“L’estromissione di Borrelli e Napolano dalla lista Pirozzi,
a favore della nostra candidatura – ha detto Cavallo – è per noi già una
vittoria”.
Ma come reagiranno, adesso, i due noti politici locali,
prima illusi e poi fatti fuori da Pirozzi? Quale contromossa ha in mente, da dietro
le quinte, Granata? Dopo l’affronto subito, busseranno alla porta di Salatiello,
per sperare in qualche accordo last-minute? Andranno con Morra o presenteranno
una lista con il simbolo del Partito democratico, con la novità di un candidato
sindaco donna? Abbiamo girato i quesiti a Cavallo per conoscere la sua idea.
“A questo punto, non sono in grado di prevedere più niente –
ci ha risposto – So solo che Granata ha smantellato prima un’amministrazione
che poteva durare tutti i cinque canonici anni di consiliatura e poi un
partito”.
Intanto, pare, sia
stata risolta anche la questione delle candidature di Antonio Ferrillo e di Roberto
Vellecco. Pirozi non li avrebbe voluto nella sua lista, per una questione di coerenza
politica, come ci ha riferito qualcuno vicino al suo entourage, ma anche perché
non li stimerebbe dal punto di vista politico. Vellecco, infatti, nel corso dell’ultima consiliatura, abbandonò
Pirozzi, passando dai banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza, per
dare una mano a Granata sull’approvazione del Bilancio di previsione e Pirozzi
pare non abbia mai digerito quel gesto del salto della quaglia. Per quanto
concerne la candidatura Ferrillo, probabilmente sarà ritornato, come un flash
back, nella mente di Pirozzi, lo scontro al calor bianco che ci fu tra i due
nel consiglio comunale del 29 dicembre 2010. In quell’occasione, se le cantarono
di santa ragione, senza farsi alcun sconto.
“Tu costavi molto – tuonò Pirozzi – e io, da sindaco, non ero in grado di soddisfare le tue esigenze”.
Poi, l’ex sindaco, chiarì che si trattava di richieste politiche.
Non si fece attendere la risposta di Ferrillo: “Tu – disse, senza peli sulla lingua – non hai saputo fare né il sindaco né il consigliere comunale: sei riuscito a rimanere a galla, perché hai costituito una maggioranza alternativa rivolgendoti a Marano”.
Anche Ferrillo, da noi interpellato, chiarì cosa intendeva dire per Marano e cioè che Pirozzi aveva chiesto aiuto politico ad Antonio Di Guida che, all’epoca, era consigliere comunale a Calvizzano.
“Tu costavi molto – tuonò Pirozzi – e io, da sindaco, non ero in grado di soddisfare le tue esigenze”.
Poi, l’ex sindaco, chiarì che si trattava di richieste politiche.
Non si fece attendere la risposta di Ferrillo: “Tu – disse, senza peli sulla lingua – non hai saputo fare né il sindaco né il consigliere comunale: sei riuscito a rimanere a galla, perché hai costituito una maggioranza alternativa rivolgendoti a Marano”.
Anche Ferrillo, da noi interpellato, chiarì cosa intendeva dire per Marano e cioè che Pirozzi aveva chiesto aiuto politico ad Antonio Di Guida che, all’epoca, era consigliere comunale a Calvizzano.
Insomma, Pirozzi avrebbe preferito rifiutare il pacchetto sicuro
di circa 400 voti che metterebbero insieme Vellecco e Ferrillo, anziché subire
giustificati attacchi in campagna elettorale? Cosa faranno, adesso, i due eterni
“gemelli” della politica locale? Busseranno pure loro alla porta di Salatiello?
Continueranno a essere “un corpo e
un’anima” politicamente parlando, o si divideranno come è accaduto alle scorse
amministrative?
Altra incognita resta la candidatura di Giuseppe Scimia:
pure lui, dopo che molti suoi “pazienti
– elettori” gli avrebbero fatto intendere che non l’avrebbero votato se si
fosse candidato con Salatiello (Scimia, in passato, è stato uno strenuo critico
e oppositore di Salatiello), avrebbe bussato alle porte di Pirozzi che, a
quanto pare, non le avrebbe mai aperte. Mauriello, poi, in seguito all’appoggio
di diversi suoi grandi elettori al Movimento 5 stelle alle ultime elezioni
politiche, pare si sarebbe convertito pure lui al grillismo, come si vocifera?
Staremo a vedere. Al momento questi sono i fatti che farebbero venire in mente alcune
strofe della famosa canzone di Branduardi, “Alla fiera dell’est”. Le
riproponiamo: “E venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l’acqua che
spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il
gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò”.