sia della società civile, sia del panorama politico e
associazionistico locale) si opponesse, furono dirottati sul tratto Piazza
Dante-Piazza Bovio del metrò collinare.
“Fossi stato io al governo cittadino – dice Bertini
– avrei fatto le barricate, chiamando il popolo alla ribellione civile”.
La strada doveva essere larga otto metri per tutta
la sua carreggiata, invece in alcuni tratti
ricadenti nel territorio di Mugnano e di Villaricca, si è ristretta di
tre metri e, sull’ultimo spezzone (quello che fuoriesce sulla cosiddetta
“strada americana”), anche di quattro metri. Tutto questo perché, come spiegò l’ex assessore all’Urbanistica e ai
Lavori pubblici di Marano, Biagio Sgariglia, sarebbe subentrato il problema
della conduttura della Snam rete gas: per incamiciarla, infatti, sarebbero
occorsi circa 400mila euro che non
si sapeva da dove reperire, per cui si preferì restringere la carreggiata.
“In realtà il vero problema – come ci conferma un
tecnico del Comune di Marano - è che non si è avuto il coraggio di abbattere
qualche stabile che è stato costruito sull’area di sedime della strada, in
pratica di proprietà demaniale”.
Eppure se si pensa ai soldi sborsati da Marano per
l’opera, subentra una gran rabbia non vedervi poi più sfrecciare il tram
leggero.
Una strada costata al Comune di Marano, tra lavori e
spese di progettazione, un milione e
750mila euro di cui 100 mila euro
occorsero per i lavori di scavo e recupero reperti archeologici trovati in
località Calvizzano e che riguardano l’antica chiesa di San Giacomo, oggi
sepolta da arbusti ed erbacce. Al milione750mila euro vanno aggiunti 125 mila
più iva (erano inizialmente 185 mila più iva, prima che si addivenisse a una
transazione bonaria, condotta dall’avv. Onofrio Fioretto, incaricato dall’ex
sindaco di Marano, Mario Cavallo), da spalmare in 19 anni sul bilancio del
Comune di Marano, per canoni non versati dal 2002 al 2011 a Metro Campania nord
est, proprietaria della strada, data in concessione ai 4 comuni.
“Questa strada – aggiunge Bertini – è un autentico aborto, perché non ha niente a
che vedere con l’idea originale. La mia amministrazione la concepì unicamente
perché doveva passarvi il Micrometrò. Decidemmo, infatti, di accollarci, come
Comune, tutte le spese, perché ci sarebbero state poi rimborsate dalla Regione
in seguito al finanziamento del tram leggero, che doveva servire per liberare
la nostra città dall’asfissia del traffico, visto che non avevamo più nessun
collegamento rapido con le vie di grande scorrimento. Nell’idea progettuale (così
come risulta anche nel progetto definitivo redatto dalla Progin-Sintra per
conto della Regione e costato circa 400mila euro) doveva essere percorsa a
senso unico con tempi di percorrenza di tre- quattro minuti. Adesso, in alcuni tratti, è diventata addirittura una
strettoia.
Primo tratto dove comincia a stringersi |
Tratto finale dove c'è una ulteriore strozzatura |