Calvizzano-Speciale Cultura, “I ragazzi di via Molino”: nell'antica strada dell’Oliva c'era la bottega di "Mimì 'o sart", padre dei poeti Michele e Franco Ciccarelli
Franco Ciccarelli: “prendendo
spunto da un post di Lella Di Marino, nel quale commentava i bei tempi dei
ragazzi di via Ritiro, ho scritto qualcosa di getto su via Molino, la strada
dove ho abitato per diversi anni”
sorridono al nuovo
giorno.
Corrono felici sul
ruvido selciato
senza paure, fino a
sera.
Abbracciati osservano
il cielo
e con fettine di pane
e olio tra le mani
attendono l’arrivo
delle stelle.
Sono i ragazzi di via
Molino
diamanti grezzi in un
film in bianco e nero
con le toppe sulle
ginocchia
e le suole da
riparare.
Raccolgono mele e
ciliegie dagli alberi
e con i rami sottili
dei peschi
costruiscono armi per
i giochi del pomeriggio.
Bevono acqua fresca
dalle fontane
e sfogliano le pagine
di un sussidiario
custodito
nell’armadietto della scuola.
E’ la loro quotidiana
lettura
per scoprire il mondo
che li circonda
e quando un temporale
accoglie i raggi del sole,
coi colori
dell’arcobaleno,
dipingono
delicatamente le loro acerbe emozioni.
Sono i ragazzi di via
Molino
pettinati con la
brillantina
dalle amorevoli mani
delle mamme
che li sfamano con
pentoloni di cibo
usando un unico
cucchiaio.
Sono i ragazzi di via
Molino
tesoro inestimabile di
un tempo lontano
che brilla ancora di
luce propria
e conserva intatta la
purezza dell’anima.
“Racconti di lavoro”, dal libro di poesie del prete calvizzanese Michele Ciccarelli (fratello di Franco):“ A via Molino, nel vecchio cortile, Salvatore impastava il suo pane”
Dietro questa porta c'era l'antico Mulino
Solo la luce
che apre il cammino
mi spinge
a guardare il passato.
A via Molino,
nel vecchio cortile,
Salvatore impastava
il suo pane.
-La terra buona
dove nacqui
ha nutrito per anni
il ricordo –
In cima alla strada
il glicine antico
offriva se stesso
in lacrime d’indaco.
Margherita, ad un passo,
rivendeva vestiti.
-E’ morbido, mamma,
il tuo scialle di seta-
Nel vicolo scuro
passava ad un tratto
il vecchio olivaro;
intanto mio padre
-benedetto egli sia-
cuciva i suoi panni
ancora per poco.
“I ragazzi della via Molino”, dal libro di poesie del prete calvizzanese Michele Ciccarelli: “La nostra “via Paal” c’è ancora, naturalmente. Via Molino è rimasta pressoché identica”
Dietro questa porta c'era la bottega di "Mimì 'o sart", buonanima, padre dei fratelli Ciccarelli
I ragazzi di via Molino
facevano la guerra
su balle di fieno
e morivano a sera.
I ragazzi della via Molino,
dal cuore di cristallo,
gridavano.
Nessun muro, nessuna pietra
era a noi sconosciuta,
nessuno rideva di noi.
I ragazzi della via Molino
giocavano a biglie
in gruppi per terra.
Teneri presagi
di giorni sempre uguali
riempivano la mente.
Quei ragazzi:
cupi e sorridenti,
candidi e spavaldi,
liberi e innocenti.
Nessun muro, nessuna pietra
era a noi sconosciuta
e nessuno…
nessuno rideva di noi.
Foto del 1960: Michele Ciccarelli con suo padre Domenico, gran bell'uomo, ex amministratore, uno dei personaggi simbolo di via Molino
Come si chiamava anticamente via Molino
Via Molino si chiamava via dell’Oliva, ed era conosciuta (nella parte finale) anche con il nome di strada Baracca (1822), oppure Campo di Marano (1828) e anche strada di Marano (1829). Le ultime denominazioni citate sono da attribuirsi al fatto che, gli abitanti di Calvizzano, per indicare che via Molino si allacciava a via Baracca che conduceva a Marano, la chiamavano strada di Marano; mentre i maranesi la chiamavano strada di Calvizzano. Successivamente fu denominata via Molino a causa dell’impianto del Molino. Tra via Molino e via Roma non vi era comunicazione: esisteva un giardino con l’antico molino. Il 20-11-1861 per comunicare con via Roma fu abbattuto una parte del citato molino e il restante giardino fu acquistato da Don Antonio Di Donato e poi dal dentista Francia Alfredo. Il 15 marzo 1861 si fecero i lavori di ristrutturazione: risulta che fu la prima strada basolata del paese. Le catene di basoli servivano ai cittadini per camminarvi quando la strada si allagava . Il 15/05/1822 si accomodò con urgenza la strada denominata Baracca tra Marano e Calvizzano, perché a causa delle lave che vi si accumulavano diveniva impraticabile. Il 22/06/1823 il decurionato, sotto la presidenza del sindaco Pasquale Cavallo, deliberò la spesa di ducati 23 occorrenti per la costruzione di una catena di pietre dolci nella strada denominata di Marano. Il Comune di Calvizzano, il 14/04/ 1861, per i lavori effettuati dal Comune di Marano alla strada Baracca, pagò ducati 26, essendo la strada consortile. Il 30 giugno 1861 via Molino fu collegata con l’attuale via Baracca, e per i lavori necessari furono spesi ducati 90 e grana 90.