Con circa
due anni di ritardo dalla promessa elettorale, l’amministrazione Salatiello si
appresta ad abolire il cosiddetto “minimo garantito” dalle bollette dell’acqua.
Nel Consiglio comunale di lunedì 30 marzo, infatti, si discuterà (ultimo punto all’ordine del
giorno) anche delle modifiche e integrazioni da apportare al regolamento idrico
comunale, approvato nel 2000 e modificato, nel corso degli anni, prima 2004 e poi
nel 2007. Dal 2005, però, le bollette relative ai consumi idrici sarebbero
tutte illegittime, poiché in contrasto con l’art. 1
della delibera CIPE n. 52 del 4 aprile 2001 che aveva previsto l’abolizione
progressiva del minimo garantito, attraverso un percorso di riduzione e
graduale eliminazione entro quattro anni, fissando il termine ultimo al 30
giugno 2005. Il Comune di Calvizzano non si sarebbe mai adeguato alla nuova
normativa. L’illegittimità viene anche sottolineata nella relazione stilata
dagli avvocati dello studio associato CGA, incaricati dal Comune per gli
adempimenti presso l’Autorita dell’Energia (AEEG) ai fini del calcolo della
nuova tariffa. Ma l’illiceità sarebbe ancora più evidente, se si considera che
in bolletta continuano a coesistere sia il minimo impegnato che la quota fissa
(i famosi 15,40 annui che, a Calvizzano, non si è mai capito a cosa servano
davvero). Fu lo stesso sindaco, infatti, a sottolineare questa anomalia,
durante il dibattito in Consiglio comunale sulla mozione presentata da
Sequino sulle tariffe acqua. Il Primo cittadino, probabilmente, non si rese
conto dell’autogol che fece, perché con la sua dichiarazione avrebbe potuto
innescare il meccanismo dei ricorsi. In ogni caso, l’amministrazione Salatiello,
seppur con notevole ritardo, ha deciso di adeguarsi alla delibera CIPE. Ma contestualmente alla modifica del
regolamento idrico, sarà anche valutata l’ipotesi di restituire all’utenza gli
importi ingiustamente versati dal 2005 per consumi e quantitativi addebitati
forfettariamente e non effettivamente erogati, attraverso una compensazione da
effettuarsi nelle bollettazioni successive?
Queste cose, comunque, le stiamo scrivendo e riscrivendo da anni. Il
Consigliere di minoranza, Biagio Sequino, aveva anche preparato una mozione
d’indirizzo (sotto pubblicata) per l’abolizione del minimo garantito: era
intenzionato a presentarla come integrazione all’ordine del giorno del
Consiglio comunale di lunedì prossimo o, al massimo, nel successivo consiglio
comunale, ma è stato anticipato dall’amministrazione che, nel frattempo, ha
predisposto le modifiche al regolamento idrico da approvare nell’assise
cittadina del 30 marzo.
Ecco il testo della mozione di indirizzo
che aveva preparato il Consigliere di minoranza Biagio Sequino
Al
Presidente del Consiglio Comunale
Comune
di Calvizzano
_______________________________
p.c. al Segretario Generale
Oggetto: mozione di indirizzo per
l’adeguamento della fatturazione delle forniture idriche alla disposizione CIPE n° 52 del 4 aprile
2001
Con la presente chiedo che venga
posta all’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio Comunale la
seguente
MOZIONE DI
INDIRIZZO
Il Consiglio
Comunale di Calvizzano
Visto che l’art.
1 comma 3 della delibera CIPE N° 52 del 4 aprile 2001 prevede l’annullamento
graduale del cosiddetto “consumo minimo garantito” nella fatturazione da parte
dell’ente delle forniture di acqua potabile e fissa al 30 giugno 2005 il termine ultimo per
l’azzeramento totale della modalità e passare alla imputazione dei consumi
effettivi sulla base di quanto rilevato dalle periodiche misurazioni
Constatato che decorso
il termine indicato il Comune di Calvizzano non ha provveduto ad adeguarsi ma
ha continuato a emettere le fatture a carico degli utenti sulla base del
“consumo minimo” addebitandone il relativo importo anche in presenza di consumi
inferiori risultanti dalle misurazioni riportate sui prospetti delle bollette
Considerato che tale
modalità di fatturazione è da considerarsi illecita e illegittima anche sulla
base di una consolidata giurisprudenza che con tali termini definisce il
perdurante utilizzo del criterio del “consumo minimo”
Visto che anche
le fatture emesse in riferimento all’annualità 2014 e attualmente in
riscossione viene mantenuto il criterio del “consumo minimo” e che pertanto le
stesse sono illecite e illegittime
IMPEGNA
L’AMMINISTRAZIONE
A provvedere
con immediatezza alla emanazione di tutti gli atti urgenti e indifferibili per
ricondurre la situazione nell’alveo della legalità e adeguare il sistema di
fatturazione dei consumi idrici alle disposizioni della delibera CIPE n° 52 del
4 aprile 2001 eliminando il ricorso al “minimo consumo garantito” e prendendo a
unico riferimento per la fatturazione dei consumi solo quelli effettivamente
risultanti dalle misurazioni valutando altresì l’eventuale efficacia
retroattiva della delibera CIPE per adottare le misure occorrenti per evitare
possibili ricorsi collettivi.
In Fede
Biagio Sequino