Lunedì
18 novembre, alle ore 17.00, è previsto un sit-in di protesta davanti al Comune
Se la politica locale non fa niente per evitare
l’installazione di altri ripetitori di telefonia mobile, allora ci pensa la
Chiesa a colmarne il vuoto. I ragazzi dell’azione cattolica, guidati da Antonio
Botta, delfino di don Ciro, hanno organizzato un sit in di protesta pacifica davanti
al Comune. L’incontro è previsto per il 18 novembre alle ore 17.00,
all’insegna dello slogan “Noi vogliamo
vivere!!!Pensa ai tuoi figli!!!”. Gli organizzatori sperano in una forte
affluenza di cittadini, in modo da poter amplificare il dissenso
all’installazione delle antenne telefoniche sul territorio calvizzanese, ma
anche per chiedere agli amministratori di attivarsi per far rimuovere quelle
esistenti. Intanto, si è appena materializzato il mega ripetitore di via
Scarlatti e già corre voce che un privato starebbe per sottoscrivere un contratto
con una nota azienda di telefonia mobile, per installare una mega antenna sul lastrico
solare della sua abitazione di via Eduardo De Filippo. Se ciò dovesse concretizzarsi,
nella nostra città di appena 3,9 km/q, salirebbero a 7 ripetitori (tenendo conto
anche quello di Corso Mediterraneo, a pochissimi metri da Calvizzano), ai quali
vanno aggiunti una sottostazione di trasformazione alta-media tensione e una
linea alta tensione. Roba da far venire i brividi anche ai più accaniti fautori
delle nuove tecnologie. Bisogna far subito qualcosa, per evitare ulteriori
aggressioni inquinanti al nostro paese, probabilmente considerato una sorta di
Bengodi da alcune multinazionali della telefonia, visto che, da queste parti, non
troverebbero forti ostacoli ai loro progetti? Cosa fare? Noi del Blog lo stiamo
scrivendo da anni: bisogna convocare urgentemente un Consiglio comunale per
approvare una delibera d’indirizzo, con la quale s’impegna l’amministrazione a
sospendere tutti i procedimenti in itinere e le eventuali autorizzazioni già
rilasciate per l’installazione di antenne, nelle more che venga redatto, nel
giro di tre mesi, il Piano di distribuzione delle antenne. Nel contempo,
bisognerà chiedere l’intervento dell’Asl per la valutazione dei rischi legati all’esposizione
ai campi elettromagnetici.