“Mi chiamo Flora Angellotti e sono dispiaciuta per lo scioglimento, ma non c’azzecco proprio niente con i camorristi: adesso ve lo spiego…”

                                                

Dal profilo facebook dell’ex consigliera di maggioranza

Mi chiamo Flora Angellotti ho 35 anni e sono dispiaciuta che mi sciolgono per infiltrazioni camorristiche anche se io non c’azzecco proprio niente con i camorristi, anzi! E mo’ vi spiego. Per chi non conosce io sono cresciuta a pane e politica nel vero senso della parola, in verità a volte più politica che pane perché a casa mia se non finivano le riunioni di partito, se non si tornava dalle campagne elettorali, affissioni e volantinaggi, non si metteva neanche il piatto a tavola.

A meno che non fossimo nel periodo delle Feste de L’Unità o Rossodisera, allora li la cena era assicurata dalla paninoteca che sfornava fine a notte.

Per chi poi ha avuto modo di conoscere quella capa tosta di mio padre, Castrese, può solo immaginare come io sia stata educata alla politica. Per tacere di mia Zia Flora omonima, combattiva Consigliera comunale del PCI della fine degli anni ‘80.

Pure mio padre, Castrese Angellotti, Comunista tre volte eletto in Consiglio a Marano con Rifondazione Comunista ha subito l’onta dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche, camorristi che lui ha sempre conosciuto e combattuto senza timore. Fu proprio da un episodio di una aggressione subita durante una notte di affissioni di manifesti elettorali che il suo stato di salute cominciò a farci preoccupare tutti.

Appunto lo scioglimento, come funziona: ti arriva una notifica del Decreto firmato da tutte le autorità, e infine dal Presidente della Repubblica che ti dice in buona sostanza, sei stato destituito dal ruolo di consigliere per il quale sei stato eletto per “evidenti”, a papà così scrissero, infiltrazioni e influenze della criminalità organizzata nelle attività della amministrazione comunale… eccetera eccetera.

Ricordo che quando nel 2004 venne sciolto per la

seconda volta il Consiglio, papà e i suoi compagni si incazzarono, alcuni addirittura piangevano dalla rabbia per essere tacciati di inquinamento camorristico. Fecero ricorso e vinsero e tonarono a governare.

Adesso pare debba capitare a me. Già mi aspetto la lettera, e io non è che avevo tutta sta voglia di fare carriera politica, però mi piaceva poter fare qualcosa per i più deboli, curarmi che qualche ingiustizia venisse risolta, insomma sono stata orgogliosa come la mia famiglia di essere stata eletta e di rappresentare la mia città.

So bene che l’amministrazione Visconti a cui non ho mai risparmiato critiche e a cui non ho mai chiesto incarichi, non stesse girando per il meglio, e che molto meglio si sarebbe dovuto fare per Marano, ma da qui a scioglierci per camorra, questo proprio non lo capisco. Non per la mia persona, sono talmente lontana dalle logiche camorristiche che non mi scalfisce neanche l’idea che il coinvolgimento mi possa riguardare, ma ne sono dispiaciuta, triste. Avrei voluto fare qualcosa di più per la mia città e adesso non potrò più farlo direttamente.

Se si farà ricorso io lo farò ma non per restare attaccata al ruolo, i cittadini mi hanno eletto e quei pochi voti presi me li sono guadagnati tutti sulla fiducia e me li merito tutti, ma perché voglio che nessuno possa accostarmi a fenomeni che non mi appartengono.

E poi anche perché sono tignosa, mia madre dice “rispostera”, che non mi tengo niente insomma ja, e mi piacerebbe proprio tanto che quelli che stanno da tanto tempo tifando per lo scioglimento senza tifare per la città e senza tifare contro i veri camorristi, si possano ingoiare la lingua per una volta, quelli che la politica la fanno senza essere nato a pane e politica, ma a pane e sospetti, a pane e inciuci, spero possano rimanere come si dice a Marano a pane e acqua.

 

Flora Angellotti

 

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