Calvizzano. Palazzo San Liguoro, un altro patrimonio della città da tutelare: risale agli inizi dell’ XI secolo


Dagli appunti dei compianti Peppe Barleri e Cristofaro Agliata. Consigli per la Pro Loco Calvizzano: verificare se su questo palazzo e su altri di interesse storico, tra cui quello Ducale, esiste il vincolo della Soprintendenza ai Beni Architettonici, e di avviare, qualora non vi fosse,  il procedimento di imposizione del vincolo  





L'antichissima  e pregiata mattonella in maiolica napoletana raffigurante l'immagine di San Gregorio Armeno 

Alla via Conte Mirabelli al civico 26, si apre un grande arco “
Arco di San Liguoro” sul quale, da secoli, si può ammirare una pregiata mattonella in maiolica napoletana che raffigura l’immagine di San Gregorio Armeno.

L’appellativo San Gregorio, in napoletano arcaico è pronunciato “San Liguoro” oppure "San Ligorio”, ma nella parlata calvizzanese assume una pronuncia ancora più deformata, ad esempio: “Sant’Lijolo”.

L’anno di edificazione di quest’antico palazzo rurale è incerta, ma è cosa certa che esso risale a molto prima del 1021, poiché a questa data è fatto risalire un antico documento, nel quale è attestato che, il monastero di San Gregorio Armeno in Napoli, aveva numerose proprietà nel territorio di Calvizzano. Nello stesso documento, si annovera che la Badessa del monastero di San Gregorio Armeno (quale “dominus” della masseria di San Liguoro in Calvizzano) aveva lo “Ius Pertinentia”, ovvero il diritto a ricevere dai coloni, due volte l’anno, una parte delle primizie prodotte nei terreni di Calvizzano.

“O’ palazzo e’ Sant’Lijolo” anticamente era molto più grande: l’ingresso era dato dall’attuale arco che sorge su via Conte Mirabelli (antica via dell’Olmo) ed abbracciava l’attuale fabbricato, l’aia, il cortile, estendendosi fino all’omonima chiesa, sita a ridosso dell’attuale piazza Umberto I. Inoltre, al palazzo-masseria erano annessi molti ettari di terreno per la coltivazione e l’allevamento di animali. Oggi, dell’antica masseria è rimasto ben poco; Solo alcune abitazioni in fondo al cortile e il cellaio (scantinato) a confine con la proprietà Ruggiero sono di epoca. I restanti edifici nei secoli, sono stati totalmente trasformati.

Molto prima dell’anno 1000, sull’antica via dell’Olmo, quasi adiacente alla Chiazza della Chiesa (piazza Umberto I), era stata costruita attigua al palazzo-masseria, un’antica chiesetta dedicata a San Liguoro, questa era retta da un cappellano nominato dalla Badessa del monastero di San Gregorio Armeno in Napoli, il quale celebrava la messa una volta a settimana per le famiglie dei coloni della masseria.

In seguito all’abbattimento della chiesa della “SS. Annunziata”, resosi necessario per far posto alla costruzione della grande chiesa di Santa Maria delle Grazie, posta al centro del casale, per molti anni nella cappella di San Liguoro si conservò il Santissimo e si amministrarono tutti i sacramenti ai fedeli calvizzanesi.

Foto del 2013: si nota ''ingresso dell'antica cappella alle spalle dei Fujenti 

L’ingresso dell’antica cappella di San Liguoro, era situato di fianco alla navata della Congrega dell’Assunta (oggi proprietà Palumbo). Sul davanti un piccolo atrio con portale d’entrata, immetteva in un’ unica navata (lunga 14 metri, larga circa 6 metri ed alta 6,40 metri). Il tetto, era coperto da tegole e sostenuto da travi ed architravi mentre,  il pavimento era lastricato in lapilli battuti. Sulla parete che guardava a mezzogiorno, si aprivano tre finestre lunghe e strette e su quella a settentrione ve ne erano quattro. In fondo alla cappella vi era una piccola tribuna con l’altare maggiore e sulla parete affrescata l’immagine della Vergine tra i santi. Un altro altare era situato all’ingresso eretto in onore di Sant’Antonio da Padova, demolito poi,  per ordine della Santa Visita dell’Arcivescovo Giacomo Cantelmo nel 1692. A sinistra dell’ingresso vi era un piccolo campanile, confinante con la chiesetta di San Cristoforo (già esistente nel 1542) situata dove vi è l’attuale abside e la sagrestia della Congrega dell’Assunta (edificata nel 1701).

La cappella di San Liguoro fu aperta al culto fino al 1819, e successivamente abbandonata, poiché gran parte del tetto era stato scoperto e le mura presentavano numerose crepe. Nel 1821, il Reverendo don Pasquale Giglio, fu Giuseppe, con pubblico istrumento, datato 15 ottobre 1821, acquistò dalla duchessa Donna Lucia  de Vera d’Aragona, del fu Domenico Luigi e vedova del Cav. Preside Don Domenico de Vera D’Aragona, l’ormai fatiscente cappella per ducati 276,55, mentre fu pagata ducati 263. I mancati 13,55 ducati furono lasciati dalla signora duchessa per devozione alla cappella di S. Gregorio Armeno. In seguito, il 22 ottobre 1874, Don Pasquale Giglio, non riuscendo a restaurarla, la rivendette ad Antonio Perillo, il quale provvide ad abbatterla per trasformarla in abitazione, dopo che la Santa Sede gli concesse la sanatoria. Questa chiesetta esiste tuttora, anche se nel corso dei secoli ha subito varie trasformazioni (deposito materiale di vari generi, deposito di vini, falegnamerie ecc.) la si individua entrando nel palazzo San Ligorio, la prima costruzione sulla destra.  In riferimento alla suddetta chiesa, il Sirleto (Marco Antonio Sirleto, primo notaio calvizzanese, intellettuale ed amante di cose, antiche che ci ha consentito di conoscere fatti e notizie relative al nostro paese, tramandandoci particolari storici altrimenti irreperibili Ndr) nel lontano 1663 scriveva: “E’ molto più antica della masseria Torre che i Benedettini eressero nel luogo detto Gaudo, contigua alla chiesa di San Benedetto Abbate: si vedono ancora le vestigie della loro antichità, e che possedevano un palazzo in mezzo al casale. Dove i serenissimi re di Napoli solevano pernottare per la caccia per lo spasso e delizie solevano fare in detto casale quale era di miglia dei verso la Torre di Patria e la maggior parte del loco detto Gaudo”…Continua affermando che gran parte del territorio è stata occupata dal casale di Marano, parte del casale di Panicocoli (così si chiamava Villaricca Ndr) entrambi moderni casali di Napoli, e parte del casale di Giugliano”.

La nostra breve osservazione. Anche anticamente Calvizzano era considerata la cenerentola dei paesi del comprensorio giuglianese, tant’è che parte del suo territorio venne occupato dal Casale di Marano. E’ giunta l’ora di guadagnare autorevolezza. In che modo si raggiunge questo obiettivo? Valorizzando le tante “ricchezze” del  luogo.   

La strada principale del paese venne denominata Via Conte Mirabelli nel 1892

Il Consiglio comunale di Calvizzano, nella seduta del 28 luglio 1892, deliberò unanimemente che la strada principale di Calvizzano fosse intitolata Via Conte Mirabelli. Precedentemente era chiamata Via dell'Olmo: al 1687 era già denominata "Strada Maestra" e conservò tale nome fino al 1892.

 

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