6 giugno 1993. Ai nastri di partenza si presentarono
4 liste: Democrazia cristiana, con
il candidato sindaco Giuseppe Salatiello, all’epoca venticinquenne; Iniziativa democratica di sinistra con candidato a sindaco Antonio
Migliaccio; Alternativa popolare con
candidato a sindaco Giuseppe Granata, all’epoca ventiseienne; Movimento sociale italiano con
candidato a sindaco il compianto medico Francesco Davidde. Stravinse la diccì,
che riportò ben 2700 voti (44,3%) e conquistò con Salatiello la poltrona di Primo
cittadino e 13 seggi. Furono eletti Giacomo Pirozzi, Corrado Di Maria, Giacomo
Ruggiero, Giovanni D’Errico, Salvatore Agliata, Ivano Migliaccio, Amalia
Sansone, Roberto Vellecco, Vittorio Cavallo, Antonio Ferrillo, Raffaele
Gagliardi, Pietro Tarantino, Gaetano Felaco. Al secondo posto si classificò
“Iniziativa democratica di sinistra (aggregazione Pds-Psi) che riportò 1637
voti, conquistando 4 seggi: Antonio Migliaccio, Giovanni Cavallo, Giacomo
Trinchillo, Cristofaro Agliata. Al terzo posto si piazzò la lista civica
“Alternativa popolare”, con 984 voti, conquistando 2 seggi: Giuseppe Granata e
Giuseppe Di Luna. Al quarto posto l’Msi con 583 voti e un seggio: Francesco
Davidde. Gli altri candidati di Alternativa popolare furono: Giovanni Agliata,
Mario Cerasuolo, Nicolina Costa, Francesco D’Anna, Ornella De Mattia, Dino
Fioretto, Carmela Guida, Giacomo Liccardo, Alfonso Maurizi, Vincenzo Oliveto,
Ciro Piccirillo, Maria Rosaria Sabatino, Innocenzo Rispo, Carolina Salatiello,
Gennaro Salatiello, Milena Sarnelli, Antonio Silvestre, Giuseppe Silvestri,
Maria Rosaria Trinchillo. La diccì riportò 600 consensi in più della precedente
tornata elettorale amministrativa dove i democristiani furono quasi
ininterrottamente in giunta e, negli ultimi dieci mesi, con l’appoggio del Pds,
ricoprirono anche la carica di sindaco, sempre con Salatiello. Se in casa
scudocrociato la soddisfazione fu grande, a sinistra fu vera tempesta. Pds,
socialisti e rifondazione tentarono un esperimento di aggregazione per
contrastare al meglio la Dc. Nacque così Iniziativa democratica che candidò il
pidiessino Antonio Migliaccio, già sindaco nel 1990-91. La lista ebbe un vero e
proprio tracollo elettorale: sulla carta disponeva di 5mila consensi, tanti
quanti erano i voti ottenuti da Pci e Psi alle ultime elezioni. Sul crack
elettorale della sinistra pesarono le vicissitudini giudiziarie di Giulio Di
Donato (calvizzanese assurto alla ribalta della politica nazionale fino a
diventarne vicesegretario ai tempi di Craxi) che guidava dall’alto la vita
politica cittadina. Successo a sorpresa della civica Alternativa popolare, che
all’epoca faceva riferimento alle posizioni dei Popolari per la riforma di Mario
Segni. Piazzarono due consiglieri sugli scranni dell’aula consiliare, tra cui
il futuro sindaco di Calvizzano Giuseppe
Granata che, recentemente, ha terminato il suo mandato 4 mesi e mezzo prima
della sua scadenza naturale.
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