Secondo
il consigliere di minoranza non sarebbero stati tenuti in giusta considerazione
i dati reali, legati alla gestione del
servizio idrico e del consorzio
cimiteriale, perché avrebbero fatto emergere un cospicuo disavanzo di
amministrazione
Per
il battagliero consigliere di opposizione Biagio Sequino, il conto consuntivo
2013, approvato recentemente in consiglio comunale, non fotograferebbe affatto
la situazione reale dei conti del Comune al 31-12-2013. Il motivo? Gli
effettivi residui attivi (somme accertate ma non ancora riscosse) sarebbero
inferiori a quelli iscritti in bilancio, mentre i reali residui passivi (spese
impegnate ma non ancora effettuate) sarebbero superiori a quelli emersi nel
consuntivo. Tutto ciò darebbe luogo a un saldo negativo, quindi a un disavanzo
di amministrazione e non a un avanzo di 293.664,74
euro, come risulta dallo schema di bilancio. Cerchiamo di far capire meglio
questo concetto anche a coloro che non masticano di contabilità attinente agli
enti locali. Nel bilancio di previsione 2013, nel capitolo delle entrate
extratributarie, per la voce acqua è stato previsto un incasso di 931.587 euro: entrata che si sarebbe
potuta concretizzare solo con una tariffazione di 0,90 euro a metro cubo
(eccedenza a 1,80 euro a metro cubo, entrambe calcolate dal funzionario
comunale responsabile del tributo e approvate dal Commissario straordinario), a
condizione, chiaramente, che tutti gli utenti si fossero recati in Tesoreria
comunale o all’ufficio postale a saldare il conto. Con l’avvento
dell’amministrazione Salatiello, invece, è stato deciso di far pagare l’acqua riferita
ai consumi 2013, con la vecchia tariffa (calcolata all’epoca di Granata
sindaco), cioè di 0,50 euro a metro cubo (eccedenza a 1,62 euro a metro cubo),
per cui andava contabilizzato in bilancio un introito di 683.777 euro, vale a dire di 247mila800
euro in meno a quello previsto. Inoltre, per quanto concerne la questione Consorzio
cimiteriale (del quale fanno parte Calvizzano e Mugnano), nel rendiconto 2013
sono presenti residui passivi per 792mila
euro, anziché 1.129.377,11 euro
( una differenza di 337.377,11 euro per
la quale, come è scritto nella relazione del revisore dei conti, entro il
termine dell’esercizio devono essere adottati provvedimenti per la
riconciliazione tra il nostro Comune e il Consorzio). Secondo Sequino, dunque, sommando
l’avanzo di cassa al 31-12-2013 (1.267.185,89
euro) ai residui attivi e sottraendo
quelli passivi, risulterebbe un cospicuo disavanzo di amministrazione. Per
dirla in maniera più semplice, il Comune avrebbe più debiti che crediti e
liquidità. Ma che succede quando c’è un disavanzo?
“Scatterebbero
– afferma Sequino – le procedure previste dall’art. 191 del DLGS 267/2000, vale
a dire che è fatto espresso divieto di assumere impegni e pagare spese per
servizi non espressamente previsti per legge (stipendi dei dipendenti,
funzionamento degli uffici, acquedotto, nettezza urbana, illuminazione
pubblica, eccetera). Sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni
già assunti nei precedenti esercizi. In pratica, sarebbe impensabile per
l’amministrazione la riduzione dell’addizionale Irpef e di altre tasse. A
questo punto salterebbe anche il servizio civico comunale, essendo la spesa
sostenuta una spesa liberale, cioè non espressamente prevista per legge”.