Il Piano quasi perfetto

                                                                   (almeno sulla carta)
                                                            

Le idee prevalenti nella nuova proposta di Piano urbanistico (ex Piano regolatore) targato Salatiello, a nostro avviso, sono quasi perfette.  L’elaborato è di una chiarezza unica: accessibile anche a coloro che non sanno nulla di progettazione urbanistica. Per la prima volta non vengono usate le solite frasi incomprensibili che esprimono solo concetti astratti. Infatti, nella bozza che abbiamo potuto leggere in anteprima, dove vengono illustrati gli obiettivi strategici zona per zona della città, è scritto tutto in maniera semplice ed elementare. Ma al di là del fatto che sono state prese in considerazione quasi tutte le proposte (evidentemente ritenute degne di attenzione) che andiamo ripetendo su questo blog da anni, se il progetto dovesse andare in porto nella sua interezza si andrebbero a riparare molti guasti urbanistici perpetrati negli anni. E non esageriamo nell’affermare che potrebbe trattarsi di una sorta di Piano Robin-Hood, dove, almeno sulla carta, emerge il principio di togliere ai troppo ricchi per dare ai più deboli. Finalmente predomina il verde sul cemento; vengono rispettate le identità storiche e culturali locali; inoltre si è compreso che non se ne può più fare a meno di strade larghe e alternative e di tanti parcheggi in città e in periferia. Un piano urbanistico nel quale la qualità della vita, la scuola, l’associazionismo, le periferie la fanno da padroni. Inoltre, si è avuto finalmente il coraggio di scrivere che saranno allargate via Garibaldi e via Mazzini (le strade che conducono alla parrocchia di Santa Rita, per intenderci): speriamo che ciò sarà anche realizzato, così, da quelle parti, il traffico sarà sicuramente più fluido, diminuiranno i pericoli che crea qualche costruzione nata a spigolo e la gente potrà infine passeggiare su comodi e larghi marciapiedi. Non ci sarebbe dispiaciuto se si fosse fatto cenno anche al recupero delle masserie e alla realizzazione di un teatro, visto che a Calvizzano, patria di tanti artisti, operano diverse compagnie teatrali amatoriali. Idee per le quali ci battiamo da una vita. Certo che il percorso è ancora lungo: il tempo ci dirà se è finita davvero l’epoca in cui il solito direttorio politico-partitico, finalizzato alle più disparate spartizioni in tutti i sensi, la faceva da padrone e se prevarrà veramente la bussola della trasparenza e del bene comune. Si dice che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma chi ben comincia è sicuramente già a metà dell’opera.      

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