Delle irregolarità
amministrativo-contabili sarebbero responsabili tutte le amministrazioni che si
sono succedute negli ultimi venti anni. Non ci risulta che la sentenza sia stata pubblicata sul sito istituzionale
come disposto dalla Corte stessa
I giudici contabili nella deliberazione-pronuncia (così viene denominata in
gergo tecnico) del 18 febbraio 2015 sono stati molto chiari: “la complessità della situazione riscontrata
evidenzia, allo stato degli atti e nonostante le misure adottate e/o
programmate, il permanere di irregolarità amministrativo-contabili che possono
pregiudicare gli equilibri dell’ente locale, quali l’esistenza di residui
attivi (somme accertate e ancora non riscosse, ndr) ante 2011 pari a 6milioni858mila900,86 (distribuiti
temporalmente in modo crescente da 563,78 euro del 1995 a 1milione305mila915,2
del 2010) e un fondo svalutazione crediti (una posta che serve a fronteggiare eventuali
perdite, conseguenti alla cancellazione di crediti ritenuti inesigibili,
ndr) non conforme a legge; carenze nella riscossione delle entrate, pur
affrontate attraverso l’adozione di misure organizzative…”
La sezione regionale della Corte dei Conti aveva già bacchettato il Comune a
ottobre 2014, dopo aver esaminato il bilancio consuntivo 2012, approvato nel
2013 dal Commissario straordinario. I magistrati contabili avevano riscontrato diverse criticità e
irregolarità contabili e amministrative, per cui avevano sollecitato l’attuale
amministrazione ad adottare (nel termine di 60 giorni dalla comunicazione della
pronuncia), idonei provvedimenti per la rimozione delle anomalie individuate. Nonostante
l’amministrazione abbia assunto misure programmatiche, i cui effetti, anche alla
luce del periodo di transizione
contabile che gli enti locali stanno attraversando (entrata in vigore del d.l.
118/2011 sull’armonizzazione dei bilanci pubblici) andranno valutati nei
successivi esercizi finanziari, permangono le irregolarità sia amministrative
che contabili che possono pregiudicare gli equilibri dell’Ente locale.
Ma quali sono le criticità rilevate?
Residui attivi da riaccertare circa la
loro esigibilità
Sussistenza di una rilevante mole di residui attivi, con conseguente
necessità di condurre un’efficace azione di riaccertamento, per capire quali e
quanti di queste somme sono ancora esigibili. Azione che è stata operata, come
risulta dalla determinazione dirigenziale numero 1 del 9 gennaio 2015, a firma
del responsabile del Servizio finanziario, Salvatore Sabatino, per cui i
residui (sia quelli di vecchia che di nuova formazione) sono stati oggetto di “riaccertamento
straordinario, sula scorta delle ulteriori verifiche, per ogni singolo settore”.
L’operazione di riaccertamento ha condotto l’amministrazione dell’Ente alla
cancellazione di residui attivi (crediti) vecchi pari a 876mila227,16 euro e residui passivi (debiti) vetusti pari a 845mila228,31
euro.
“La quasi coincidenza degli importi
di residui attivi e passivi eliminati – scrivono i giudici contabili – ingenera
il sospetto che i residui attivi siano stati eliminati in funzione della
quantità di residui passivi cancellabili, anziché a seguito di una autonoma
analisi specifica degli stessi”.
La Sezione che ha redatto la pronuncia, dunque, ricorda al Comune che una
corretta attività di riaccertamento dei residui avrebbe richiesto un’analisi più
minuziosa per ciascun residuo, al fine di individuare gli elementi giuridici
(di diritto civile e/o tributario) in relazione ai quali poter attestare i
presupposti per il mantenimento, per la cancellazione definitiva o la
reimputazione di ciascun residuo. Pertanto, il Comune sarà oggetto di
monitoraggio da parte della Corte stessa, per verificare la corretta attività
di riaccertamento. In ogni caso, il responsabile del Servizio finanziario e i
responsabili degli altri settori sono richiamati, ognuno nell’ambito delle
proprie competenze, all’osservanza dei principi contabili. Nel contempo si
invita anche il Revisore dei conti a prestare la massima attenzione alla
verifica del corretto rispetto dei principi contabili in materia e a porre in
essere le necessarie misure di monitoraggio e verifica della sussistenza dei
presupposti relativi al mantenimento dei residui attivi e passivi.
Difficoltà di riscossione delle entrate
Tante persone non pagano tasse e tributi, nonostante tutto si è fatto ben
poco per combattere il fronte dell’evasione. Per questo motivo molti residui
attivi diventano, poi, crediti inesigibili, perché per la maggior parte
potrebbero essere andati in prescrizione.
A tal proposito la Corte fa presente che il Comune dovrà adoperarsi per
mettere in campo i provvedimenti necessari per il miglioramento delle procedure
di riscossione. Bisogna dunque migliorare sostanzialmente la gestione della
critica fase dell’entrata, “evitando di
adottare provvedimenti di facciata”.
Residui passivi e pagamenti
Anche su questo fronte le cose non andavano (con le vecchie amministrazioni)
e sono continuate (con la nuova) a non andare bene. Nella pronuncia si fa
riferimento a “gravi patologie nel sistema dei pagamenti”. Inoltre, è
assolutamente insufficiente l’attività informativa dell’Amministrazione dell’Ente
“nell’adottare adeguati meccanismi di controllo interno e di verificare l’idoneità
dei presidi procedurali in materia di tempestività dei pagamenti delle
Pubbliche amministrazioni”.
Per i giudici contabili non sarebbero stati gestiti correttamente i soldi (anticipazione
di liquidità) chiesti alla Cassa Depositi e prestiti, destinata al pagamento di
debiti certi, liquidi ed esigibili al 31-12-2012, “ ovvero di debiti fuori
bilancio che alla stesa data erano già riconoscibili, anche se il
riconoscimento sia intervenuto successivamente. Permane, allo stato degli atti, preoccupante l’andamento della
criticità in esame”.
Il Comune, dunque, è tenuto a trasmettere alla sezione della Corte dei
conti, entro 30 giorni dalla comunicazione della pronuncia, adeguata
informativa sull’entità dei debiti pagati dall’Ente con la liquidità erogata
dalla Cassa Depositi e Prestiti, ai sensi del d.l 35/2013 (cosiddetto decreto
spalma debiti).
Persistenti squilibri nella gestione di
cassa con utilizzo continuativo e reiterato di anticipazioni di tesoreria
La mancanza di soldi liquidi in cassa, per lo svolgimento di determinate
prestazioni o per il pagamento degli stipendi, ha fatto sì che si ricorresse,
specialmente negli anni antecedenti al 2013, continuamente alle anticipazioni
di tesoreria (una sorta di scoperto bancario), con relativa mancata copertura
entro l’anno, il che ha fatto lievitare in
maniera esponenziale gli interessi passivi da pagare al tesoriere comunale
(Geset). L’attuale amministrazione ha riferito alla Corte che da settembre 2013
non ha fatto più ricorso all’istituto delle anticipazioni di tesoreria, con
abbattimento dei relativi interessi. La Sezione dal canto suo osserva che pur a
fronte di un dichiarato intrapreso processo di risanamento, manca una precisa analisi dello squilibrio
nella gestione di cassa.
“E’ auspicabile – è scritto nella
deliberazione/pronuncia – che l’Amministrazione dell’Ente compia un’analisi in
tal senso. L’individuazione dei fenomeni gestionali che causano gli squilibri
di cassa costituisce infatti il presupposto necessario per assicurare la
regolarità nella gestione finanziaria. La Sezione invita, pertanto, l’Ente a
monitorare la situazione di cassa, già in passato oggetto di plurimi rilievi di
questa Sezione (pronuncia n.26/2013) fino all’adozione di provvedimenti idonei
a ripristinare una corretta gestione finanziaria”.
Debiti fuori bilancio
Si tratta di somme non previste in bilancio, formatisi nel corso dell’esercizio
finanziario (sentenze passate in giudicato, acquisizioni di beni e servizi
senza impegno spese). In merito alla segnalazione della Corte dei Conti di
ottobre 2014, sul notevole ammontare di
debiti fuori bilancio non tempestivamente riconosciuti dal Consiglio comunale,
il nostro Ente, nell’assise dell’8-10-2014, ha riconosciuto debiti fuori
bilancio per la complessiva somma di 153mila191,85
euro.
La Sezione su questo argomento osserva che, nel caso di debiti fuori
bilancio derivanti da sentenze esecutive, il significato del tempestivo
provvedimento in Consiglio non è quello di riconoscere una legittimità del
debito che già esiste, ma di ricondurre al sistema di bilancio un fenomeno di
rilevanza finanziaria che è maturato all’esterna di esso. Nonostante l’avvenuto
riconoscimento del debito di 153mila191,85 euro, si evince il perdurante
mancato controllo di tale fenomeno da parte dell’Ente, reso evidente dall’assenza
di un apposito stanziamento per affrontare l’onere connesso a possibili
situazioni debitorie fuori bilancio. Stanziamento che, pur non obbligatorio, è
opportuno al fine di assicurare la copertura ai debiti fuori bilancio insorti,
per l’adozione delle misure di riequilibrio necessarie a effettuare i pagamenti
nei termini di legge.
La Corte dei conti ha inoltre disposto che la pronuncia (arrivata al
protocollo del Comune il 19 febbraio 2015) venga pubblicata sul sito internet
dell’amministrazione comunale. Noi, finora, non l’abbiamo ancora vista.