Archiviata la fase delle osservazioni, il puc si avvale di
altri due tasselli importanti: il parere favorevole dell’Autorità di bacino,
l’organismo regionale che si prefigge, tra le sue finalità, la difesa del
suolo, per preservarlo dai rischi idrogeologici, e la Vas (Valutazione
ambientale strategica), inviata dalla Regione e approvata dalla giunta comunale.
La finalità della Vas è quella di promuovere lo sviluppo sostenibile
coniugandolo, nel contempo, con un elevato livello di protezione dell’ambiente.
Insomma, l’iter va avanti a tutto spiano.
“Siamo a circa all’80 percento dell’intero percorso – dice
il sindaco Granata -: entro la fine del mio mandato il puc sarà operativo”.
Non la pensa così Teresa Ricciardiello, architetto maranese
(la sua famiglia è di origini calvizzanesi) ed esperta di piani urbanistici: ha curato le osservazioni
al puc di diversi proprietari terrieri.
“Questo piano – dice – sarà sicuramente bocciato dalla
Provincia, poiché non è conforme al PTCP (Piano territoriale di coordinamento
provinciale). Nella zona catalogata D2, vale a dire di ampliamento per
l’artigianato e per il commercio, nel PTCP, all’art. 46, è individuata come
area di particolare rilevanza agronomica, quindi da sfruttare solo per uso
agricolo”.
Il nuovo puc stima un fabbisogno di 6 mila vani, quindi
altre 1500 case, il che significherebbe, un aumento medio della popolazione,
nel prossimo quinquennio, di circa 5mila abitanti. Ci porteremmo, dunque, a
circa 20mila abitanti, che non sono pochi se rapportati a una superficie di
circa 4 chilometri, ma neanche tanti, se confrontati con Melito (38mila
abitanti su poco più di 3,5 km/q, con una densità di 10.258ab/kmquadrato.) e
altri comuni della provincia di Napoli. La nostra densità (attualmente la più
bassa del comprensorio giuglianese), a piano saturo, passerebbe dagli attuali
3257,54ab/kmq a circa 5mila ab/kmq.