Antonio Ferrillo, politico sempiterno con il fiuto della vittoria



Su  Antonio Ferrillo i suoi denigratori hanno provato a dirne tante: che è un vecchio epigono della politica spettacolarizzata, che è il re della pantomima, che, da vecchio democristiano, ama l’arte della mediazione, finalizzata solo ai suoi interessi elettorali, che, nonostante abbia esercitato diverse volte il ruolo di assessore al Bilancio e alla Finanze, saprebbe poco di riequilibrio di bilancio e di assestamento dei conti. Per noi, invece, Ferrillo resta un gran simpatico, con una grande qualità riconosciutagli da tanti e che in politica conta: il fiuto della vittoria. Pare che nella sua quasi quarantennale carriera politica, non sia mai stato all’opposizione e abbia sempre indovinato il cavallo vincente su cui puntare per dare il suo appoggio. Oggi, nonostante le turbolenze politico-amministrative locali, lo si vede sempre più vicino a Granata. Avrebbe capito, come si dice in giro, che l’ex sindaco Salatiello, per  assecondare le smanie politiche degli altri quattro adepti del suo gruppo, soprattutto quelle dei consiglieri comunali  Scimia e Mauriello, si sarebbe incartato e starebbe perdendo consensi in  città. Abbiamo chiesto a Ferrillo di fornirci la sua versione su come i cinque dissidenti  potrebbero votare il bilancio di previsione, un momento topico per un’amministrazione perché, nel caso specifico, potrebbe essere decretata la fine dell’esperienza Granata.
“Si asterranno – dice – poi creeranno problemi sul Puc al momento del voto. Ma credo che sia una strategia perdente, perché potrebbe portarli alla loro “morte” politica”.    

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